Le protesi e l’esoscheletro nati all’Istituto Italiano di Tecnologia conquistano la casa farmaceutica Dompé, che diventa socio al 50% di una nuova startup
Si chiama Movendo Technology ed è la nuova startup nata dall’incontro di un reparto di eccellenza dell’Istituto Italiano di Tecnologia – I.I.T., il “Rehab Technologies – INAIL-IIT lab”, e la casa farmaceutica Dompé, uno dei principali gruppi biofarmaceutici italiani (fatturato intorno ai 200 milioni di euro), che investirà nella startup 10 milioni di euro.
“Investo sul team prima che sulle tecnologie”
La guida di Movendo Technology è Simone Ungaro, che ne sarà Ceo e che per farlo lascerà l’incarico di direttore generale dell’IIT. A fianco a lui ci saranno due suoi colleghi, che lasceranno anch’essi i ruoli ricoperti in IIT: parliamo del fisico Carlo Sanfilippo, attualmente project manager Rehab Technologies, e dell’ingegnere meccatronico Jody Saglia, attualmente ricercatore all’IIT.
È su loro 3 che punta Sergio Dompé, titolare dell’omonima casa farmaceutica, che in un’intervista al Corriere della sera ha dichiarato espressamente: «Non bisogna investire sulle tecnologie ma sugli uomini, perché le tecnologie invecchiano velocemente. Il motivo per cui ho deciso di investire — spiega Dompé — sono queste tre persone che mi danno la garanzia del risultato, non le tecnologie». Ed evidentemente il valore professionale che Dompé riconosce a Ungaro, Sanfilippo e Saglia – ed al loro team di una ventina di tecnici ed ingegneri – è molto alto, visto il maxi investimento sulla loro creatura.
La startup intanto, ha un piano industriale molto ambizioso: nel suo business plan prevede il pareggio in 3 anni e di passare dai 30 addetti iniziali a 100 in 5 anni.
Cosa fa Movendo
Il cuore tecnologico della startup è rappresentato dalla piattaforma robotica Hunova, destinata alla riabilitazione e alla valutazione funzionale di arti inferiori e tronco, che sarà prodotta e commercializzata dal primo semestre del 2017, oltre che alla realizzazione di protesi di mano robotica leggera, robusta e a basso costo in corso di realizzazione, e di un esoscheletro che aiuterà a camminare persone con paralisi agli arti inferiori o a riabilitare i pazienti colpiti da ictus.
Dompé dice al Corriere che è «convinto che Movendo Technology sarà un’iniziativa di successo economico» perché «non c’è molto nel campo della riabilitazione, quindi c’è spazio per crescere. Non ci sono molti player e quelli esistenti sono realtà assai piccole». Il mercato dei dispositivi medici robotici sta crescendo rapidamente nel mondo e le stime indicano un valore globale di 5 miliardi di dollari in 5 anni. «Bisogna tenere presente — osserva sempre Dompé — che negli ultimi 50 anni la spettanza di vita è aumentata di 12-13 anni. La piattaforma Hunova può offrire delle soluzioni nuove anche in campo geriatrico, fornisce dei parametri oggettivi per valutare il recupero dei pazienti e consente la personalizzazione delle cure».
L’Istituto Italiano di Tecnologia avrà una partecipazione del 7% e percepirà le royalties sulla proprietà intellettuale dei dispositivi venduti sul mercato. Dompé avrà invece il 50%, mentre il restante 43% sarà in mano ai fondatori Ungaro, Sanfilippo e Saglia.
Si parte da Genova, poi Europa e Usa
L’impianto produttivo sarà a Genova, e quindi il primo mercato di Hunova sarà l’Italia. Ma Ungaro è sicuro che dal 2018 Movendo sbarcherà in Germania, che da sempre è la porta d’ingresso per gli Stati Uniti.
«Siamo di fronte – sottolinea il patron della Dompé – a un esempio di quello che può fare l’Italia quando il sistema Paese funziona», «L’Istituto Italiano di Tecnologia ha nella propria missione – conclude Sergio Dompé nella sua intervista – dare al Paese un contributo di tecnologie trasversali, di cui possano beneficiare le imprese per diventare competitive: consente di avere subito prodotti competitivi usando quelle tecnologie. Ed è proprio quello che è accaduto con Movendo Technology».