IBM ha recentemente presentato a San Francisco il proprio focus annuale “5 innovazioni in 5 anni”, per raccontare come intelligenza artificiale, blockchain e internet of things e cloud cambieranno il settore
Il tempo a nostra disposizione è ormai poco, come hanno urlato a gran voce i milioni di giovani scesi nelle piazze nelle scorse settimane. Nei prossimi cinque anni la Terra supererà per la prima volta il tetto di 8 miliardi di persone, ed è impensabile continuare a coltivare utilizzando le stesse tecniche che ci hanno portato alla situazione attuale: “La nostra complessa catena alimentare, già logorata dai cambiamenti climatici e dalla limitata disponibilità di risorse idriche, sarà ulteriormente messa alla prova – spiega Arvind Krishna, vice president di Ibm Cloud & Cognitive Software – Per rispondere alle esigenze di questo affollamento futuro, abbiamo bisogno di nuovi algoritmi di intelligenza artificiale e di dispositivi collegati al cloud, di progressi nei settori della chimica e della microbiologia e di modi completamente nuovi di considerare la sicurezza alimentare”.
5 innovazioni in 5 anni
Non è un caso che ad interessarsi della questione sia stata proprio un’azienda come IBM, una delle più grandi al mondo nel settore informatico. L’agricoltura è a una svolta, e a guidare il cambiamento saranno le tecnologie. Per questo IBM ha recentemente presentato a San Francisco il proprio focus annuale “5 innovazioni in 5 anni”, per raccontare come intelligenza artificiale, blockchain, internet of things e cloud cambieranno il settore e cercheranno di rispondere alla sempre più esigente richiesta di cibo da tutto il mondo. Ecco 5 innovazioni che sono state presentate in occasione dell’evento e come potrebbero cambiare in maniera sostanziale il modo di coltivare delle prossime generazioni.
-
Gemelli digitali
Il seme è, ovviamente, l’elemento base di ogni coltivazione. La soluzione proposta da IBM è quella di applicare la tecnologia del “digital twin”,ovvero dei “gemelli digitali” che sono la copia perfetta di un prodotto (in questo caso agricolo) o di un processo: copie che però hanno vita ed interagiscono tra loro solo nel mondo digitale. È una svolta per le aziende, che hanno la possibilità di risparmiare sulla creazione di un costoso prototipo fisico e iniziare invece a testare le prestazioni di un oggetto solo a livello digitale.“Un digital twin di terreni coltivabili, attività agricole e risorse agricole sarà disponibile per tutti gli agricoltori, fornitori di attrezzature agricole, distributori di generi alimentari, dipartimenti di agricoltura e salute, banche e istituti finanziari, organizzazioni umanitarie di tutto il mondo – spiega Krishna – generando un’economia in grado di condividere risorse e permettendo l’aumento della produttività agricola e della sicurezza alimentare, con un minore impatto ambientale”.
-
Filiera interconnessa
Si chiama distributed ledger technology, ed è l’applicazione della tecnologia alla filiera alimentare: grazie ad essa, ogni attore saprà esattamente quanto produrre, ordinare e spedire per il successivo anello della catena, evitando così tutti quegli sprechi che caratterizzano il modello attuale. Ma non solo: questa tecnologia garantirà anche più freschezza e qualità dei cibi che arriveranno ai consumatori, grazie all’utilizzo integrato di blockchain, IoT e degli algoritmi di intelligenza artificiale.
-
Microbi come alleati
Sapere cosa si mangia è alla base di qualunque sviluppo futuro delle tecniche di coltivazione. Oltre alla blockchain, c’è un modo innovativo e, allo stesso tempo, molto classico di scoprire le precise caratteristiche degli alimenti: basta chiedere ai microbi. L’analisi e la mappatura dei microbiomi, organismi che interagiscono e convivono con tutti gli animali, uomo compreso, permette di analizzare il corredo genetico e garantire così la provenienza e la qualità. Alla IBM il progetto è chiamato “Culture Club” e promette di essere un importante passo in avanti nel campo della sicurezza alimentare.
-
Agenti patogeni
Tanti anni di inchieste e scandali alimentari ci hanno insegnato che è sempre bene interrogarsi sulle sostanze chimiche che vengono usate per coltivare i prodotti alimentari. In futuro sarà possibile analizzare il cibo semplicemente con un dispositivo portatile che ci dirà in tempo reale se all’interno dell’alimento possano esserci elementi dannosi per la nostra salute. “Nel giro di cinque anni, gli agricoltori, le imprese del settore alimentare e i negozi di generi alimentari, insieme ad un miliardo di cuochi – spiega ancora il vice president di Ibm Cloud & Cognitive Software Krishna – saranno in grado di rilevare senza problemi la presenza di pericolosi contaminanti negli alimenti. Sarà sufficiente un telefono cellulare o un piano d’appoggio con sensori basati sull’intelligenza artificiale. I sensori mobili di batteri potrebbero enormemente aumentare la velocità dei test sugli agenti patogeni, passando da giorni a secondi”.
-
Ciclo chiuso
Altra questione sostanziale quando si parla di alimentazione è quella dei rifiuti: è evidente ormai che l’obiettivo a cui tendere nel futuro dell’agricoltura è la realizzazione di un ciclo produttivo chiuso, che sfrutti i rifiuti e gli scarti per generare nuovi prodotti. Dalla IBM fanno sapere che entro 5 anni tutti gli imballaggi e il packaging saranno realizzati con materiale riciclabile. L’innovazione si chiama VolCat: è un processo chimico catalitico che trasforma alcuni materiali plastici in una sostanza che può essere direttamente riutilizzata nelle macchine per la produzione della plastica per realizzare nuovi prodotti.