Come è nato Openmondo che permette a chiunque di realizzare guide locali che diventano veri e propri siti web
Openmondo nasce da un’amicizia, anni di viaggi insieme e collaborazione per diversi lavori.
Matteo Bormetti e Antonio Greco si conoscono a Milano dove studiano all’Istituto Europeo di Design e si specializzano in digital communication. Tra un aperitivo, un libro e una serie tv pianificano viaggi e cominciano a nascere i primi progetti lavorativi. Sono due ragazzi curiosi e, seppur diversi, rimangono uniti dalla passione per il viaggio e per tutto ciò che è digital e dalla stessa serietà e pragmaticità con cui affrontano i lavori che fanno insieme.
Matteo, dopo gli studi lavora in agenzia di comunicazione prima come Junior Account e poi come Digital Project Manager con un team di 8 persone. Poi decide di licenziarsi nel 2014 e provare a investire la sua energia e voglia di fare in un progetto indipendente. Nel frattempo Antonio passa anni in giro per il mondo e lavora come Digital Expert da qualsiasi angolo in cui si trova: il tavolino di un caffè, il divano di un ostello, una terrazza vista oceano, ecc. Al suo rientro ritrova Matteo e l’idea di unire viaggio e web li convince a mollare lavoro e vita all’estero (per il momento) e buttarsi insieme nel progetto Openmondo.
Il sogno, che nasce da ciò che amano durante i loro viaggi, è far scoprire il mondo con gli occhi degli abitanti! Questa è l’idea da cui nasce l’azienda, fondata in Svizzera a settembre 2014: un saas (Software as a Service) che dà la possibilità alle persone di aprire un vero e proprio portale turistico per raccontare una località.
Inizialmente il team era formato da 3 persone: Matteo Bormetti che si occupava della vendita, Antonio Greco della User Experience e Matteo Bresciani di tutta la parte di programmazione. I primi sei mesi di questa nuova avventura hanno vissuto in un appartamento insieme che poi fungeva anche da ufficio, sala riunioni, sala giochi, sala da pranzo, alloggio e spazio per feste (quando non si passava la notte a programmare, ovviamente).
All’inizio del 2015 c’è stato il lancio sul mercato, «Eravamo in fibrillazione quando dovevamo chiamare i primi clienti» raccontano «Ora si trattava di spiegare a qualcuno che non ci conosceva, qual era il nostro sogno e convincerlo a crederci con noi».
I riscontri sono stati positivi fin da subito e questo dà carica ai ragazzi per proseguire e continuare a lavorare sul loro progetto. A marzo 2015 partecipano al Crowdsourcing Week come start up emergente nel settore del turismo e si trovano a fare il loro pitch in mezzo a giganti del calibro di Airbnb, Huber e Bla Bla Car…l’adrenalina è a mille!
I clienti aumentano, sempre più persone hanno voglia di crearsi un proprio progetto indipendente grazie al loro servizio e così aiutano gente in tutta Italia ad avviare il sito web della propria località e promuovere il territorio.
I numeri di Openmondo a un anno di attività
– 76 guide attivate
– 327 comuni coinvolti
– 25.000 luoghi inseriti
– 1.500 eventi creati