Tutela dei minori sui servizi di streaming, ecommerce, pubblicità e contenuti culturali europei tra le proposte di riforma che riguarderanno le piattaforme online
Che siano i bollini colorati in fondo allo schermo o la possibilità di bloccare la visione di alcuni programmi ai bambini, nella tv, quella tradizionale, esiste già una forma di controllo sui contenuti per i minori. Non avviene lo stesso su internet, su You Tube o altre piattaforme di condivisione video. Anche su questo la Commissione Europea ha intenzione di intervenire con nuove regole. La prospettiva finale è arrivare a un digital single market che rivoluzioni il modo in cui 500 milioni di utenti guardano video in rete, comprano oggetti sui siti di ecommerce e usano le piattaforme online: «I consumatori hanno bisogno della certezza di un ambiente moderno e legale: è quello che stiamo fornendo oggi», ha detto il vice presidente della Commissione Andrus Ansip.
Un nuovo tentativo di mercato digitale unico
È la terza volta dal 2006 che la Commissione europea cerca di arrivare a un mercato digitale unico che secondo le stime porterebbe 415 miliardi di euro in più all’economia europea ogni anno. Le nuove regole riguarderanno la pubblicità che invade i servizi di streaming, soprattutto quella di prodotti potenzialmente dannosi per bambini. Stop anche a violenza e pornografia. Rimangono esclusi dalle indicazioni europee i social network.
Amazon e Netflix dovranno avere un 20% di prodotti europei
Le nuove proposte sono un aggiornamento di un codice già esistente, la direttiva sui servizi audiovisivi che prevede anche un invito ai mezzi televisivi a trasmettere contenuti per stimolare il senso di appartenenza europeo. Se il pacchetto di misure proposte dovesse essere approvato dai Paesi membri, servizi come Amazon e Netflix potrebbero essere invitati a inserire nei loro cataloghi un 20 per cento di contenuto europeo e addirittura a contribuire al budget culturale delle nazioni europee.
Ecommerce e contenuti culturali europei
Altro capitolo importante delle proposte della Commissione riguarda l’ecommerce. Al momento la rete non assicura prezzi uguali per tutti gli utenti europei. Esiste spesso una discriminazione in base alla provenienza geografica degli acquisti. Gli utenti cioè non hanno la possibilità di vedere in rete le offerte migliori che sono più vicine da un punto di vista logistico. Ad incidere sono i costi per la spedizione che variano molto a seconda dei Paesi.
Un unico sito in cui confrontare i prezzi
Il progetto della Commissione è di creare un sito su cui i consumatori possano confrontare i prezzi così da stimolare la concorrenza tra i vari fornitori. E anche un sistema unico per proteggere gli utenti dalle pratiche commerciali scorrette. La Commissione europea avrebbe anche intenzione, secondo quanto riporta Politico, di far sì che i vari rivenditori online debbano vendere a qualsiasi cliente dell’Unione senza obbligarlo ad accettare il suo servizio di spedizione. In questo modo gli utenti potranno scegliere se ritirare il prodotto in maniera autonoma o farselo consegnare a casa. Anche i motori di ricerca avranno un ruolo nel nuovo corso dettato dalla Commissione: nei risultati riguardanti gli acquisti su internet si dovrà distinguere in maniera chiara i contenuti sponsorizzati da quelli risultanti dalla ricerca.
Per ora non si parla di Copyright
Nella riforma della Commissione europea pare non ci sia spazio per la questione del copyright. Dall’industria arriva la richiesta di un blocco geografico sui contenuti come film e software. In realtà, il problema dovrebbe essere affrontato a settembre, con un’iniziativa apposita.