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Gli esperti del settore cominciano a comprendere il percorso verso l’Open Banking e le potenzialità in esso racchiuse. Spesso il focus è sull’utente, laddove ogni concetto si traduce in “quello che vorrei”, ma in molti Paesi europei i consumatori hanno a disposizione buoni, quando non ottimi, servizi bancari e, se non sono soddisfatti, una miriade di app fintech tra cui scegliere. Dall’altra parte, i titolari di microimprese e di SME si trovano di fronte, nella quotidianità, a una serie di sfide completamente diverse. Ad oggi non è semplice né agevole combinare, utilizzando sempre il cellulare, l’esigenza di servizi di consulenza esperti con i compiti quotidiani, come fare fatture, riscuotere pagamenti e fare la dichiarazione dei redditi, il tutto portando avanti la propria attività.

 

Gli istituti bancari riconoscono che i loro servizi ai consumatori sono stati orientati solo al prodotto, rigidi e, francamente, spesso inadeguati. Al crescere della comunità fintech, le imprese sono state inondate da svariate possibilità, che offrivano sì benefici, ma allo stesso tempo erano complesse e non offrivano ancora una visione integrata della situazione finanziaria dell’impresa, soluzioni realizzabili e accesso sia al banking che alla contabilità. Inoltre le microimprese realmente pensano e si comportano da consumatori, mentre hanno necessità che la loro situazione finanziaria venga contestualizzata in un’ottica business-oriented. Una sfida? No, una grande opportunità per la banche di acquisire nuovi clienti, di seguirli per tutto il loro ciclo vitale  e di affiancarli nella crescita.

Un mercato per le imprese servito dalle banche

Qualunque imprenditore vi dirà che destreggiarsi tra il focus sul business e il tempo che bisogna spendere sulla gestione finanziaria e su altri servizi di supporto è percepito come un male necessario. In particolare, i titolari di SME apprezzano gli strumenti finanziari che li supportano nella gestione della loro attività, ma non le difficoltà che riscontrano nell’accesso a questi strumenti. Complicato, disperso in una miriade di conti corrente, disconnesso e di certo non adatto a una vita sempre in movimento, 24/7.

Adesso, grazie al PSD2, le banche sono in grado di servire i propri clienti in un contesto multiplo, che consente l’accesso ai dati necessari contenuti nel software di contabilità dell’impresa. Pagamenti per conto terzi, saldi di fatture, previsioni di cassa, pooling e sweeping, factoring e prestiti possono essere offerti in un ecosistema aperto, costituito dai servizi interni alla banca e da quelli presenti nello store dell’app.

Le banche sono in grado di offrire gestioni delle liquidità simili  alle soluzioni del corporate treasury, combinando i dati del software di contabilità con quelli degli altri conti corrente. Questo consente all’imprenditore di conoscere in tempo reale la propria liquidità e, soprattutto, sulla base delle obbligazioni dei fornitori e degli introiti previsti, una previsione del flusso di cassa. Il credito può essere offerto sulla base della necessità, sweeping, pagamenti di fatture, il tutto dal device preferito dall’utente, anche in mezzo alla sua frenetica vita lavorativa. Costi più bassi, maggiore possibilità di scelta, una visione globale, consigli competenti attraverso un partner che conoscono, di cui hanno bisogno, che apprezzano e di cui si fidano. Attraverso un consenso capillare, la banca ha accesso ai dati contenuti nei software contabili, negli ERP o in qualunque altra risorsa, ma sarà possibile diventare ancora più innovativi smantellando le barriere tra il commercio al dettaglio (dove i lavoratori autonomi spesso non sono categorizzati) e le SME.

 

Bank accounting per fare grandi le piccole imprese

Provate a seguire il filo del nostro pensiero. I titolari di microimprese possono essere serviti ancora meglio se viene offerto loro un servizio di bank accounting: invece di doversi dotare di un software di contabilità per emettere 5 o 10 fatture al mese, infatti, la banca gli offre un servizio di fatturazione interno al conto corrente, inviando la fattura a terze parti via email o sms, riscuotendo i crediti e fornendo al cliente preziose informazioni sui flussi di cassa. In questo modo, la banca diventa la piattaforma, il TPP, competente, un recettore affidabile, semplice e sicuro.

 

E il vincitore è…

Le banche sono i probabili vincitori dell’Open Banking, diventando la piattaforma. Questo richiede un’impostazione mentale che vada oltre la divisione in compartimenti stagni (fermo restando che le nuove tecnologie consentono di progredire anche senza stravolgere l’assetto interno delle strutture) e un focus sull’offerta di servizi semplici ed accessibili, modellati sulla giornata tipo di un imprenditore. Dopotutto, è così che le grandi piattaforme hanno costruito la propria quota di mercato…prima la competenza, poi la sicurezza, passando per la fruibilità. Le banche coraggiose ce la possono fare!

Se volete approfondire il tema dell’Open Banking, potete partecipare alla giornata dedicata proprio a questo tema all’interno del FinTechStage Festival. L’appuntamento è per il 15 maggio al Centro Congressi ABI a Milano. Registratevi qui.

 

A proposito di Conny Dorrestijn, co-founder di BankiFi

Conny Dorrestijn è socia fondatrice di BankiFi. È elencata nelle 50 donne più influenti nel campo Fintech e ha lavorato per oltre 25 anni in ruoli di marketing e sviluppo commerciale nel settore delle tecnologie finanziarie internazionali. Fino a dicembre 2017 è stata responsabile del marketing globale dei pagamenti presso la FIS. Nel gennaio 2018 ha fondato BankiFi (UK / NL) insieme a Mark Hartley.
Mark è un rinomato innovatore e thought leader di Payment & Open Banking, nonché Advisor nel Board della Nationwide Building Society. Conny è anche una speaker assidua negli eventi fintech e non-executive board member in diverse aziende fintech, Holland FinTech e Global Innovation Awards Judge di BAI (USA).

www.bankifi.com

 

Di questo e altri contenuti si parlerà al FinTechStage Festival dal 13 al 17 maggio. 

Registratevi alla giornata dedicata all‘Open Banking!