Facebook sotto torchio sulle sue intenzioni e sui suoi progetti per Libra, la valuta digitale che verrà varata, almeno quello è il cronoprogramma, nel corso del 2020. Oggi a Basilea si tiene infatti un incontro in cui i rappresentanti dell’associazione che sta sviluppando il progetto, che ha sede a Ginevra, dovranno rispondere alle domande e alle preoccupazioni dei funzionari di alcune banche centrali europee. I governi dell’Unione Europea, così come quelli di una buona fetta del pianeta a dire il vero, sembrano piuttosto in ansia per quello che potrà accadere con questa moneta universale che dovrà passare di conto in conto “con la stessa facilità con cui ci scambiamo un’immagine”, come ha spesso rimarcato Mark Zuckerberg, capo di Menlo Park.
Lo schieramento contro Libra
Dunque uno schieramento di 26 rappresentanti delle banche centrali, in realtà non solo europee visto che ci sarà anche qualcuno della Federal Reserve statunitense, daranno il calcio d’inizio a una serie di contrattazioni che secondo molti analisti sono destinate a protrarsi per mesi. E a incidere in modo importante nei piani d’azione di Zuck e soci sul fronte finanziario. Dell’associazione Libra, infatti, fanno parte una trentina scarsa di grandi sigle della tecnologia, del digitale e della finanza, da MasterCard a Stripe, da Visa a Booking passando per PayPal, Spotify e Uber fra gli altri colossi.
A tirare le fila del meeting, che nello specifico avverrà di fronte a un comitato della Banca dei regolamenti internazionali che ha appunto sede in Svizzera, è l’economista francese Benoît Coeuré, membro del board della Banca centrale europea. A suo avviso, “l’asticella per ottenere un’approvazione a operare in Europa sarà molto alta”. Lo ha spiegato a margine del vertice dei ministri delle Finanze Ue e dell’Eurogruppo appena concluso a Helsinki, in Finlandia. I governi hanno espresso in quell’occasione “forti preoccupazioni” sul modo in cui Libra e altre valute digitali possano destabilizzare il sistema finanziario internazionale e indebolire il ruolo di sorveglianza e di garanzia delle banche centrali e infine dei governi.
Di cosa si parlerà
Gli obiettivi di Libra e di Calibra, la sua organizzazione, il suo funzionamento: questi e altri argomenti saranno all’ordine del giorno, per trarne un rapporto che sarà discusso al G7 dei ministri delle Finanze del prossimo ottobre. Per l’associazione voluta da Facebook, ovviamente, ogni confronto è benvenuto. C’è da dire che l’annuncio è avvenuto così presto proprio per poter affrontare tutte le problematiche prima e non dopo il lancio effettivo: “Nei tre mesi trascorsi da quando abbiamo annunciato la volontà di lanciare Libra abbiamo dato massima priorità alle autorità di regolamentazione e a quelle politiche in tutto il mondo” ha spiegato l’associazione, che aggiunge di accogliere con favore il confronto e aver appunto deciso di partire con largo anticipo proprio per poterle affrontare in modo costruttivo. Nel caso, anche modificando alcuni aspetti della “stable coin”.
Il clima intorno a Libra
Certo il clima non pare dei migliori. Francia e Germania, per esempio, nei mesi scorsi sono state durissime. Per il ministro dell’Economia transalpino, Bruno Le Maire, Libra dovrebbe essere esclusa dai mercati europei, perché potrebbe mettere a repentaglio la “sovranità monetaria” dei governi. “No way”, insomma, senza prima aver stabilito un’attenta regolamentazione sul tema. Per i politici continentali i tempi non sarebbero maturi e la legislazione continentale impreparata. Molti altri enti stanno “bombardando” Libra: dalla Commissione Europea, attraverso il commissario alla Concorrenza, fino al gruppo dedicato del G7 delle Finanze passando per il Consiglio per la stabilità finanziaria (Fsb). Addirittura, da quanto era trapelato nei giorni scorsi, pare che governi e banche centrali europee stiano pensando a un piano di lungo periodo per lanciare una propria moneta digitale. E comunque per stilare al più presto un insieme comune di regole per le valute virtuali.