Tutto quello che questo weekend vi impedirà di uscire e immergervi in attività sociali o all’aria aperta
L’ALTRA GRACE – Netflix
Categoria “cuffiette”. L’altra Grace viene da un romanzo della stessa scrittrice di quello da cui è tratta The Handmaid’s Tale (altra serie della medesima categoria da noi su TimVision): Margaret Atwood. Stavolta però l’800 e il bigottismo sono veri e non distopici.
L’altra Grace è un legal thriller tratto da un fatto di cronaca ante litteram, oggi lo fanno tutti, ieri (nel 1996) Margaret Atwood era tra le poche. Era venuta a sapere di questa storia accaduta nell’800 e l’aveva romanzata un po’ (nemmeno troppo) per farne una parabola di maltrattamenti ai danni di una donna. In buona sostanza ha intravisto lo spazio per infilarci una buona storia e ci si è tuffata, la stessa molla che ha scatenato la serie.
Sei episodi da 45 minuti tra aule e omicidi, per stabilire un colpevole mentre guardiamo uomini che maltrattare le donne. Da qualche anno il genere femminile ha cominciato a trovare una nuova centralità al cinema e in TV con film che ne raccontano o mostrano la conquista del potere, sembrava un trend frutto delle decisioni degli executive hollywoodiani più che lo spirito del tempo, invece i recenti eventi stanno dimostrando che forse qualcosa si sta veramente riassestando nella maniera in cui maschile e femminile pesano nella nostra società. E una volta tanto la TV è in prima linea nel raccontarlo o forse addirittura nel fomentarlo.
HORIZON ZERO DAWN: THE FROZEN WILDS – Playstation 4
Se ve lo siete persi è il momento di rimettersi in pari tutto insieme; se non ve lo siete persi è il caso di interrompere il download degli altri giochi e buttarsi su questo primo DLC di uno dei titoli migliori della scorsa stagione.
Lo studio olandese Guerrilla Games (di proprietà di Sony) dopo aver creato e portato avanti la serie di Killzone ha messo a segno uno dei colpi vincenti più clamorosi di questi ultimi anni, realizzando un gioco che inventa pochissimo ma azzecca il gameplay con una perfezione cui non siamo abituati.
Cavalcando con invidiabile determinazione il trend delle protagoniste femminili Horizon Zero Dawn mette una donna a fare quello che nei videogiochi hanno sempre fatto gli uomini, in un mondo futuro così postapocalittico, così avanti nel tempo che siamo tornati indietro all’era primitiva, un mondo in cui tutti intorno a lei non hanno fiducia nelle sue possibilità nonostante (essendo il personaggio che manovriamo noi) sappia fare tutto meglio degli altri e in cui (dettaglio bellissimo) lei è migliore degli altri anche perché ha imparato a usare una tecnologia.
La forza di Horizon non è certo questa però (questa è la ciliegina che ti fa godere mentre ti perdi nel vortice del gioco), né quella di avere animali robotici, robot veri armati di proiettili e esseri umani da combattere: bensì il fatto che proprio l’atto del combattere sia divertente, che il misto di armi non sia fastidioso da tenere a mente ma fantastico da usare in combinazione, il fatto che l’abilità manuale non si misura con la pressione di molti pulsanti ma con la destrezza dei tempi, e il fatto che ancor di più conta la possibilità di preparare un agguato o il terreno di una battaglia. Combinazioni come queste in un gioco in terza persona classico, che non si sbilancia a rischiare ma replica tutte le dinamiche di successo calibrandole bene, sono così rare che è un peccato non goderne.