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Anche le Università cominciano a scommettere sul Fintech. La prima a dedicargli un intero corso è la britannica Open University, le cui sedi si trovano in Irlanda, Scozia e Galles. Capire il ruolo che questo settore ricopre nell’economia del Regno Unito è fondamentale per chi cerca di costruirsi una carriera nelle banche e nella finanza alternativa. Il valore stimato dell’industria del Fintech arriva ormai a 20 miliardi di sterline, una cifra destinata a crescere.

UK-universities

50 ore per cominciare a destreggiarsi

Le lezioni – un modulo base di 50 ore che si potrà seguire online – hanno l’obiettivo di spiegare i cambiamenti tecnologici in atto nel  mondo della finanza e di interpretarne il futuro. Si parte dalle origini del Fintech per capire in che modo sta trasformando i servizi finanziari a partire dalla crisi economica del 2008. Il corso stesso è stato organizzato grazie all’aiuto di alcune startup come The Real Asset Company, Percentile e Ratesetter, ma anche di big come Mastercar e Lloyd Bank.

Nel Regno Unito investiti 10 milioni

 “Il Fintech sta cambiando rapidamente grazie ai nuovi sotto settori emergenti e  a nuove organizzazioni che diventano sempre più centrali per i servizi finanziari”. Ad affermarlo è uno dei docenti della Open University, Liz Moody, che ha aggiunto che il corso sia disegnato per offrire una panoramica onnicomprensiva anche per chi lavora in altri settori ma è interessato all’innovazione nell’economia, “il nostro lavoro è quello di incoraggiare il pensiero critico negli studenti, insegnando loro allo stesso tempo,  qualcosa che possa essere utile nella ricerca di un lavoro”. Come riporta un post di Cointelegraph,  il Regno Unito “per costruire una leadership accademica e tecnologica del settore FinTech ha stanziato 10 milioni di sterline (l’equivalente di 15,4 milioni di dollari) per la ricerca sulle digital currency dall’inizio di quest’anno.

L’università canadese che accetta donazioni in Bitcoin

Intanto, fuori dai confini europei, un’altra Università si era già occupata, ma soprattutto interrogata sull’importanza del Fintech e delle monete virtuali per il futuro dell’economia della canadese Simon Fraser University, che già dallo scorso anno ha installato al suo interno tre bancomat per Bitcoin (in Italia lo ha fatto anche la Luiss) e che è stata la prima ad accettare donazioni in Bitcoin al 2014. Non a caso infatti, il direttore esecutivo Mark McLaughlin, aveva affermato: “La nostra missione è quella di supportare e coinvolgere gli studenti fornendo loro opportunità di apprendimento non solo all’interno della classe ma anche al di fuori. La SFU ha uno dei più importanti club Bitcoin del nord America e ci ha chiesto di aiutarli ad introdurre Bitcoin nella comunità. Come università rivolta all’innovazione, vogliamo fornire ai nostri studenti l’opportunità di prendere confidenza con le digital currency come Bitcoin.”