WolfWay è la piattaforma che permette di conoscere in tempo reale come stanno operando migliaia di trader in tutto il mondo: su cosa investono, che risultati ottengono, e addirittura cosa hanno intenzione di fare e con che obiettivi.
WolfWay è la piattaforma che permette di conoscere in tempo reale come stanno operando migliaia di trader in tutto il mondo: su cosa investono, che risultati ottengono, e addirittura cosa hanno intenzione di fare e con che obiettivi. WolfWay è una delle finaliste della quinta edizione di it.Cup, la startup competition di Registro.it dedicata ai progetti d’impresa nel settore ICT. Abbiamo intervistato Davide La Spina (CEO) e Dario Deledda (CTO).
Diteci qualcosa di voi: cosa volevate fare da piccoli?
Davide: Sono sempre stato estremamente curioso e affascinato da persone che sono riuscite a creare qualcosa in grado di migliorare il mondo, in qualunque modo e forma. Da piccolo sognavo di creare qualcosa anche io e dare il mio contributo, anche se non avevo un’idea precisa. Aspettavo la maggiore età per aprire una partita IVA, e a 18 anni avevo la mia prima “ditta individuale”. Erano gli anni in cui si stava diffondendo internet, e il mondo delle tecnologie informatiche stava cambiando enormemente diventando un settore estremamente stimolante.. Ho frequentato ingegneria informatica, che ho successivamente abbandonato deluso da una didattica “obsoleta” e soprattuto perchè la mia azienda stava crescendo molto velocemente e avevo bisogno di dedicarle tutte le mie energie. Da allora ho fondato in tutto 4 società, compresa l’attuale CrowdWay.
Dario: Sono laureato in Ingegneria Elettrica ed elettronica, a sei anni durante un viaggio di lavoro di mio padre vidi per la prima volta un IBM 360, praticamente un armadio che faceva calcoli. Fu un colpo di fulmine, in quel momento decisi che avrei voluto lavorare con i computer e cosi ho fatto. Ho scritto il mio primo programma a sette anni su un foglio di carta grazie ad un libro sul basic che avevo trovato in bliblioteca durante le vacanze. Il primo computer di cui ho toccato la tastiera è stato un Digital PDP11 (bei ricordi).
Come vi siete conosciuti?
Davide: Ho realizzato la prima versione del servizio (Wolf of Trading) come esperimento, per capire se il mercato poteva essere interessato ad una cosa così innovativa: fino a prima tutti gli strumenti di trading davano informazioni solo sul mercato, nessuno dava informazioni sui traders. E’ stato un successo: 18.000 utenti unici nelle prime due settimane del servizio. Da li a poco ho ottenuto un finanziamento, e la prima cosa da fare era trovare e assumere un bravo CTO. Così ho conosciuto Dario, che si è appassionato dal progetto e ha rinunciato a stipendi ben più remunerativi per unirsi al team. Sono convinto che in una società fatta da persone responsabili non sia indispensabile lavorare nella stessa stanza o seguire rigidi orari di lavoro, così Dario lavora felicemente da casa sua in Sardegna a due passi dal mare, con una efficienza e produttività (e qualità di vita) senza eguali. Buffer, Zapier, Basecamp e moltre altre startup di successo adottano il remote working, noi seguiamo la loro esperienza.
Come vi vedete tra 10 anni?
Il mondo finanziario ha estremamente bisogno di più innovazione, efficienza e trasparenza. Tra 10 anni ci vediamo alla guida di una società internazionale capace di dare più valore all’esperienza di investimento dei consumatori, e nuovi strumenti di business intelligence per banche e istituti finanziari.
Chi ha avuto l’idea? Vi ricordate cosa stavate facendo in quel preciso momento?
Davide: Faccio trading da anni, e ho sempre sentito la mancanza di informazioni su come stanno operando gli altri traders, per confrontarmi e per trovare nuove opportunità di investimento: così ho deciso di creare io una piattaforma in grado di dare questo tipo di insights. Dopo molte sere e weekend passate a bere caffè e scrivere codice, è nato Wolf of Trading. In quel momento lavoravo nella mia società precedente.
Qual è il vostro punto di forza e qual è, in breve, il vostro business model?
Oggi tutte le informazioni finanziarie riguardano il mercato. Ma il mercato è fatto dai traders, e noi siamo gli unici in grado di dare informazioni su come stanno operando. Quali sono i loro obiettivi, i loro risultati e addirittura cosa hanno in mente di fare ma non hanno ancora fatto. Il nostro modello è simile a quello di Google: offriamo servizi ad alto valore agli utenti finali, gratuitamente. Mettiamo a fattor comune le informazioni che raccogliamo e tramite la tecnologia che abbiamo sviluppato, siamo in grado di fornire insights sulla “Intelligenza Collettiva” dei traders.
Raccontateci i momenti salienti della storia della startup
Davide: Ho realizzato Wolf of Trading da una precisa esigenza che avevo io come trader: potermi confrontare con gli altri e capire come operano gli investitori di successo. Una volta creata la piattaforma dovevo sapere se il mio “pain” era condiviso da altre persone come me, e cercavo qualche centinaio di utenti a cui far provare il servizio per avere suggerimenti e critiche.
Non avevo budget per fare marketing, dovevo trovare un modo efficace ed economico. Da li a poco sarebbe uscito il film “The Wolf of Wall Street”, e sarebbe stato un ottimo canale di visibilità. Ho preso accordi con i distributori del film e ho proposto loro di realizzare un contest facendo cimentare gli utenti con un trading simulato utilizzando la mia piattaforma e dando a tutti 100mila dollari di credito finto: i primi che sarebbero arrivati a guadagnare un milione avrebbero vinto i biglietti per il film. Fu un successo, 18.000 utenti unici in sole due settimane. Ho raccolto feedbacks e metriche, ho trovato due investitori per il mio primo seed, ho assunto Dario e abbiamo rifatto da zero la piattaforma: più bella, funzionale e scalabile. A maggio abbiamo lanciato la beta pubblica al trading forum di Rimini, l’evento italiano più importante del settore.
Come avete conosciuto .itCup Registro?
Seguo con attenzione tutto ciò che riguarda il panorama “startup”, non è stato difficile trovare .itCup.
Perché avete deciso di partecipare?
Mi piace l’iniziativa di una realtà che ha 30 anni di storia e che comunque riesce a stare al passo con i tempi. Ho conosciuto uno degli organizzatori ad un contest che ho vinto l’anno scorso quando la mia startup era solo all’inizio, e mi è piaciuto il modo attento e professionale di fare il suo lavoro. Mi interessa molto la Startup School di Mind The Bridge in Silicon Valley, e l’obiettivo è vincerla!
Perché pensate di poter vincere e, in caso, cosa farete con il premio?
Abbiamo realizzato una piattaforma innovativa e unica, dove il verticale sul fintech è solo uno dei possibili scenari: stiamo parlando con importanti aziende che sono interessate ad applicare la nostra tecnologia anche in altri ambiti. Internet of Things, Smart Cities, Healthcare, e ogni verticale che richiede prestazioni ed efficienza nella capacità di elaborazione e presentazione dei dati. Il premio ci permetterà di andare in Silicon Valley a fare una importante esperienza che aiuterà sicuramente la nostra startup a crescere.
Qual è la vostra ricetta per una startup di successo?
40% Team, 30% Mercato, 20% Execution, 10% Idea