Un’economia dove il capitale sociale ha lo stesso peso del capitale finanziario: ecco alcuni numeri e percentuali per capire l’impatto della sharing economy nel nostro prossimo futuro.
La nascente infrastruttura digitale sta rendendo il mercato capitalistico tradizionale più produttivo e competitivo. Ma sta anche stimolando la crescita fulminea dell’Economia della Condivisione. In questo tipo di economia, il capitale sociale ha lo stesso peso del capitale finanziario. L’accesso è importante quanto la proprietà, la sostenibilità sostituisce il consumismo, cooperazione e concorrenza sono pari, e il “valore di scambio” tipico del mercato capitalistico viene progressivamente sostituito dal “valore della condivisione” nei Commons collaborativi.
Milioni di persone stanno già trasferendo interi pezzi della loro vita economica verso la sharing economy. Vediamo già Prosumer produrre e condividere informazioni, notizie, conoscenza, divertimento, energia verde, trasporti e prodotti stampati in 3D in questa economia a costo marginale quasi zero. Non solo: già il 40% della popolazione degli Stati Uniti è attivamente impegnata nella condivisione di abitazioni, veicoli, giocattoli, utensili e innumerevoli altri oggetti.
Il potenziale della sharing economy
Ad esempio, milioni di cittadini e proprietari di case stanno già ora condividendo la loro abitazione con milioni di viaggiatori, a costo marginale vicino allo zero, utilizzando servizi online come Airbnb e Couchsurfing. Nella sola New York City, servizi come Airbnb hanno fornito ospitalità a 416.000 persone che hanno soggiornato in case e appartamenti tra il 2012 e il 2013 portando via un milione di pernottamenti al settore alberghiero di New York.
Recenti ricerche sottolineano l’ampio potenziale economico dell’Economia della Condivisione. Uno studio molto articolato ha messo in luce come il 62% della generazione X e di quella del nuovo millennio sia attratto più dalla idea di condividere servizi ed esperienze in Commons Collaborativi che da quella di possederli. Queste due generazioni differiscono significativamente dalla generazione del boom economico e da quella della seconda guerra mondiale nel fatto di preferire l’accesso alla proprietà.
I vantaggi della Sharing Economy
Alla domanda “come classificare i vantaggi dell’Economia della condivisione” il risparmio è stato messo in cima alla lista, seguito dal minore impatto ambientale, dalla flessibilità dello stile di vita, dalla maggiore praticità, e da un più facile accesso a beni e servizi. Per quanto riguarda i benefici immateriali, gli intervistati hanno classificato la generosità come prima risposta, seguita dall’appartenenza a una comunità, l’intelligenza, la maggiore responsabilità, e infine, la partecipazione.
Quante probabilità ci sono che la sharing economy giochi un ruolo sempre maggiore nella vita economica della società nei prossimi decenni? Secondo un sondaggio condotto da Latitude Research, il 75% degli intervistati prevede che la condivisione di oggetti fisici e spazi aumenterà nei prossimi cinque anni. Molti analisti del settore sono d’accordo con queste previsioni ottimistiche. E non è un caso che la rivista Time ha dichiarato il consumo collaborativo una delle “10 idee che cambieranno il mondo”.
Jeremy Rifkin
L’appuntamento
Questa sera, alle 20.00, Jeremy Rifkin sarà ospite de La Repubblica delle Idee. All’interno della Sala del Maggior Consiglio, una delle più belle del Palazzo Ducale di Genova, parlerà de “La fine del lavoro”. Un assolo, introdotto da Riccardo Luna, che toccherà anche i temi delle lezioni che stiamo pubblicando su The Next Tech.