Nel 2009, anni prima di diventare un’app da 1 miliardo di utenti e essere comprata da Facebook per 19 miliardi di dollari, WhatsApp è solo un progetto promettente tra tanti dubbi. All’epoca Jan Koum, cofondatore insieme a Brian Acton, si serve di alcuni forum per cercare feedback e confrontarsi con gli utenti. E ha un’idea di app lontana da quello che poi sarebbe diventata Whatsapp. Le note, diventate oggi propri e veri documenti storici, circolano sul web. Le abbiamo raccolte e tradotte per voi.
4 maggio 2009, «L’app si chiama WhatsApp (ingegnoso, eh?)»
«Ciao, ecco la mia app per iPhone, quella su cui ho trascorso gli ultimi mesi, è disponibile sull’app store. È gratuita… l’idea è di un’app che indica attraverso uno status la vostra disponibilità a ricevere telefonate, così per esempio, se sapete che state andando in vacanza, potete mettere come status “sto andando in vacanza, non sarò disponibile a telefono, inviate email” ecc.. Curioso di ricevere ogni vostro tipo di feedback sull’applicazione. Ho lavorato molto per essere sicuro che funziona con i numeri interni della rubrica e sui vari formati. L’app si chiama WhatsApp (ingegnoso, eh?). Il nostro sito è https://www.whatsapp.com/ e potete scaricare l’app direttamente da itunes seguendo questo link https://itunes.apple.com/it/app/whatsapp-messenger/id310633997?mt=8
Non vedo l’ora di leggere i vostri pareri».
7 maggio 2009, «Attenzione al bug»
«Faccio una visita veloce per annunciarvi la mia app, cool come Uber, alla quale ho lavorato negli ultimi mesi, guardala qui: iTunes Store
in pratica la prossima volta che guidate e non potete rispondere a telefono, potete mettere uno status “Sto guidando la mia F430, chiamate più tardi”, oppure “Sto correndo sul circuito di Laguna Seca”, così che i vostri contatti sapranno che è inutile provare a chiamarvi.
Il nostro sito è Whatsapp
PS – Evitate di usare lo schermo di benevenuto, c’è un bug che manda l’app in crash, abbiamo aggiustato tutto nell’ultima versione e siamo in attesa dell’approvazione di Apple».
9 maggio 2009, «Odio l’autopromozione, ma… »
«Odio chi si autopromuove senza vergogna, ma non posso fare a meno di scrivere qui questo post, visto che ho fatto quest’app proprio avendo in mente gente come voi (quelli che viaggiano tanto).
da quando ho lasciato il lavoro un po’ più di un anno fa, ho viaggiato molto e odiavo quando le persone cercavano di chiamarmi, mentre ero sull’aereo o fuori dal Paese, così mi sono chiesto, non sarebbe bello se potessi mettere uno status sul mio iPhone, simile a quelli che si usano su Yahoo messenger o Skype.
problema trovato – problma risolto, così ho speso un paio di mesi a sviluppare un tool che cho chiamato WhatsApp e che ti consente di scrivere status come “Sono sul volo per Monaco, inviatemi email e non chiamatemi” oppure “Sarò in Giappone per due settimane, il mio cellulare è +91829282718.
Il nostro sito con screenshot e faq è https://www.whatsapp.com/ e puoi scaricarla direttamente qui https://itunes.apple.com/it/app/whatsapp-messenger/id310633997?mt=8
Mi piacerebbe avere vostri feedback e suggerimenti sull’idea. Sia buoni che cattivi.
(l’app funziona solo se anche i tuoi contatti la usano).
P.S. So che molti di voi sono utenti BlackBerry e stiamo già lavorando a un versione (sarebbe bello se le giornate fossero fatte di più ore”)».
Inventare una delle app del secolo, “per sbaglio”
Come si evince dalle parole di Koum nel 2009 l’idea iniziale di WhatsApp è un’altra, in sostanza modificare la rubrica del telefono e inserire status, del tipo “sono a lavoro” o “in palestra”. Ma le cose cambiano rapidamente proprio in relazione al comportamento degli utenti e ad alcune novità in casa Apple. Cupertino inserisce le notifiche “push” così che quando una persona cambia uno status, tutta la rubrica lo avrebbe saputo. E in virtù del comportamento degli utenti che iniziano ad usare l’app per chiedersi cose, farsi domande, darsi appuntamenti: «Jan stava controllando i cambiamenti degli status su un Mac Mini nella sua casa a Santa Clara. Quando a un certo punto gli venne l’illuminazione: aveva creato involontariamente un servizio di instant messaging» racconta Alex Fishman, l’amico di Koum e Acton che ha assistito ai primi “vagiti” dell’app…
Leggi la storia di Whatsapp
Storia di uno squattrinato che, a 30 anni, ha inventato Whatsapp
Il papà di Whatsapp, Jan Koum, oggi è tra gli under 40 più ricchi del mondo. Ma ha una storia davvero incredibile, iniziata scappando dal comunismo e pulendo pavimenti in Silicon Valley. Aveva anche chiesto lavoro a Facebook, ma era stato rifiutato… Continua a leggere»