La Fed riduce il costo del denaro all’1-1,25%. È la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008 che viene operato un taglio dei tassi al di fuori delle riunioni programmate
Tanto tuonò che piovve. Dopo anni di attacchi da parte dell’attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, alla FED affinché tagliasse i tassi d’interesse, la Banca centrale statunitense è intervenuta poche ore fa riducendo il costo del denaro di 50 pt all’1-1,25%. Si tratta del primo intervento al di fuori delle sedute programmate operato dalla grande crisi del 2008. Tanto tuonò che piovve, si diceva, però la pioggia della FED non ha dissetato gli investitori statunitensi, e il Down Jones è tornato in territorio negativo. Migliore la situazione nel Vecchio Continente, anche per Piazza Affari.
Cos’è accaduto a Piazza Affari
Festeggia Piazza Affari che, nonostante non porti a casa guadagni miracolosi (anzi, ben poca cosa rispetto alle perdite dei giorni scorsi), chiude finalmente la prima seduta col segno “+” da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus in Italia. Milano, dopo aver toccato il picco del +2,6% sull’onda dell’entusiasmo dopo l’annuncio della FED, ha poi rallentato di colpo riuscendo comunque a chiudere sul pelo della parità, con l’FTSE Mib a + 0,05%, l’FTSE All Share a + 0,14% e l’FTSE Star che riporta i guadagni maggiori, sull’1,69%. Lo spread torna a calare e si è riportato attorno alle 18 a quota 161 punti. Su di giri, a Piazza Affari, Borse Italiane (+ 3,87%) e Amplifon (+ 3,64).
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Ma non solo su Piazza Affari è tornato il sereno. Francoforte ha chiuso portando a casa un punto percentuale, mentre Londra intasca comunque un + 0,79%. Parigi, con il suo 1,12%, si conferma la migliore del Vecchio Continente. Ma, si diceva, il taglio da parte della FED oltre ad aver causato il brusco saliscendi a Piazza Affari, non ha stimolato adeguatamente New York. Mentre scriviamo queste righe il Down Jones prosegue infatti la sua caduta a – 0,93 punti, in recupero comunque rispetto ai due punti persi subito dopo l’annuncio.
La fumata nera del G7 telefonico e le mosse della BCE
L’insofferenza potrebbe essere legata alla fumata nera del G7 telefonico in tema di aiuti post emergenza Coronavirus. Dal documento finale si evince infatti che non ci siano interventi concreti e sostanziosi previsti per l’immediato. Quanto alla Banca centrale europea, invece, «L’epidemia di coronavirus è una situazione in rapido sviluppo che genera rischi per le prospettive dell’economia e per il funzionamento dei mercati finanziari – ha detto il suo numero 1, Christine Lagarde – La Bce monitora da vicino gli sviluppi e le loro implicazioni per l’economia, l’inflazione a medio termine e la trasmissione della nostra politica monetaria. Siamo pronti ad adottare misure appropriate e mirate, come necessario e in maniera commisurata ai rischi di fondo».