Se volete cambiare banca perché le condizioni del vostro conto corrente non sono più convenienti, sta arrivando il momento giusto per farlo. Gli istituti di credito dovranno prendersi carico delle spese di trasferimento del vostro conto e dovranno chiudere la pratica velocemente. Altrimenti, dovranno risarcirvi in proporzione al ritardo e alla disponibilità esistente sul conto al momento della richiesta di trasferimento.
“Un piccolo gesto verso i consumatori”, si legge nel tweet del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che annuncia il provvedimento del Governo volto a rendere più efficiente la portabilità dei conti correnti bancari, sia in termini di risparmio di tempo che di denaro.
Tra le misure di cui si parla poco segnalo la portabilità dei conti correnti bancari. Un piccolo gesto verso consumatori #passodopopasso
— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 22, 2015
Il decreto Investment Compact (ne abbiamo parlato qui), approvato dal Consiglio dei ministri il 20 gennaio, prevede poi la portabilità senza altri oneri e spese per il consumatore anche per gli strumenti finanziari, gli ordini di pagamento e gli ulteriori servizi e strumenti associati al conto da trasferire.
Come riporta il Sole24Ore, nel decreto c’è anche una modifica all’articolo 116 del Testo unico bancario, per tener conto delle innovazioni tecnologiche intervenute nell’operatività degli istituti di credito: “le banche e gli intermediari finanziari – recita la disposizione – devono rendere noti gli indicatori che assicurano trasparenza alla clientela, come l’indicatore sintetico di costo e il profilo dell’utente, anche attraverso gli sportelli automatici e gli strumenti di accesso remoto ai servizi bancari”.
L’Antitrust aveva già segnalato ostacoli alla concorrenza bancaria
Il Governo ha quindi deciso di dare seguito alle indicazioni che già nel 2013 aveva rilasciato l’autorità Antitrust, quando a seguito di un’indagine conoscitiva durata 28 mesi segnalava: “Ci sono ancora ostacoli al pieno dispiegarsi della concorrenza nel settore bancario che impediscono una riduzione dei prezzi a vantaggio del consumatore finale e un aumento della mobilità della domanda”. Era questa la conclusione a cui era arrivata l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, sottolineando la possibilità di ottenere risparmi fino a 180 euro nei costi della tenuta dei conti correnti.
Secondo l’Antitrust negli ultimi anni gli operatori bancari hanno cambiato le politiche adottate e, sotto alcuni profili, hanno reso il settore più competitivo rispetto al passato. “Si tratta però di spazi che i risparmiatori non riescono a sfruttare, perché mancano le informazioni necessarie che vanno invece rese disponibili da parte delle banche, anche introducendo vincoli normativi e regolatori”- continuava l’Agcm nella nota sull’indagine – “Occorre intervenire anche sulle lentezze nella chiusura di un conto per aprirne un altro: per quanto i tempi si siano ridotti, è sufficiente avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni. Vanno infine scissi i legami tra conti correnti e altri prodotti”.
Dallo studio – che l’autorità aveva avviato nel marzo del 2011 per verificare l’evoluzione dei costi dei conti correnti – erano emersi prezzi in calo solo per alcune tipologie di correntisti e per determinati periodi.
Una sostanziale riduzione delle spese si è verificata esclusivamente per i giovani (-19%) mentre una discesa meno rilevante si è registrata per le famiglie e i pensionati, rispettivamente -2,8% -3,6%. Al contrario i costi sono saliti, soprattutto per alcuni profili, nelle banche di maggiori dimensioni, dove si concentra il 70% dei conti correnti.
Il tasso di mobilità dei correntisti, che rappresenta l’incidenza dei conti correnti accesi ed estinti sul totale, risulta però nell’indagine dell’Antitrust compreso tra il 10% e il 12%, in linea con i risultati disponibili a livello europeo e sostanzialmente stabile nel corso degli anni. Ma non molto alto.
I conti online convengono di più
L’indagine Antitrust conferma la convenienza dei conti online rispetto a quelli tradizionali in termini assoluti con un risparmio del 30% e punte che superano il 40% per i giovani, le famiglie e i pensionati con operatività bancaria maggiore.
Le principali riduzioni di prezzo dei conti online rispetto a quelli allo sportello si sono registrati soprattutto per i conti correnti offerti nel 2009 e nel 2011, anni in cui i conti con operatività via Internet hanno registrato significative riduzioni dell’ISC (indicatore sintetico di costo).
Secondo Bankitalia la spesa per i conti correnti si sta abbassando
Nel 2013 la spesa media di gestione dei conti correnti, che include le spese fisse e variabili, si è attestata intorno agli 82 euro annui, sette euro in meno rispetto all’anno precedente e 8,4 in meno rispetto al 2011.
Il 68% dell’importo complessivo riguarda le spese fisse, tutto il resto è composto da quelle variabili. La diminuzione dei costi è causata dalla flessione sia delle prime (-3,8 euro) che delle seconde (-3,2 euro). A dirlo è la Banca d’Italia, nell’ultima indagine annuale sul costo dei conti correnti, pubblicata a dicembre 2014.
Il calo di entrambe le voci di spesa è stato determinato dal fatto che i correntisti abbiano usufruito di meno operazioni (da 132,4 a 131 operazioni per anno), ma anche dalle commissioni più economiche applicate dalle banche. Di fatto, a parità di operazioni il calo della spesa sarebbe stato di 5,6 euro.
L’ammontare delle spese fisse invece spiega gran parte della variabilità dei costi osservata tra i correntisti. I costi complessivi sono infatti positivamente correlati all’anzianità dei conti, oltre che al numero di operazioni. Non è una novità il fatto che le nuove condizioni offerte dalle banche negli ultimi anni siano molto più convenienti delle vecchie, merito anche dei progressi fatti dal punto di vista concorrenziale.