Il 17 giugno il Selection Day del Lean Startup Program, protagonisti i team della terza edizione. In sala anche il co-founder, vice presidente di NeoMobile e advisor
E’ l’appuntamento prima della finale, quello che porterà i progetti innovativi del Peekaboo Lean Startup Program davanti alle aziende, dopo mesi di lavoro su piattaforme, test di mercato e business model. Inizia con il Selection Day, il 17 giugno, il conto alla rovescia per il Pitch Day del 27 giugno. Sabato, al Caffè Letterario, in via Ostiense 95, a Roma, dalle 11 alle 14, protagonisti i team della terza edizione del Peekaboo Lean Startup Program. In sala anche Claudio Rossi, co-founder e vice presidente di NeoMobile, advisor. Per Neomobile è responsabile di ricerca e investimenti in startup. Con lui abbiamo parlato di open innovation, di Peekaboo, di Neomobile, e, naturalmente, del Lean Startup Program (sarà anche tra gli advisor del Pitch Day). Ecco cosa ci ha detto.
Rossi, spieghiamo bene cos’è il Peekaboo Lean Startup Program.
«E’ un vero e proprio programma di pre-accelerazione che consente di validare un’idea di business innovativa in meno di tre mesi. Il corso si svolge una volta a settimana e si rivolge a chi ha un’idea ma non sa come muovere i primi passi, a chi vuole saperne di più sul mondo delle startup, a chi vuole conoscere altri startupper e fare network con i principali attori dell’ecosistema. Il programma consente anche di raccogliere fondi per finanziare l’azienda visto che alla fine del percorso si presenta la propria idea attraverso un pitch a imprese, fondi d’investimento e business angel come il sottoscritto».
E’ il primo anno che partecipa come advisor?
«No, ho partecipato anche in tutto il precedente anno, quando ho conosciuto il team Peekaboo e mi sono appassionato al loro progetto. Io sono un advisor particolare visto che ho anche deciso di diventare socio dei founder di Peekaboo, finanziando il loro progetto e aiutandoli nella crescita più come mentor che come advisor».
Lei valuterà i pitch delle startup della competition, che cosa la convince di più di un progetto e cosa proprio no?
«La prima cosa che guardo in un progetto è proprio il team, l’affiatamento, le competenze e la complementarietà che i fondatori hanno tra di loro. La seconda cosa su cui mi focalizzo è “il problema”, cerco cioè di capire che tipo di problema affronta il progetto che il team ha proposto e valuto con molta attenzione soprattutto la profondità di analisi del problema anziché la soluzione o progetto proposto. Nella mia esperienza, se il team è valido e l’analisi del problema è ben fatta, vale la pena di investire, quindi sono questi gli elementi che valuterò per primi nel Pitch Day del Lean Startup Program. Il progetto o soluzione proposta dal team si evolverà parecchio nel tempo e quella iniziale è molto distante da quella che sarà la soluzione con cui la startup andrà sul mercato, tuttavia se il team ha buone competenze e capacità di accogliere feedback e conosce bene il problema, ha le principali caratteristiche che servono per avere successo».
Parliamo di Neomobile, che azienda è e che rapporti ha con le startup?
«Neomobile è un’azienda che ha sempre avuto un approccio da startup, anche dopo i primi anni di vita, ed è per questo che collabora bene con le aziende neonate. I ragazzi che hanno lavorato con me sanno bene che io credo che l’azienda per avere successo debba essere una “learning organization” cioè un sistema che consente di creare un vantaggio competitivo attraverso l’apprendimento continuo e la rapida trasformazione di quello che si è imparato in azioni concrete. Questo tipo di approccio è quello che si usa anche nella maggior parte delle startup, quello che Eric Ries definisce “build-measure- learn” e che a mio avviso è forse l’unico che consente ad un’azienda di crescere ed espandersi in manierasana ed efficiente».
Cercate progetti innovativi?
«Sì, siamo sempre alla ricerca di collaborazioni e progetti innovativi che si possano sposare con le nostre strategie di business. Io in particolare, nella ricerca di progetti innovativi ho un doppio ruolo: da un lato lo faccio come business angel, investendo personalmente in startup (nell’ultimo anno ne ho già finanziate e aiutate a crescere dieci, facendogli anche da mentor e advisor) dall’altro lato, nel ruolo di Vice President Startup Engagement di Neomobile, presento al consiglio di amministrazione dell’azienda che ho fondato, le startup che ritengo più promettenti e ovviamente in linea con la strategia di business di Neomobile. In pratica, io investo personalmente in diversi settori tra cui, fintech, foodtech, IoT e solo quando uno degli investimenti che faccio come business angel può sposarsi anche con la strategia di Neomobile, propongo al CDA una collaborazione o un investimento nella startup».
Che cosa ne pensa dell’open innovation che si fa in Italia?
«Penso che siamo solo agli inizi e che c’è tanto lavoro ancora da fare ma ritengo sia una grossa opportunità per le aziende italiane che faticano a innovare. Dal punto di vista dell’open innovation, io sto riversando tutte le mie energie su Peekaboo che come sapete è molto attiva in questo campo. In qualità di socio e mentor dei founder di Peekaboo li ho aiutati nello sviluppo di vari progetti di open innovation, tra cui quello realizzato con Enel, che ha avuto grande successo. Tuttavia, il mio sogno è una open innovation estesa anche alle scuole e non solo alle aziende. Io credo che per creare una cultura dell’innovazione che penetri nelle aziende sia necessario partire dalla scuola, insegnando quello che tipicamente si impara in un corso come il Lean Startup Program. In Peekaboo stiamo lavorando anche a questo, quindi aspettatevi sorprese a breve».