L’economia del Dragone punta su internet per il suo sviluppo futuro: utenti in aumento, mentre app e smartphone conquistano la quotidianità. E il prossimo passo sarà il mondo delle startup. L’analisi
I numeri parlano chiaro: dopo il sorpasso in campo industriale, ora la Cina sfida gli States per il controllo di internet.
Secondo l’analisi pubblicata da Edith Yeung, nel 2017 gli utenti del web cinese sono saliti a 751 milioni, il 54,3% circa della popolazione che conta oggi quasi un miliardo e 400 milioni di persone. Cifre destinate ad aumentare rapidamente, soprattutto se teniamo conto che, solo dieci anni fa, gli internauti nel Paese erano poco più di 200 milioni.
Lo smartphone al centro della Cina
Un exploit dovuto da un lato all’evoluzione tecnologica della società cinese, e dall’altro all’inarrestabile dilagare di un oggetto come lo smartphone nelle abitudini quotidiane della gente: ogni cinese trascorre, in media, 90 minuti della propria giornata navigando su internet da mobile. E di questo tempo oltre un’ora se ne va su WeChat, uno strumento “universale” che combina social network, app d’incontri e tools per il lavoro aziendale. Come avere Facebook, Tinder, WhatsApp e Slack tutte insieme in una sola applicazione. WeChat è così centrale nel mondo cinese da essere utilizzata da quasi l’80% degli internauti registrando circa 900 milioni di utenti attivi ogni mese.
Utenti che non si limitano solo a condividere contenuti e scrivere messaggi, ma anche ad effettuare pagamenti tramite mobile. Tanto che ogni giorno su WeChat si completano transazioni per un valore di oltre 600 milioni di dollari.
Tra startup e mobile payment: il futuro è rosso
Non a caso quello del mobile payment è un campo in cui la Cina ha ormai surclassato gli States: oggi ci sono 463 milioni di cinesi che usano questo sistema per pagare i propri acquisti generando un mercato che si calcola intorno ai 5,5 trilioni di dollari (50 volte più grande del corrispettivo americano).
Qui a dominare la scena è Alipay, la piattaforma creata nel 2004 dal colosso del commercio online Alibaba. Alipay occupa al momento un quota del 54% nel settore, in forte calo rispetto al 71% del 2015. Motivo di questa contrazione? Da un lato l’ingresso nel mercato del mobile payment di player come WeChat, dall’altro il presentarsi, di fronte ad Alibaba, di nuove opportunità.
Insieme al gigante dei giochi e delle pubblicità online Tencent, infatti, la creatura di Jack Ma è stata scelta dal governo cinese come alfiere per lanciare la sfida agli States anche nel mondo startup. Il Presidente Xi Jinping è il più grande venture capitalist. Ogni anno investe in nuove imprese ben 231 miliardi.
L’obiettivo è quello di trasformare Pechino nella nuova Silicon Valley e il numero di 45 aziende elevatesi al rango di “unicorn” (imprese non quotate sui mercati, ma il cui valore è stimato superiore al miliardo di dollari) sembra dire che la Cina sia sulla strada giusta per riuscirci.
La battaglia per l’AI
E poi c’è il campo dell’AI (Intelligenza Artificiale). La Cina ha accelerato lo sviluppo di questi settori iniettando enormi risorse pubbliche. Con il piano “Made in China 2025”, punta alle industrie globali a rapida crescita che possono creare milioni di posti di lavoro. Pechino ha predisposto un piano per divenire il leader mondiale della AI entro il 2030, mettendo in campo risorse stimate in 22 miliardi di dollari. Secondo alcune fonti, la Cina ha già più dei 2/5 degli scienziati esperti in AI del mondo e il numero dei brevetti in questo campo è cresciuto del 200% negli ultimi anni.
Se la Cina riesce nell’intento, il futuro della intelligenza artificiale mondiale sarà concentrato in gran parte nei laboratori del Dragone. E Pechino avrà in mano le chiavi per essere una grande potenza economica. Con i suoi 1,4 miliardi di abitanti e 730 milioni di persone connesse al web, la Cina genera dati più di qualunque altro Paese. Un enorme volume di informazioni che costituiscono il più importante ingrediente della intelligenza artificiale perché consentono alle macchine di imparare.