Il mercato del lavoro chiede fra le professioni con elevata specializzazione competenze specifiche e di alto livello ma ha difficoltà a trovare i profili più idonei. La formazione diventa centrale
Il mercato del lavoro è in continuo cambiamento e si richiedono competenze nuove e sempre più specifiche. Il rischio è che molte competenze possano diventare inadeguate. Per questo motivo le imprese devono necessariamente puntare sull’aggiornamento e la formazione professionale. Molti profili legati però alle nuove tecnologie sono difficili da trovare per le aziende, arrivando a una sorta di paradosso contemporaneo: la società sta diventando sempre più tecnologica, crescono i processi innovativi ma mancano le professionalità adeguate.
Programmatore informatico e sviluppatore di software fra le professioni specialistiche più ricercate
Ma quali sono le professioni più ricercate dalle imprese? Ad analizzare bene il fenomeno sono i report di Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, pubblicati a dicembre 2017. Dando uno sguardo alle tavole statistiche, per quanto riguarda i settori generali si nota come nel periodo compreso tra dicembre 2017 e febbraio 2018 i lavoratori previsti in entrata dalle imprese siano 710.450 nei servizi contro 307.630 nell’industria.
In Lombardia previste 221mila entrate. I dettagli
Scendendo un po’ più nel dettaglio, la previsione maggiore di entrate è nei servizi alle imprese (285.010), seguiti dal commercio (166.680), dai servizi di alloggio e ristorazione (141.400) e da quelli alle persone (117.360). (Valori assoluti arrotondati alle decine). Le 5 regioni per le quali sono previste le maggiori entrate sono la Lombardia (221.040), il Lazio (102.050), il Veneto (95.480), l’Emilia Romagna (93.930) e la Campania (68.150). Buttando un occhio al mese di dicembre 2017, i profili più ricercati e previsti in entrata erano: camerieri, addetti ai servizi di pulizia e commessi. Facendo però un’ulteriore scrematura e guardando le professioni scientifiche e tecniche con elevata specializzazione i profili più ricercati a dicembre erano i tecnici delle vendite e del marketing, il programmatore informatico, lo sviluppatore di software e in generale i tecnici in campo informatico e ingegneristico.
Pochi candidati e senza adeguata preparazione
Secondo i dati forniti da Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, il divario tra domanda e offerta di lavoro è in aumento: le aziende segnalano una certa difficoltà a trovare il candidato più idoneo al profilo professionale ricercato, in particolare nel settore dell’informatica. Ecco allora che ritorniamo al punto principale: le imprese richiedono nuove competenze ma i lavoratori non sempre sarebbero in grado di soddisfarle. La rivoluzione tecnologica, allora, non trova la piena corrispondenza nella preparazione delle persone. La difficoltà di reperimento dei profili più idonei si attesta al 40% per quanto riguarda i servizi informatici e delle telecomunicazioni. I motivi indicati nei rapporti sono di diversa natura ma due sono indicate come le principali cause: la mancanza di candidati e la preparazione inadeguata dei candidati stessi, questo rilevato in particolare per quanto riguarda i tecnici per la trasmissione radio televisiva e della telecomunicazione (per oltre il 50% diventano difficili da reperire). Le aziende, invece, faticano a trovare a livello numerico ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali, analisti e progettisti di software, tecnici programmatori.
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Si richiedono più le e-skills
L’indagine sottolinea anche che quando le e –skills (le competenze digitali, la capacità di gestire applicazioni di robotica e tecnologie 4.0 per innovare i processi o l’utilizzo di linguaggi informatici o matematici) sono ritenute più rilevanti per l’attività lavorativa, aumenta la difficoltà delle aziende a trovare i profili che cercano: “Quasi il 30% delle figure per le quali le e-skills sono ritenute molto importanti risultano di difficile reperimento”, è sottolineato nell’indagine. Eppure sono ritenute fondamentali per buona parte in tutti i settori ma ovviamente non possono mancare nelle professioni tecniche e specialistiche. In questo senso la formazione scolastica e aziendale diventa centrale per lo sviluppo delle competenze oggi richieste dal mercato del lavoro.
Le aziende cercano anche le soft skills
Un altro dato che emerge è il fatto che – soprattutto per le professioni altamente qualificate – sono richieste, oltre alle competenze tecniche, anche le soft skills, cioè abilità nella comunicazione, flessibilità, capacità di risolvere i problemi e di lavorare in gruppo, tutte doti fondamentali per la nuova tecnologia. Secondo i dati, le competenze trasversali richieste nel 2017 sono in ordine: la flessibilità e l’adattamento (95,1%), lavorare in gruppo (85,5%), lavorare in autonomia (81,8%) e problem solving (78%). Queste competenze sono ritenute fondamentali un po’ in tutti i settori, ma sono centrali per i dirigenti e per le professioni specialistiche e tecniche. Va da sé che con la rivoluzione tecnologica in atto è necessario essere flessibili e in grado di lavorare in collaborazione con le varie figure professionali.
Le opportunità per i giovani
I giovani hanno buone opportunità lavorative nel settore che riguarda l’area dirigenziale e le professioni con elevata specializzazione e tecniche. Secondo i dati, i profili professionali più richiesti oggi per i giovani under 30 (con una percentuale che oscilla tra il 52% e oltre il 40%) sono i tecnici programmatori, gli analisti e progettisti di software, i tecnici del marketing e quelli esperti in applicazioni, oltre gli ingegneri energetici e meccanici e i disegnatori industriali.
La classifica dei profili più richiesti
I dati mostrano anche il trend delle professioni che saranno più ricercate fino al 2020. Secondo i dati del Centro Studi Unioncamere, nel periodo compreso tra il 2016 e il 2020 si prevede una crescita dell’occupazione (agricoltura esclusa) del 2,1% (+464 mila unità). Il fabbisogno totale delle imprese si prevede sia pari a oltre 2,5 milioni unità, di cui oltre l’80% funzionale alla sostituzione del personale in uscita e di cui l’83% riguarda i servizi, in particolare commercio (previsto un fabbisogno di 236.000 unità). Al secondo posto ci sono le professioni tecniche (previsto un fabbisogno di 523.200 unità), in particolare organizzative e amministrative, nell’ambito della salute e le professioni tecniche scientifiche, ingegneristiche e della produzione. Al terzo posto le professioni specialistiche (nella formazione e ricerca, nelle scienze umane, sociali e gestionali, ingegneri, architetti, nell’ambito della salute e gli specialisti in matematica, informatica etc), per le quali è previsto un fabbisogno pari a 464.900 unità.
È attesa una crescita pari al 29% del fabbisogno di figure professionali high skill, in particolare infermieri, fisioterapisti etc (133.900 pari al 5,2%, con un tasso di fabbisogno pari al 3,8%), ingegneri (46.100 pari all’1,8% del totale, con un tasso del fabbisogno pari al 3,8%), gli esperti di formazione aziendale, gli orientatori, gli educatori di disabili e gli insegnanti di lingua italiana per stranieri (fabbisogno complessivo di 39.200 unità, l’1,5% sul totale e con un tasso di fabbisogno pari al 4,6%), i tecnici di apparecchiature ottiche e audio video (11.900 pari allo 0,5% del totale, con un tasso del fabbisogno pari al 4,3%), grafici pubblicitari, tecnici teatrali o di museo etc (13.400, pari allo 0,5%, con un tasso di fabbisogno pari al 3,9%). Anche il possibile scenario evolutivo conferma dunque che l’acquisizione di competenze di alto livello diventa oggi fondamentale, soprattutto per i giovani che si stanno affacciando al mondo del lavoro.