Da Amplify di Hootsuite al caso di studio di BrightIdea: usata dalla General Electric per generare nuove idee di business coinvolgendo oltre 85.000 dipendenti
Per il World Economic Forum nel 2020 tra le principali skill necessarie ad avere successo nel mondo professionale ci saranno la creatività e la capacità di relazionarsi con gli altri tramite l’intelligenza emotiva. L’innovazione, con l’apporto della tecnologia, è sempre più dinamica e per questo l’Open Innovation può diventare fondamentale. Partiamo dalla sua definizione, coniata da Henry Chesbrough, Direttore del Center for Open Innovation alla Haas School of Business – University of California: “È un paradigma che prevede che le aziende possano fare uso di idee esterne così come interne a sè sia per sviluppare il proprio mercato che per migliorarsi tecnologicamente”.
L’applicazione dell’Open Innovation in azienda, analogamente agli Open Data per il pubblico, determina almeno 3 vantaggi principali: la riduzione dei costi (energia, tempo, materiali, ecc.) per l’ambito Ricerca & Sviluppo con al contempo un miglioramento dell’analisi del mercato tramite un approccio più pratico; un migliore engagement per chi viene coinvolto internamente o esternamente al processo, a tal proposito si può determinare un vero e proprio “empowerment” dei propri dipendenti/clienti trasformandoli in co-creatori e ambassador della community; un miglioramento nello sviluppo della produttività con un approccio “data driven”, le statistiche determinano una migliore meritocrazia con un riconoscimento più immediato dei fattori di successo. Gli svantaggi consistono invece nella possibilità di rivelare, in questa maniera, delle informazioni verso l’esterno riducendo le opportunità competitive. Un’altra difficoltà riguarda l’impegno nel gestire il contributo di idee sia interno che esterno all’azienda.
Pratiche di questo tipo si possono applicare sia fisicamente (vedi l’allenamento sul problem solving di Lego Serious Play: oppure l’approccio Lean Startup del modello Sprint elaborato da Google Ventures) che digitalmente, appoggiandosi a delle apposite piattaforme. Si possono, a tal proposito, identificare almeno 3 diversi livelli di profondità:
1. Social Advocacy
Obiettivo: migliore engagement interno all’azienda e opportunità di storytelling. Infatti Aon.com ha calcolato che ogni dipendente insoddisfatto costa alla propria impresa una perdita media di $10,000 all’anno. Al contempo per Nielsen i talenti del domani riconoscono all’85% come importante la cultura aziendale. Piattaforme che rispondono a queste esigenze negli USA, secondo una ricerca di The Hinge Research Institute e Social Media Today, sono usate al momento però solo nel 17% dei casi. Eccone un paio: Social Chorus – usata da brand quali Ford, Johnson & Johnson, Whilrpool, AT&T., Caterpillar, ecc. -, che permette ai dipendenti dell’azienda che ne fa utilizzo di condividere e diffondere la vision, la cultura e i risultati che si raggiungono; b) Amplify di Hootsuite invece dichiara di poter generare un engagement fino ad 8 volte superiore quando un contenuto aziendale è condiviso dai propri dipendenti.
2. Crowdsourcing di idee
Consideriamo quei progetti che intendono raggiungere dei risultati nel breve termine tramite lo sviluppo di idee (crowdsourcing) o la ricerca di risorse (crowdfunding) appoggiandosi ad una moltitudine di persone. Significa condividere la creazione di un’organizzazione partendo da un brief già definito. Alcune piattaforme che fanno parte di questa categoria sono: 99 Designs, Zooppa, UserFarm, JustKnock, Innocentive. Interessante è anche 100 Open Toolkit, che mette a disposizione dei tool gratuiti per chi intende praticare l’Open Innovation in maniera personalizzata all’interno della propria impresa.
3. Crowd-developing di idee
Siamo all’applicazione avanzata delle dinamiche di Open Innovation, a questo livello le aziende la sviluppano come parte della propria struttura. Ad esempio con IdeaScale, utilizzata dalla Casa Bianca dell’ex-Presidente Obama per collezionare oltre 100.000 idee dai dipendenti del Governo per risparmiare milioni di dollari grazie ai suggerimenti così raccolti. Oppure Bright Idea, che offre persino un incubatore per spinoff interno all’impresa, a cui si è appoggiata ad es. la General Electric con i seguenti numeri (aggiornati al 2016): 85.000 utenti, 150 diversi Paesi, 6.900 idee. Tutto ciò per 12 progetti poi finanziati con 55 milioni di dollari dalla stessa General Electric. Tante sono le piattaforme simili: Spigit, Oiengine, Ideadrop, Nosco. Una particolarmente di valore è sicuramente CrowdCity. Ma ci sono anche aziende che hanno deciso di costruirsene ad hoc, come Intel.
È entusiasmante vedere poi una multinazionale esperta nel Design Thinking come IDEO che ha aperto, al riguardo, una piattaforma interamente dedicata al mondo non profit ossia Open IDEO. Aprirsi all’innovazione significa infatti cambiare il mondo circostante. Ciò si può fare, in fin dei conti, solamente approcciandosi alla realtà in maniera differente, mettendo in gioco sè stessi con capacità riflessiva e dinamicità.