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Tutto (o quasi) il fintech europeo è a Copenhagen. È in corso il Money 20/20 Europe, il più grande appuntamento continentale del settore. Più di 3 mila presenze, con oltre 250 ceo e un migliaio di società rappresentate tra palco e platea. Un appuntamento nato nel 2012 e cresciuto di anno in anno, fino a diventare – come affermano gli organizzatori – “non solo un evento ma un catalizzatore di crescita e sviluppo per l’ecosistema finanziario”. Un ecosistema europeo.

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Chi partecipa e perché

Il successo sta forse nella miscela eterogenea dei partecipanti: il 53% rappresenta grandi e medie imprese; l’altro 47% startup e piccoli business. Sulla bilancia degli ospiti, piccoli e grandi hanno quasi lo stesso peso (almeno dal punto di vista numerico).

Eterogenea è anche la composizione delle imprese: il 40% si occupa di mobile, retail e marketing; il 45% di payment e servizi finanziari; il 15% di investimenti, analisi e consulenza.

Ma perché partecipare? Gli organizzatori lo hanno chiesto a chi sarà a Copenhagen. Quasi tutti (il 78%) lo fanno per “incontrare nuove società e persone”. Molti per guardare da vicino l’innovazione (il 66%) e cercare nuove idee (il 52%). Poco meno della metà per accrescere il proprio profilo (il 45%) e rivedere persone già conosciute in passato (il 43%).

I temi del Money20/20 Europe

Con una batteria così ampia di ospiti e speaker, gli argomenti saranno osservati in tutte le sfumature del fintech, dalla blockchain alla biometrica, dai big data alle infrastrutture fino all’inclusione finanziaria. In tutto 17 temi (ma solo per esigenze di schematizzazione). Guidati da questi 5.

1- Commerce disruption. Qual è il futuro del commercio? I retailer stanno sviluppando nuovi modelli di distribuzione e nuovi servizi. Senza dimenticare l’impatto dell’IoT e del wearable sull’esperienza di acquisto.

2- Mobile payment. Il centro della discussione c’è un dubbio: i nuovi sistemi di pagamento sono opportunità di crescita per nuovi protagonisti o strumenti che consolideranno (attraverso un nuovo rapporto con i clienti) la posizione di quelli già solidi?

3- Nativi digitali. I nativi digitali rappresentano più di un terzo della popolazione in molti paesi europei, e sono spesso l’obiettivo principale dei nuovi modelli di business e consumo. Una generazione di “esperti” che si aspetta servizi (finanziari) all’altezza.

4- Bank (r)evolution. Tutto il senso del tema (e forse anche dell’intero Money 20/20) è in una lettera e due parenesi. Il modo in cui le banche si combineranno con l’universo digitale, tra sfide e opportunità, è il pilastro su cui tutto il resto si fonderà. Sarà un’evoluzione (basata sulla collaborazione) o sarà una rivoluzione (in cui vecchio e nuovo sono antagonisti)?

5 – Finanza alternativa & lending. Nuovi dati, nuove analisi, nuovi modelli di credito. La finanza alternativa apre a un mercato lontano da banche e borse. Con quale impatto?

Tanti speaker, poca Italia

Gli speaker sono 444. E mescolano dirigenti di alcune tra le più importanti banche europee, neo-banche, grandi protagonisti del fintech, forze emergenti, venture capital. Solo per indicarne alcuni: Carlos Torres Vila (ceo di BBVA), Spencer Spinnell (direttore Emerging Platforms di Google), Michael Moritz (presidente di Sequoia Capital), Rupert Keeley (ceo di PayPal Bank), Kristo Käärmann (co-fondatore di TransferWise), Ron Kalifa (vice presidente di Worldpay), Nicolas Huss (ceo di Visa Europe), Ralph Hamers (ceo di Ing), Patrick Gauthier (vice presidente External Payments di Amazon).

Gli italiani, confrontati con il numero complessivo, sono pochi: nove. E nella maggior parte dei casi intervengono come rappresentati di imprese o organizzazioni estere. Monica Monaco (unico italiano nell’advisory board di Money 20/20) è fondatrice di Trust EU Affairs. E poi Marco Bressan (Chief Data Scientist di BBVA), Maurizio Poletto (managing director di BeeOne), Matteo Rizzi (FinTechStage), Pia Sorvillo (PayPal). In platea ci sono anche Banca d’Italia e Italian Angels for Growth. Ma gli italiani che sul palco per dare voce a società nate in italiane sono quattro: Roberto Ferrari (General Manager di CheBanca!), Pietro Sella (ceo del Gruppo Banca Sella), Geronimo Emili (Presidente di CashlessWay) e Alberto Dalmasso (ceo e co-fondatore di Satispay).

Paolo Fiore
@paolofiore