Da Uala all’olandese HousingAnyWhere.com passando per ProntoPro.it, con il manager ripercorriamo il rapporto dell’azienda con le startup: «Siamo felici di poter guidare anche altri cambiamenti in altri settori insieme a giovani talenti con idee brillanti e voglia di fare»
Nel 2015 Immobiliare.it ha investito 5 milioni in Uala, l’anno dopo è stata la volta di ProntoPro.it, «una delle startup in più rapida crescita del web italiano» secondo Silvio Pagliani, founder di Immobiliare.it. Più di recente poi il finanziamento di HousingAnyWhere.com, piattaforma internazionale per la ricerca e la prenotazione di alloggi dedicata agli studenti in soggiorno all’estero. Questi sono i giorni della Roma Startup Week e Pagliani è stato tra i protagonisti dell’incontro con il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat (ha tenuto un intervento sulla sua esperienza come imprenditore di imprese tecnologiche). Pagliani è anche il manager che più si occupa di open innovation per Immobiliare.it. Dopo che Uala, la startup italiana di cui si diceva, ha acquisito la spagnola, Bucmi, StartupItalia! lo ha incontrato per fare il punto sulla strategia di open innovation dell’azienda. A partire da questa considerazione. «Immobiliare.it – parola di Silvio Pagliani – ha riscritto il modo di cercare casa e siamo felici di poter guidare anche altri cambiamenti in altri settori insieme a giovani talenti con idee brillanti e voglia di fare».
Da quanto Immobiliare.it fa open innovation?
«Per ciò che riguarda la nostra apertura ad aziende più giovani, abbiamo cominciato a concretizzare questo approccio nel 2015, quando abbiamo deciso di finanziare il progetto di Uala, marketplace della bellezza specializzato nella ricerca e prenotazione di saloni e centri benessere. Un anno dopo, nel giugno 2016, la nostra società ha finanziato il 50% dell’aumento di capitale, entrando fra i soci di una delle startup in più rapida crescita del web italiano, ProntoPro.it. Si tratta del marketplace che fa incontrare domanda e offerta di lavoro professionale in più di 430 tipi di servizi diversi. L’ultimo progetto, in termini di tempo, che abbiamo deciso di finanziare è quello di HousingAnyWhere.com, piattaforma internazionale per la ricerca e la prenotazione di alloggi dedicata agli studenti in soggiorno all’estero».
E prima?
«In realtà sarebbe corretto dire che Immobiliare.it fa open innovation da sempre, da quando è partita la sua realtà tecnologica: nella sede di Roma abbiamo un team di 60 specialisti IT che rappresentano il nostro Immobiliare Labs, il dipartimento tecnologico dell’azienda. Tutte le soluzioni tecnologiche sono basate su software open source con cui si riesce a leggere e commentare il codice creato da sviluppatori di tutto il mondo, ma anche a condividere le modifiche necessarie a migliorarlo. Inoltre, proprio perché crediamo che l’open innovation sia fondamentale anche nell’ambito puramente tecnologico, abbiamo reso disponibili in open source alcuni dei software creati dai nostri team per permettere ad altre società italiane ed estere di utilizzarli e migliorarli».
Perché vi interessano le startup?
«Immobiliare.it nasce nel 2005, ma io e gli altri fondatori della società lavoravamo nel web già da molti anni. Per questo sappiamo cosa vuol dire affrontare una realtà come quella di Internet, sempre nuova e in costante mutamento. Abbiamo sviluppato competenze e tecnologie che ci danno l’opportunità di supportare i progetti che reputiamo meritevoli e in cui riscontriamo un importante potenziale di crescita. Siamo certi del fatto che il web è e sarà ancora responsabile di tante rivoluzioni. ».
Che idee cercate?
«Finora abbiamo investito in marketplace che offrono servizi diversi, da quelli legati al mondo della bellezza a quelli relativi ai lavori di professionisti e artigiani. La verità è che ci sentiamo aperti a tutto ciò che è innovazione e che reputiamo un progetto vincente».
Che tipo di rapporti stabilite con le startup?
«Mettiamo a disposizione le nostre conoscenze di gestione d’impresa, la tecnologia e il nostro know-how nel mondo della comunicazione e del marketing. Una volta superata la prima fase post-investimento, in cui cerchiamo di guidare le persone lungo strade che abbiamo percorso e conosciamo a fondo, ci piace allargare i team e creare continui scambi fra le aziende in un’ottica al 100% open source. Siamo consapevoli di operare in un mondo in costante mutamento, in cui non bisogna mai perdere la bussola su ciò che accade nei tanti settori coinvolti: da quello tecnologico fino alla parte più strategica. Per questo lo scambio fra le persone rimane al centro delle nostre attività principali di scambio, usciamo dal ruolo di mentori e condividiamo la voglia di fare e di imparare ogni giorno».
Quanto investite in open innovation?
«Come per le idee, non ci poniamo limiti nemmeno da questo punto di vista. Continueremo a investire nei progetti in cui crediamo e che ci convincono. In Uala, per esempio, due anni fa abbiamo investito 5 milioni di euro e abbiamo portato l’azienda a crescere al punto da poter oggi guardare all’estero e diventare socia di maggioranza in Bucmi, il suo portale equivalente in Spagna e Portogallo. In ProntoPro.it siamo entrati finanziando il 50% dell’aumento di capitale da 3 milioni di euro. Nell’olandese HousingAnyWhere.com abbiamo investito la maggioranza della quota del finanziamento da 5 milioni di euro che ha ricevuto nel 2017. Non esiste un budget, ma esistono i progetti in cui crediamo e che ci piace valutare caso per caso».
Esiste un modello italiano di open innovation?
«Torna la nostra visione della rete come un mondo fluido, in costante mutamento, flessibile e variegato. Per questo non crediamo che esista un unico modello di successo per fare open innovation: negli anni abbiamo visto crescere tutte le startup in cui abbiamo investito, abbiamo consolidato il nostro modello e i nostri processi. Ciò che facciamo e che reputiamo fondamentale è adattare l’approccio in maniera flessibile in base all’azienda che abbiamo davanti, alla sua natura e alle persone che la costituiscono».