Una startup pugliese specializzata nella raccolta di annunci online ha conquistato Microsoft, ottenendo un finanziamento da 360 mila euro in servizi. Ecco come ci è riuscita
Pubblicare annunci gratuitamente e guadagnare condividendoli sui social: un meccanismo semplice, quello di ClouWè, che si accompagna anche a uno scopo più alto, quello sociale. La startup pugliese creata da Ottavio Perrini e il tecnico informatico Paolo Zappatore, vede nel meccanismo moltiplicatore della condivisione via social retribuita fatta da quegli utenti che vorranno lavorare con ClouWè, un modo per alleggerire il peso della crisi, più forte al sud Italia. “Quello che vediamo in giro non è positivo ed è la motivazione che ci spinge a cercare soluzioni di business che offrano dei vantaggi anche agli altri”, spiega Perrini. L’idea del portale di annunci con il motore di condivisione social è piaciuta anche a Microsoft che ha finanziato il progetto con un apporto tecnologico del valore di 360 mila euro.
L’importanza del capitale umano
L’apporto di Microsoft all’avvenura diClouWè è arrivato attraverso il progetto BizPark sotto forma di server e strumentazione: un contributo non da poco. Tuttavia alla base della startup di Massafra (Ta) non ci sono molti capitali, a parte quello umano. “Personalmente ho investito 10 mila euro, ma il patrimonio di maggior valore impegnato inClouWè è il tempo che io e Paolo abbiamo impiegato per fare ricerche di mercato (attività andata avanti dal 2013 al 2015, ndr.), scrivere i codici e promuovere l’azienda”, spega Perrini. Insieme a loro, nella squadra diClouWè ci sono Gabriella Enea che si occupa dell’aspetto amministrativo, Carla Cascone (data enter) e Anna Scarano che è stata talmente conquistata dal progetto di Perrini e Zappatore da mettere a disposizione dell’azienda le sue competenze comunicative. Capitale umano anche questo, così come quello delle persone che – alla ricerca di un guadagno extra – possono decidere di diventare dei clouwer e riconvertire il tempo speso sui social (“passato per lo più a scrivere cretinate”, scherza Perrini) in denaro.
Il “We” che fa la differenza: come si guadagna su ClouWè
Chi vuole lavorare per ClouWè deve registrarsi sul sito, rispondere a delle domande, leggere le regole di partecipazione al progetto e, una volta registrato, accederà a un pannello di controllo personale da cui potrà monitorare il flusso economico della sua attività. Lavorare con ClouWè significa condividere sui propri profili social gli annunci pubblicati gratuitamente sulla piattaforma. “Volevamo dare l’opportunità a fasce di popolazione come i ragazzi e le casalinghe di guadagnare qualcosina”: grazie agli indici cpa (cost per action), cpc (cost per click) e cpm (cost per mille), ogni 1000 click, all’utente che lavora con ClouWè viene riconosciuto un guadagno. Arrivati a 100 euro, il denaro viene accreditato sul conto corrente.
Il modello di business di ClouWè
Su ClouWè si può vendere di tutto, dalla t-shirt alle scarpe, ma la prospettiva di Perrini sembra guardare con insistenza al mercato immobiliare: deformazione professionale, probabilmente. Gli annunci pubblicitari vengono caricati gratuitamente da chi vuole vendere qualcosa ma, al contrario di ciò che succede su portali competitor come Ebay o Bakeca.it, i testi non vengono subito scalzati da nuovi inserimenti. “Gli annunci sono gratuiti e possono essere gestiti in maniera autonoma. Inoltre rimangono sul sito per sempre. Su altri portali dopo due settimane scompaiono o scendono in visibilità. Per ritornare in cima alla pagina, bisogna pagare. Il nostro algoritmo valuta una rotazione degli annunci nelle prime due settimane. Per ora noi vogliamo concentrarci sull’aspetto gratuito”. Il modello di business della piattaforma però è collegato solo in parte al portale: “Su un portale parallelo – Clouwe.eu – vendiamo spazi pubblicitari, banner, offrendo al settore del merchandising un servizio che integra l’ormai tradizionale mercato della pubblicità online al potere della condivisione social”.
Un futuro sempre più sociale
Al momento ClouWè è disponibile anche in app su Android, mentre i primi progetti per il futuro prevedono il lancio in luglio della versione Microsoft e iOs della stessa applicazione. Tuttavia ben altro bolle in pentola. “Vogliamo creare un app – che abbiamo già presentato alla fiera Handimatica – che renda accessibile la nostra piattaforma ai portatori di handicap. Non posso dire di più”. Perrini, che non ha paura di citare Steve Jobs, spiega che in tutto il percorso fatto dal suo ufficio di Massafra fino agli uffici Microsoft ha tenuto un occhio sul mercato e l’altro sulla crisi sociale, che lo spaventa. “Stay hungry, stay alive è una grande verità: solo così si possono fare cose straordinarie”, anche con un semplice click.