I venture americani raccolgono più soldi, ma investono meno in nuovi progetti. Ecco perché secondo un’analisi della Reuters
I venture in Usa raccolgono più soldi, ma investono di meno in nuove startup. Ne trattengono una parte, mentre l’altra la spendono per finanziare progetti che hanno già in casa. Reuters spiega perché gli investitori sono diventati tutto a un tratto più parsimoniosi.
I venture? «Scoiattoli con la bocca piena di noci»
È una definizione di Ben Narasin, partner di Canvas Ventures, una società di investimenti americana. Secondo Narasin i venture “conservano soldi” invece di investirli su nuovi progetti, per sostenere i business che hanno già nel portafoglio ed evitare che finiscano sul lastrico. Una scelta figlia dei recenti fallimenti di alcuni unicorni che hanno spaventato loro e soprattutto Wall Street, non è un caso che nessuna startup sia andata in Borsa quest’anno: «Scottato dai recenti fallimenti la Borsa americana ha perso appetito per quelle startup che scelgono di quotarsi, anche quando perdono soldi» scrive Reuters.
Contrordine: sosteniamo le aziende a lungo termine
«Dobbiamo sostenere le nostre aziende più a lungo» spiega Rory O’Driscoll, partner di Scale Venture Partners, il fondo che ha raccolto 335 milioni a gennaio e guida la classifica dei più parsimoniosi (ha aumentato le sue riserve di più del 10%). Non è l’unico. Anche Accel, ha ridotto i suoi investimenti in progetti esterni, nonostante la raccolta di 2 miliardi di dollari. Destinando, al contempo, più soldi alle startup che ha già in casa. Il trend è generale: gli investimenti dei venture americani negli ultimi tre mesi (12,1 miliardi di dollari) sono diminuiti del 30% rispetto al picco (17,3) degli ultimi tre mesi del 2015.
Cosa può succedere?
Da una parte ci sono 13 miliardi di dollari raccolti dai venture capitalist negli ultimi tre mesi, la più grande dal boom della dot-com e dall’altro la maggiore parsimonia dei venture. Quali sono le possibili conseguenze? Una è quella più evidente: se i venture stringono i cordoni molte startup falliranno o dovranno ridimensionarsi, tagliando con ogni eventualità il personale. Un’altra, invece, disegna un altro scenario: i big del tech si rafforzeranno ancora di più, avranno meno rivali e la possibilità di attrarre più talenti, con una prospettiva più solida di quella offerta da una startup.
Meno ritorni sugli investimenti
A ridimensionare anche gli investitori più spendaccioni, c’è anche un dato. Un meno, – 0.4, nei ritorni per i venture americani registrato negli ultimi tre mesi del 2015, secondo uno studio di Cambridge Associates. D’altronde, come fa notare Reuters, già un anno fa, First Round Capital, aveva avvisato i suoi partner in una lettera che gli investimenti avrebbero avuto ritorno minori negli anni successivi. Ed è stato profetico.