La manifestazione dedicata alla tecnologia vuole proiettare il paese sullo scenario internazionale. Ecco come.
Il vento dell’innovazione spira sul Bosforo. Teknofest è la tre giorni dedicata all’innovazione organizzata a Istanbul dalla Turkey Technology Team Foundation (T3) per mostrare al mondo i progressi del paese in ambito tecnologico. Di scena la prossima settimana, la fiera è dedicata all’aeronautica, con uno sguardo, però, allargato a numerosi altri settori. Tra gli espositori figurano anche otto aziende italiane, interessate ad allacciare relazioni e procacciarsi clienti in un mercato emergente e potenzialmente interessante.
Come ad esempio Carepy, startup barese che produce un’app in grado di migliorare l’aderenza terapeutica coinvolgendo pazienti, farmacisti e medici. O Tooteko, che da Venezia si propone di rendere accessibili musei e opere d’arte anche ai non vedenti. Oppure, ancora, Iscleanair, macchinario che purifica l’aria nel raggio di 25 metri. Tre realtà italiane alla ricerca di sbocchi – e perché no investitori – al crocevia tra Europa e Asia. Presenti anche EOS, attiva nel settore delle nanoparticelle, ADPM Drones (che produce droni), Home 3D Editor (app per la creazione rapida di planimetrie). Chiudono la spedizione Officina del sole (fotovoltaico) e Biospremi (food). Tutte gravitano nell’orbita di Italia StartUp, la più grande associazione di categoria.
Perchè la Turchia
Nel giro di una manciata d’anni, Ankara si è trovata improvvisamente a recitare un ruolo negli scenari economici continentali. Non che l’importanza strategica e geopolitica del paese non fosse nota. Ma il peso economico è cosa recente.
Dotato di una demografia interessante (metà della popolazione ha meno di 30 anni), con 800 mila laureati l’anno (fonte: dati governativi) e una metropoli – Istanbul – da 15 milioni di abitanti, la Turchia da qualche anno si sta presentando con sempre maggiore frequenza alle fiere di tutto il mondo, anche a Milano. I settori vanno dal tessile alla meccanica di precisione. L’automotive è tra quelli trainanti, soprattutto nella produzione di componenti conto terzi. Esiste un marchio locale (BMC) di un certo peso ed entro il 2019, secondo fonti del governo sentite da StartupItalia!, saranno pronti i primi 5 prototipi di una vettura a trazione elettrica e a guida autonoma realizzati da un consorzio di aziende turco.
La manifestazione, che aprirà i battenti settimana prossima, propone contest per studenti dedicati alla nanotecnologia, al coding e all’intelligenza artificiale. Ma all’evento sono associate anche una competizione dedicata ai razzi, una per i satelliti e una per gli aerei senza pilota: come dire, in una regione turbolenta, lo spazio e i cieli possono diventare il più fedele degli alleati.
L’aria rappresenta un business decisamente interessante: il nuovo aeroporto di Istanbul, dove i padiglioni di Teknofest troveranno spazio, sarà inaugurato il 29 ottobre ed è destinato ad essere il più trafficato del mondo, con 150 milioni di passeggeri l’anno e l’area duty free più estesa del globo.
Tempesta valutaria
Gli obiettivi del leader Erdogan – al potere da 16 anni e che ha recentemente incassato una riforma costituzionale che gli assegna amplissimi poteri, sono ambiziosi. In pochi lustri il paese è passato dal 18mo posto su scala mondiale al 13mo in termini di Pil, e mira a fare ancora meglio: “La Turchia vuole superare l’Italia per prodotto interno lordo nel giro di qualche anno. Il governo forte – spiega Gino Costa, dell’Agenzia governativa per la Promozione degli Investimenti – garantisce la stabilità necessaria a chi vuole investire”.
Ankara guarda all’estero e ha messo in piedi una rete di incentivi per attrarre capitali di imprese interessate ad aprire una società di diritto locale. “La tempesta valutaria che si è recentemente abbattuta sul paese può favorire le aziende che dispongono di valuta forte” prosegue Costa.
“Ma le turbolenze macroeconomiche rendono la Turchia, per ora, un’opzione adatta ad attori esperti, alla ricerca ad investimenti a rischio elevato. Ci possono essere sicuramente delle buone opportunità – spiega al nostro giornale un analista di Big Four di stanza a Istanbul – dal momento che i prezzi sono scesi, ma nel breve e medio periodo le questioni politiche e macro-economiche sul piatto la rendono un paese ad alto rischio”. Sarà interessante vedere quali saranno le risposte di Erdogan, e se le alleanze che riuscirà a stringere, economiche e non solo, riusciranno a rassicurare gli investitori.