I dettagli e i vincitori dell’iniziativa organizzata da Puglia Startup e Arti – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione della Regione Puglia, con la partnership di Heroes meet in Maratea e la piattaforma di equity crowdfunding MuumLab
Tempistiche ben scandite e a tamburo battente: l’innovazione, si sa, non perde tempo. Il 6 maggio si è aperta la call di Puglia Startup Pitch Session per chiamare a raccolta progetti innovativi (di prodotto, di processo e market entry strategy) sviluppati da potenziali startupper pugliesi. Il 19 maggio c’è stata la deadline per la presentazione, il 23 maggio la comunicazione delle 10 idee finaliste. E il 26 maggio una giuria formata da rappresentanti delle università e istituti di ricerca della Puglia ha proclamato i tre vincitori: MiGreen Food (Terlizzi, provincia di Bari), Proxity e Choes (Lecce). La prima edizione di Puglia Startup Pitch Session è stata organizzata dall’associazione Puglia Startup e Arti – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione della Regione Puglia, con la partnership di Heroes meet in Maratea e la piattaforma di equity crowdfunding MuumLab, per dare un nuovo input alla diffusione e contaminazione della cultura dell’innovazione, anche in vista della nuova edizione della competition Start Cup Puglia. Maurizio Maraglino, founder di Puglia Startup, ha spiegato a StartupItalia! i dettagli dei tre progetti d’impresa saliti sul podio. I tre vincitori hanno ricevuto in premio la partecipazione, con diverse formule, all’Euro Mediterranean Co-Innovation Festival Heroes, in programma a Maratea dal 21 al 23 settembre 2017. Ma, al di là dei premi, Puglia Startup Pitch Session, anche grazie ai suggerimenti dei giurati, è stata una giornata di mentorship per migliorare il business plan e il pitch e avere tutte le carte in regola per partecipare (e magari vincere) l’edizione 2017 di Start Cup Puglia. «Puglia Startup e l’Arti sono molto soddisfatti dell’esito di questa iniziativa – dice Maraglino – ma il vero obiettivo è cercare di consolidare un sistema di iniziative che stimolino in modo continuativo, e non con eventi spot, l’innovazione e il fare impresa in Puglia, catturando anche l’interesse e il supporto delle grandi aziende».
Migreen Food
«MiGreen Food – spiega Maraglino – è una ditta individuale, che sta acquisendo tutte le caratteristiche per diventare una startup innovativa di grande interesse: prova ne è la recente partecipazione a Seeds&Chips. Si occupa della coltivazione, nelle proprie strutture a serra, e distribuzione di micrortaggi, ancora poco diffusi in Italia, al contrario del Nord Europa e America. I prodotti di MiGreen Food sono a km 0, completamente naturali e valorizzati dalle ricette di Felice Sgarra, Chef con Stella Michelin che collabora con il team d’impresa. Anche il packaging è estremamente curato: una scatola contenente otto vaschette in cui si combinano colori e forme, vista la varietà (anche in termini di sapore e consistenza) delle foglie dei micrortaggi. Per il momento i prodotti MiGreen Food arrivano nei ristoranti e sale ricevimenti pugliesi, ma l’obiettivo è quello di sbarcare nella GDO».
Proxity
Proxity, il secondo progetto d’impresa classificato, è stato pensato dall’agenzia di comunicazione BriefMe e prevede lo sviluppo di un’app che, sfruttando gli interessi e le abitudini di acquisto, attraverso un sistema di geolocalizzazione guida il consumatore nei grandi supermercati, semplificando la ricerca dei prodotti o segnalando la presenza di promozioni. «Il vero carattere innovativo dell’app – aggiunge Maraglino – sta nella scalabilità in altri luoghi, come musei o stadi, e nella velocità di fruizione delle informazioni».
Choes
Il terzo gradino del podio è stato occupato da un team di startupper molto promettenti: sono studenti di 16 anni dell’Istituto Galilei Costa di Lecce, una scuola molto attiva nelle competizioni per startup e incline all’innovazione. Hanno pensato a Choes, un’app che dà una nuova veste alle lavanderie, perché diventano i luoghi di smistamento di abiti griffati da noleggiare (magari perché in disuso) e dove si crea il matching tra domanda e offerta. «La lavanderia – spiega Maraglino – prende l’abito dal proprietario, lo sterilizza e lo mette a disposizione di chi vuole prenderlo in affitto e che provvederà poi a riconsegnarlo».