Un fondo di venture capital un po’ particolare. 10 investimenti fatti, con una logica che vuole essere più di supporto alle community che corporate. Piccola panoramica degli investimenti fatti da Sweet Capital
Dieci investimenti in sei mesi. Il parziale del fondo di venture lanciato a fine 2015 da King Digital, società di videogiochi fondata nel 2003 da Riccardo Zacconi, sì è completato in questi giorni con l’ultimo investimento in Drupe Mobile: 3 milioni per la società israeliana che produce app per Android. E la prima operazione registrata è stata a febbraio, finanziando Mifold (un seggiolino smart per bambini) con 1,5 milioni. King Digital è nota soprattutto per aver lanciato Candy Crush, venduta ad Activision lo scorso novembre per la cifra record di 5,9 miliardi. Il venture capital sembra essere sempre di più la nuova frontiera per i founder della società, non a caso aperta poco tempo dopo l’exit ad Activision. Il fondo si chiama Sweet Capital, e lo guida Christian Dorffer (founder di MindShape). E si occupa di investimenti seed, su cui è possibile fare un primo parziale, cercando analizzare la tipologia di investimento fatta.
Un tipo di corporate venture particolare, stando a quanto ha spiegato Dorffer in un’intervista a Fortune. Se classicamente un corporate venture capital investe in startup che in qualche modo rientrano nelle strategie di crescita dell’azienda (pensate a Google, Microsoft, ma in Italia a quello che fa Tim o Enel o ancora Unicredit), Sweet Venture con i suoi 10 milioni opera trasversalmente in startup di diversi settori. Difficile tracciarne una logica precisa. Finora per la maggior parte statunitensi, britanniche e israeliane. Investimenti dai 500mila euro a 3 milioni, con una percentuale di quote acquisite che va dal 5 al 20 percento.
Esclusivo: Zacconi (King Digital): «Così aiuterò la crescita delle startup in Italia»
Spulciando Crunchbase è possibile dare uno sguardo d’insieme alle startup in cui Sweet ha investito finora. Sei ufficiali e di cui sono riportati numeri e dati. 4 quelle non ancora riportare, ma che riporta Fortune che ha intervistato Dorffer.
- Mifold, per esempio. La prima startup di cui hanno comunicato il closing. Febbraio 2016. Un seggiolino portatile che aiuta la postura e la sicurezza dei bambini in auto. Un anno fa avevano chiuso una campagna di crowdfunding con due milioni di euro.
- Poi Sweet ci investe, il primo fondo a crederci. Sempre lato sicurezza dei bambini in auto, Sweet investe poco dopo in Carfoldio.
- A ruota arriva Dogbuddy, londinese, definito dallo stesso Dorffer un Airbnb per dog sitter (uno dei founder Enrico Sargiacomo, è italiano).
- Ancora Uniplaces, un’app che aiuta gli studenti a trovare casa nel Regno Unito, e adesso non solo.
- E poi una fintech, 500 mila dollari in Earny, che semplicemente si descrive come «un’app che ti permette quasi sempre di avere indietro i soldi dei tuoi acquisti», quelli contestati, si intende. Customer e mobile.
- Come l’ultimo investimento in Drupe. Ma altri non sono ancora stati rivelati, non nella cifra. Come quello in, Sensay, descritta da Dorffer a Fortune come uno Slack che mette in contatto diretto i consumatori con milioni di utenti per ottenere risposte a domande sui prodotti.
Startup diversissime tra loro, dunque, accomunate da una strategia riassunta così: «Investiamo in quello che ci piace, e prendiamo le decisioni da soli». Con l’esperienza di King Digital se lo possono permettere. La società fondata da Zacconi in Svezia (poi spostata a Londra) è unanimemente considerata un modello di digital company. Il gioco più popolare è Candy Crush Saga, lanciato sul sito della King nel marzo 2011. Un anno dopo è stato lanciato su Facebook. Nel 2012 King aveva 30 milioni di utenti attivi. Nel 2013 diventarono 408 milioni. Due anni dopo l’exit per 5,9 miliardi ad Activision. E poi la sfida del venture. Ancora all’inizio ma interessante nei suoi sviluppi.