L’idea dei fratelli Fray per aiutare i giornali a bloccare i troll che distorcono il dibattito. Opinary sta crescendo tantissimo, dalla Germania agli Usa. E i media italiani ne avrebbero un gran bisogno
«Mai leggere i commenti sotto un articolo», si dice spesso nelle redazioni delle testate online. Ma se le discussioni sane vengono travolte da abusi, molestie, minacce e troll, d’altra parte le newsroom non possono operare senza conoscere l’opinione dei propri lettori. La soluzione tecnica al dilemma potrebbe averla trovata una startup tedesca, Opinary, che ha sviluppato un sistema embeddabile per raccogliere e sintetizzare il punto di vista dell’audience di un articolo o di un sito senza lasciare spazio agli abusi.
Il primo nome di Opinary era PressKompass, come «bussola della stampa», e il tool originario sviluppato dalla startup somiglia proprio a una bussola, dentro la quale ci sono tutti gli orientamenti rispetto a un tema (chi vincerà le elezioni, chi vincerà gli Europei, come sta andando la Borsa). Il lettore può posizionare il suo giudizio all’interno della bussola e può scoprire dove è situata la sua opinione rispetto a quella di tutti gli altri. Un altro strumento sviluppato da Opinary si chiama Speedometer e permette di dare un giudizio di valore (come si sta comportando Angela Merkel, come ha giocato Mesut Ozil, vi è piaciuto Capitan America?) su un solo asse e poi di conoscere il parere degli altri lettori. Il tutto senza nutrire i troll.
La crescita sul mercato tedesco, da Spiegel a Die Welt
Opinary è stato sviluppato dai suoi creatori, Cornelius e Pia Frey (fratello e sorella) grazie al supporto della newsroom di Ozy, uno dei siti d’informazione americani più innovativi, che ha messo a disposizione della startup i suoi strumenti e il suo know-how. Poi è cresciuta sul mercato tedesco. Almeno dieci testate online ha iniziato a offrire questi tool ai propri lettori, tra queste Spiegel Online e Die Welt. In questo momento l’obiettivo è l’espansione nel mercato editoriale degli Stati Uniti.
Ora l’attenzione del mercato americano
Questa storia comincia alla fine del 2012: Cornelius, che aveva vissuto all’estero lavorando in Nigeria per McKinsey & Co., aveva scoperto quanto fosse frustrante provare a farsi un’idea dell’opinione collettiva in Germania sui temi di attualità. Trovava, come la maggior parte delle persone, le sezioni dei commenti online illeggibili e inutili. Sua sorella Pia è giornalista, lavorava come product manager in un sito di informazione e poteva constatare in prima persona ogni giorno quanto fosse difficile cambiare quelle sezioni che suo fratello trovava così inutili. Dalle loro discussioni, e dal ritorno a Berlino di Cornelius, è nata Opinary. Lui è il CEO, lei si occupa di interagire con gli editori.
Opinary ha ricevuto un investimento da 1 milione di euro a marzo, dopo essere stata inizialmente autofinanziata dai suoi fondatori con 50mila euro. Al momento, oltre a Cornelius e Pia, lo staff è di 11 persone, una squadra composta in buona parte da figure editoriali. La grande sfida, al momento è la creazione di profitto per le testate che decidono di adottarla. Agli utenti dell’interfaccia, dopo la partecipazione al dibattito, viene di solito presentata un’inserzione pubblicitaria a tema. Un’altra strada è usare i dati anonimi sugli utenti, incrociarli con le loro risposte ai tool per creare ricerche di mercato e sondaggi.