L’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt ha pubblicato il suo studio sui fondi indirizzati alle startup lo scorso anno. La riduzione c’è, ma si segnala un interesse maggiore degli operatori per le aziende già avviate e da sostenere sul mercato
Si fa un gran parlare nel settore del ruolo dei venture capital in Italia e degli investimenti che questi sono in grado di veicolare verso le startup del nostro paese. E quando si fanno i conti, la fotografia che ne esce non è incoraggiante. Dai dati raccolti da StartupItalia! nel mese di dicembre 2017 l’ammontare complessivo degli investimenti in startup è sceso del 23 per cento rispetto al 2016. Il 2 marzo 2018 AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, ha pubblicato il suo decimo rapporto sulle operazioni di venture capital in Italia nel 2017. Il quadro che disegna questo studio conferma la tendenza negativa nell’ecosistema italiano, con una diminuzione pari al 38 per cento.
Il totale delle operazioni
Il numero delle operazioni registrato è stato 57, in diminuzione rispetto alle 92 del 2016. I motivi di questa riduzione sembrano essere essenzialmente due: gli operatori hanno deciso di concentrarsi su attività di fundraising, lasciando inevitabilmente da parte l’attività di investimento; l’interesse dei venture capital si è spostato sui cosiddetti follow on, cioè i round successivi al primo per sostenere lo sviluppo di un progetto già avviato. Questi aspetti sono stati sottolineati anche da Anna Gervasoni, presidente del Comitato Scientifico del Venture Capital Monitor – VEM: «Il 2017 vede una crescita dei follow on, segno che l’attività del fondo di venture capital non si limita a un semplice investimento iniziale ma è l’avvio di un percorso che vede l’affiancamento dell’operatore al progetto», ha commentato. Viste in milioni di euro le operazioni hanno rappresentato 208 milioni di euro investiti, comprensivi dei fondi indirizzati anche verso le startup con cuore italiano ma con sede all’estero che sono state invece escluse dal nostro computo. Le cifre medie di investimento si fermano a 500mila euro per i seed capital con acquisizione del 23 per cento di quote e a 3,4 milioni nelle operazioni di startup con quota media di partecipazione pari al 33 per cento.
Il primato della Lombardia
Dal punto di vista geografico, è ancora la regione Lombardia a detenere il primato per numero di operazioni. Il mercato lombardo rappresenta il 37 per cento del totale. A seguire il Lazio e l’Emilia Romagna. L’ict è il settore che raccoglie maggiore interesse da parte dei venture capital, seguito da terziario e finanziario. Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI, «Tra le attività che daranno slancio al venture capital è fondamentale citare la piattaforma ITAtech, realizzata da Cassa Depositi e Prestiti e Fei per supportare i processi di trasferimento tecnologico».