In attesa del lancio della nuova ammiraglia di casa, si continua a parlare del ban di Trump ai danni dell’azienda Cinese. Questa volta è Reuters a svelare un dettaglio sul prossimo smartphone. Che Huawei lancerà comunque il 19 settembre
AGGIORNAMENTO 2/9: Huawei ha annunciato per il prossimo 19 settembre il lancio della linea Mate 30 a Monaco di Baviera. Non sono stati forniti altri dettagli.
Did you get it right? The countdown to #HuaweiMate30 starts now!
We're going full circle in Munich on 19.09.2019.
Join us live: https://t.co/9ugi5gG9ci#RethinkPossibilities pic.twitter.com/etRYjrBVEC— Huawei Mobile (@HuaweiMobile) September 1, 2019
Di seguito l’articolo originale.
Ci sono novità sul fronte USA per Huawei. Secondo quanto riporta Reuters, Google avrebbe confermato che al momento non è stata rilasciata alcuna licenza per l’installazione sul prossimo flagship Mate 30 Pro delle G-Apps: sull’ammiraglia di casa non potrebbero essere quindi pre-caricate Play Store, Google Maps, Gmail e così via, rendendo meno interessante agli occhi dei potenziali acquirenti lo smartphone. Niente licenza, non ancora almeno: l’azienda cinese è in attesa che il Segretario del Commercio si pronunci sulle eccezioni al ban, eccezioni che potrebbero comprendere anche una licenza caso per caso per ogni nuovo modello di smartphone. Per i vecchi smartphone, invece, la licenza c’è già e resta valida.
Cosa ha scoperto Reuters
Secondo quanto scoperto da Reuters, al contrario di quanto si pensava il rinvio dell’entrata in vigore del ban non implica automaticamente la possibilità di riprendere il lavoro come niente fosse. È vero che gli smartphone che dovranno uscire nelle prossime settimane, il foldable Mate X e il prossimo Mate 30, rientreranno nel periodo di 90 giorni di proroga concesso alle aziende USA per fare affari con Huawei: quello che però non si è ancora sbloccato è il procedimento per la concessione di specifiche eccezioni alla regola, visto che al momento le autorità a stelle e strisce tengono tutto in un limbo per esercitare una pressione politica sulla Cina.
fonte: slashleaks
In pratica Huawei potrebbe chiedere un’eccezione per ottenere la licenza di installazione di Android completo, app di Google comprese, sul suo Mate 30 (e Mate 30 Pro): ma l’eccezione va concessa, e se il Segretario del Commercio non sblocca le pratiche – pare ce ne siano già più di 130 depositate – non si potrà farlo. A quel punto tutto sarebbe possibile: fino ad allora a Huawei restano comunque diverse opzioni.
Vediamo quali sarebbero gli scenari possibili. Innanzi tutto Huawei potrebbe decidere di lanciare il Mate 30 con Android in versione open source (AOSP), privo però del Play Store e delle app a cui gli utenti sono abituati: a quel punto l’installazione di quanto manca sarebbe possibile, anche se non semplice, con l’intervento del cliente stesso e aggirando alcune restrizioni. In secondo luogo Huawei potrebbe decidere di puntare su HarmonyOS: forse è troppo presto perché sia pronto per il grande pubblico, ma è un’arma che potrebbe risultare efficace soprattutto in mercati come la Cina (che conta milioni e milioni di potenziali acquirenti).
Infine, ovviamente, Huawei potrebbe decidere di rinviare l’uscita del Mate 30 in attesa di tempi più fausti: difficile credere che però i cinesi si arrenderebbero così. “I nostri prossimi telefoni saranno sempre basati su Android: vogliamo mantenere uno standard, un ecosistema, una tecnologia”: così ha detto Vincent Pang, vicepresidente del consiglio di amministrazione di Huawei, ai media statunitensi.
Maybe rusty red, what you think?🤔
This is tuned from @9techeleven concept #HUAWEIMate30Pro pic.twitter.com/d6saoGTm7v— Teme (特米)😷 (@RODENT950) August 27, 2019
Com’è fatto il Mate 30 e quando esce
Sia come sia, l’attività nei laboratori di ricerca e sviluppo di Huawei non si è arrestata: nelle ultime settimane le immagini che ritraggono il Mate 30 e il Mate 30 Pro si sono moltiplicate, sia in rendering destinati al marketing che in fotografie rubate nei dintorni di Shenzhen. Secondo quanto si è visto e saputo su questo terminale non ci sarà uno stravolgimento nel design che vedrà di nuovo una struttura simmetrica nel posteriore, e non meno di quattro fotocamere (come già sul P30 Pro). Interessante anche l’anteriore, con schermo con design curvo e una tacca (notch) che comprende un gran numero di sensori: se ne contano cinque, almeno uno senz’altro riservato ai selfie e gli altri impiegati per il riconoscimento facciale o dell’iride come già sul Mate 20 Pro. Esistono alcuni leak che indicano la possibilità che spariscano i pulsanti di accensione e volume dai fianchi: lo schermo così sarebbe ancora più avvolto attorno allo smartphone.
fonte: slashleaks
A bordo ci sarà senz’altro anche il nuovo Kirin 990: il nuovo processore di Huawei è a sua volta un simpatico rompicapo di diritti e licenze legate al ban dagli USA, visto che il suo progetto si basa sulla tecnologia disegnata dalla britannica ARM che pure deve rispondere alle regole stabilite dagli USA. Tuttavia, Huawei ha ottenuto le licenze per tutto prima dell’inizio della vicenda: quindi può continuare a usare gli schemi ARM, e intende presentare ufficialmente il nuovo Kirin a Berlino durante IFA già alla fine della prossima settimana. Lo schermo sarà un AMOLED, con una diagonale da almeno 6,7 pollici e pare anche una tecnologia di refresh migliorata per garantire maggiore stabilità alle immagini. Non dovrebbe mancare neppure il 5G: il Balong 5000 è il modem più avanzato su piazza e lo produce la stessa Huawei, dunque perché privarsene (almeno su qualche modello specifico).
fonte: slashleaks
Infine, salvo sorprese, non dovrebbe mancare Android 10 con la nuova EMUI 10: quest’ultima è attesa in anteprima anche su altri dispositivi Huawei, come il P30, nelle prossime settimane. Vale la pena ribadirlo in questo caso: tutto quanto è già in commercio oggi, dal P30 al Mate 20X 5G e poi giù fino alle linee lite e Y che costituiscono la base del catalogo cinese, ha già ottenuto e conserverà intatte le licenze Android. Quindi tutto continuerà a funzionare esattamente come ha fatto finora. Resta da capire cosa accadrà per il Mate 30: ma quella è più una questione politica e, in quanto tale, potrebbe risolversi nell’arco di una notte così come trascinarsi per qualche settimana ancora. Per saperne di più ci potrebbe volere meno di quanto si pensi: già a metà settembre, se va tutto bene, il nuovo Mate potrebbe essere svelato al pubblico.