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I pagamenti via smartphone sembrano essere iniziative di successo quando rendono più facile la vita di tutti i giorni. Negli Stati Uniti la catena Starbucks lo ha dimostrato con l’utilizzo della propria app che permette di prenotare il caffè preferito e ritirarlo all’arrivo al negozio senza bisogno di fare la fila. Ad Hong Kong, l’app Octopus è stata scaricata milioni di volte perché permette un immediato e facile accesso alla metropolitana.

Le città italiane lo dimostrano con un altro caso d’uso, quello dei parcheggi. Oggi sono circa 60 (ma il numero è destinato a crescere) le città italiane in cui è possibile pagare la sosta con la propria auto via mobile. Un servizio di successo e sempre più utilizzato proprio perché i cittadini lo utilizzano volentieri percependone la comodità. Da circa un mese questo servizio è disponibile anche nella capitale: si chiama atac.sosta e consente ai romani di effettuare il pagamento delle strisce blu. Le modalità sono diverse: si può pagare con un’app su smartphone e tablet, o tramite sms o anche con una normale telefonata per chi non possiede un cellulare di ultima generazione.

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Se il Pagososta, che permetteva il pagamento tramite sms di qualche anno fa aveva registrato solo 4000 abbonati in 5 anni,  il nuovo atac.sosta  soltanto dopo una settimana dal lancio contava già 3mila iscritti, con 1.610 ricariche effettuate e quasi tremila ore di sosta pagate. Segno che oramai nel nostro Paese i tempi sono maturi per innovazioni radicali nel mondo dei pagamenti e per il loro utilizzo nella vita di tutti i giorni. Anche perché le modalità di registrazione e utilizzo sono semplicissime: è sufficiente iscriversi online a myCicero e pre-caricare il proprio borsellino elettronico con un minimo di 5 euro, oppure associare una carta di credito. Gli ausiliari del traffico possono verificare in tempo reale l’avvenuto pagamento, inserendo il numero di targa della vettura sul palmare in loro dotazione.  Inoltre questi servizi permettono agli automobilisti di pagare solo gli effettivi minuti di sosta, perché esiste la possibilità di comunicare tramite app il termine della sosta, così come è possibile prolungare la propria permanenza sempre da remoto per evitare il rischio di incorrere in sanzioni a causa di un imprevisto.

Già lo scorso anno il pagamento diretto con cellulare a fronte di un servizio aveva raggiunto un valore pari a 130 dei 310 milioni di euro del Mobile Remote Payment & Commerce per beni e servizi (dati Osservatorio Politecnico di Milano). L’80% circa di questo importo era stato speso per acquistare ricariche telefoniche e pagare i bollettini, ad esempio il canone Rai o i bollettini postali. Il restante 20% era stato utilizzato proprio per pagare servizi nell’ambito della mobilità, come il pagamento della sosta, dei biglietti del trasporto pubblico locale, e di taxi, car&bike sharing e ztl. E proprio questo utilizzo può diventare la “killer application” in grado di diffondere il mobile payment. Si stima,infatti, che siano oltre 700.000 le ore di parcheggio pagate dagli italiani attraverso il cellulare, oltre 600.000 i biglietti di corsa semplice e qualche migliaio le ricariche degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale attivate da Mobile, mentre le corse di taxi pagate con cellulare sono quasi 10.000. Per un totale di oltre 1 milione di transazioni di piccolo importo solo nel 2013. Ancora di più oggi sono i numeri ad indicare che ben presto su tutto il territorio nazionale la P di parcheggio farà sempre più “rima” con la P di pagamenti via smartphone.