La multinazionale nipponica incoraggia i suoi impiegati a concentrarsi sulla qualità ed evitare il burnout. “Siate efficienti e meno occupati” è il nuovo motto
Non è vero che lavorare di più aumenta la produttività. Tra i paesi del G7 ad esempio, il Giappone ha la più alta percentuale di impiegati che lavorano oltre 49 ore alla settimana. Ma il peggior livello di produttività. Se n’è accorta la Panasonic che ha voluto incoraggiare i suoi circa 100 mila impiegati a prendersi più tempo per sé stessi. Staccare la spina più spesso e concentrarsi sulla qualità del proprio lavoro.
Siate efficienti e meno occupati
Meno ore, più efficienza dunque. Non una novità. Basti considerare l’esempio della Germania che, secondo dati Ocse, fa registrare una tra le medie di ore lavorate più basse d’Europa a fronte di una produttività da record. Su questa scia, la multinazionale nipponica ha stilato delle regole precise: evitare di trattenersi in ufficio oltre le otto di sera, mai più lunghe maratone lavorative e straordinari limitati (non più di ottanta ore al mese).
Il nuovo motto è: siate efficienti e meno occupati.
Non serve dunque lavorare di più ma “lavorare meglio”. E lavorare tutti. Sì perché, diminuendo le ore, quest’ultime dovranno essere ridistribuite su nuove risorse lavorative. E dunque, nuove assunzioni. Come accade già in Svezia, dove diverse aziende – come Filimundus – hanno introdotto la giornata lavorativa ridotta. Sei ore, invece di otto. Risultati? Sale l’occupazione e diminuiscono le assenze per malattia e anche i casi di depressione. Buone notizie dunque, anche per la sanità pubblica.
Lavorare meno, guadagnare di più
Per quanto riguarda Panasonic, il presidente Kazuhiro Tsuga ha deciso che la giornata lavorativa non dovrà superare le sette ore e 45 minuti. Le nuove direttive sono già in vigore e sono rivolte a tutto lo staff aziendale. Dai manager, ai capi dipartimento e i capi divisione.
Inoltre, il memorandum del presidente vuole incoraggiare un sistema flessibile di occupazione, che comprenderà anche il telelavoro. E, ultima regola ma non meno importante, viene consigliato ai dipendenti di usufruire regolarmente dei giorni di vacanza a cui si ha diritto, ma che spesso non vengono richiesti. In sostanza: ricordate l’entusiasmo con cui è stata raccontata nelle scorse settimane la storia del dipendente che non ha mai preso un giorno di malattia e ha restituito ben 239 giorni di ferie non godute? Ecco, Kazuhiro Tsuga non sarebbe stato affatto d’accordo.