«Nel medio periodo ci aspettiamo di posizionarci tra i primi tre digital wealth manager europei», è l’ambizione che Giovanni Daprà confessa a Startupitalia!. Giovanni è il fondatore e AD di Moneyfarm, una delle fintech più importanti d’Europa: circa 74 milioni di euro raccolti dal 2011, anno della sua fondazione, a oggi.
Il prossimo obiettivo dichiarato in questi giorni è la conquista della Germania. La fintech, dopo aver allargato il suo business tra Italia e Regno Unito, ha deciso di puntare alla nazione tedesca.
La scelta non è casuale, ma figlia di alcune operazioni che la startup ha realizzato nel corso degli anni. Come il legame con Allianz (che ha guidato un round di investimento di 46 milioni di euro) e dell’acquisizione lo scorso anno del robo advisor Vaamo (nel novembre del 2018):
«Ci ha avvantaggiato la competenza che ci ha portato in dote Vaamo. Ci ha trasmesso una base clienti, una piattaforma tecnologica da cui partire in tempi rapidi, e il loro know how specifico», continua Giovanni che ci racconta cosa Moneyfarm farà in Germania, quali sono i prossimi obiettivi e prodotti della startup e qualche consiglio agli startupper che sognano di emulare la strada di una delle migliori startup italiane.
Tedeschi, popolo di risparmiatori
I tedeschi sono tra i migliori risparmiatori al mondo. Ogni anno mettono da parte, in media, il 9% del loro reddito annuo e un risparmio lordo sul Pil del 28%. Per fare un raffronto in Italia siamo su media del 2% per il primo dato e del 20% per il secondo.
Altro dato interessante per le fintech che vogliono espandersi in terra tedesca sono i numeri e le stime del segmento del robo advisory: vale 3,8 miliardi di euro e rappresenta oggi il 27% dell’intero comparto in Europa. Ottime notizie anche per il futuro: nel 2022 il robo advisory tedesco avrà un valore di 24 miliardi di euro, con un incremento del + 57%:
Numeri che si sposano bene con la crescita della fintech in questi anni che può contare su oltre 700 milioni di euro di asset sotto controllo per oltre 40mila clienti, che fa della startup uno dei principali gestori digitali del risparmio in Europa:
«L’efficacia della nostra soluzione nei prossimi anni sarà sempre più validata dai risparmiatori con patrimoni tra i 5.000 e 1.000.000 di euro che non hanno tempo e competenze per fare da soli e che ragionano in un’ottica non speculativa ma di gestione del risparmio. Anche grazie ad alcune evidenze sui costi di altri modelli di servizio, in primis reti di vendita e filiali, che emergeranno con il recepimento della normativa europea MiFID 2, anche i risparmiatori italiani si renderanno conto che una gestione patrimoniale come la nostra è la soluzione d’investimento più efficiente nel medio-lungo termine».
Cosa farà Moneyfarm in Germania
L’intuizione, alla base del successo di Moneyfarm, è l’offerta di una piattaforma di gestione patrimoniale a cui il cliente può accedere o direttamente online (o con il supporto di un consulente dedicato) senza la necessità di avvalersi del tradizionale canale di distribuzione dell’industria del risparmio (es. reti di vendita o filiali).
Ai risparmiatori tedeschi offriranno la stessa piattaforma che “ci ha premiato con tassi di abbandono inferiori all’1%”, prosegue Giovanni.
La partnership poi con Allianz, attraverso la sussidiaria Allianz Asset Management, consentirà all’azienda, inoltre, di esplorare nuove frontiere nei modelli di relazione tra imprese finanziarie tradizionali e fintech.
La Germania, tuttavia, è solo una tappa di una società che vuole perseguire la via dell’espansione nel continente. La strada per riuscirci? Continuare a migliorare i loro servizi:
«Puntiamo a continuare a migliorare la user experience. Quest’anno abbiamo aumentato del 30% l’investimento per reclutare talenti nell’ambito digitale in tutti i Paesi in cui operiamo. Attraverso l’analisi dei dati e l’ascolto dei clienti abbiamo creato un meccanismo virtuoso di feedback e abbiamo l’agilità strutturale per intervenire, cambiare, sperimentare. Quello che abbiamo notato negli ultimi 12 mesi è che gli incumbent hanno capito che costruirsi un robo-advisor in casa e farlo funzionare è più complicato del previsto. Nei prossimi tre anni altri ci aspettiamo di stringere e consolidare altre partnership in ambito B2B2C negli altri mercati in cui operiamo».
Il futuro di Moneyfarm: il lancio di Pip
Giovanni ci svela il prossimo strumento che stanno per lanciare sul mercato, il Pip, il piano individuale pensionistico di pensione integrativa privata che si affianca alla previdenza obbligatoria prevista per legge:
«Questo prodotto andrà ad arricchire l’offerta Moneyfarm e potrà essere fruito direttamente dalla nostra piattaforma, una soluzione ulteriore per gestire la propria posizione finanziaria in modo ancora più efficiente e sofisticato».
Per espandersi servono investitori consapevoli
Quali sono gli elementi necessari per crescere su altri mercati? Una stima minuziosa dei costi, investitori consapevoli e un team forte, secondo Giovanni:
«Studiare. Studiare la regolamentazione e l’industria del Paese in cui ci si vuole espandere perché ogni mercato ha le sue peculiarità. Non bisogna sottovalutare la sfide e i costi che l’espansione internazionale comporta. Si tratta di proporre un nuovo brand in un altro Paese».
«Anche se il modello è stato validato – continua Giovanni – non è scontato che l’esecuzione funzioni solo perché ha funzionato altrove, bisogna avere alle spalle degli investitori consapevoli del rischio e che concedano al progetto il giusto tempo. Importantissimo costruire subito una squadra molto forte, le prime 5-10 assunzioni sono quelle che possono fare la differenza».