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Intervista a Federico Testa, presidente di ENEA, a margine della quarta e ultima tappa del progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”
“La nostra neonata Fondazione ENEA Tech nasce con l’idea di essere a disposizione dove realmente serve, in una logica di servizio. Il nostro obiettivo, da portare avanti in collaborazione e attraverso un dialogo aperto con tutti gli attori coinvolti, è quello di mettere a sistema competenze scientifiche e tecniche, per ottimizzare l’attuale modello di trasferimento tecnologico (TT), che ha visto in passato il moltiplicarsi di uffici di TT all’interno delle università italiane, anche dove non c’era massa critica, senza alcun coordinamento e capacità di dialogo”.
A sottolinearlo, è stato Federico Testa, presidente di ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – durante il tavolo di lavoro “Investire nel futuro: il sostegno a start-up e PMI”, che si è tenuto lo scorso 12 ottobre e ha costituito la quarta tappa del progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, promosso da Assobiotec Federchimica in partnership con StartupItalia. Ricordiamo che pochi mesi fa il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha istituito Enea Tech, fondazione di diritto privato, che fa parte di Enea, con un patrimonio iniziale di 12 milioni di euro per il 2020. La Fondazione dovrebbe realizzare le iniziative promosse dal Fondo per il trasferimento tecnologico da 500 milioni di euro.
Appuntamento al 9 novembre
“Biotech, il futuro migliore” è un progetto che, tra giugno e ottobre, ha previsto quattro appuntamenti preparatori a un grande evento finale, il 9 novembre 2020, che potrete vedere – dalle 14.30 alle 18.30 – sia sul sito di Assobiotec che sui suoi canali social (Facebook e LinkedIn) e quelli di StartupItalia (Facebook, LinkedIn e Youtube). L’evento costituirà l’occasione per presentare un Piano e un Documento di Posizione – condivisi con le Istituzioni – con proposte operative per la crescita e lo sviluppo del settore, da mettere a disposizione del Governo italiano, per valorizzare la filiera del biotech e, dunque, disegnare il futuro di un’Italia più in salute e più sostenibile.
Testa è stato uno dei relatori del quarto e ultimo tavolo di lavoro, a cui hanno partecipato oltre 30 esperti – tra associati di Assobiotec, stakeholder e Istituzioni – che hanno avviato una riflessione condivisa su come attrarre più investimenti, sia pubblici che privati, e su come migliorare i processi di technology transfer in ambito biotech e non solo. Abbiamo intervistato il presidente di Enea, per approfondire alcune delle tematiche emerse nel corso del suo intervento.
Intervista a Federico Testa
StartupItalia: Presidente, l’abbiamo lasciata che i decreti di nomina degli organismi della Fondazione erano appena arrivati sul suo tavolo (sabato 10 ottobre, ndr). A che punto siamo adesso?
FT: Stiamo per portare a termine l’iter previsto, andando dal notaio a registrare la Fondazione. Una volta compiuto anche questo passaggio, diventeremo operativi a pieno titolo. Ma, nel frattempo, abbiamo già avviato una serie di incontri con tutti coloro che vedono e fanno innovazione nel nostro Paese, per dare il messaggio che ‘noi ci siamo’ e vogliamo dare il nostro contributo, in maniera concreta, il prima possibile. In cantiere, ci sono già dei progetti di investimento, ma ne parleremo al momento opportuno.
SI: Come è possibile indirizzare parte delle risorse pubbliche del primo fondo italiano interamente dedicato al TT a beneficio delle startup innovative?
FT: Ci guida una logica di servizio, offrendo la nostra disponibilità a intervenire alla base del sistema innovazione, in ambito pre-commerciale e pre-competitivo, in quella che gli addetti al settore definiscono la ‘valle della morte’, dove spesso vanno a morire anche buoni progetti di innovazione made in Italy, perché non c’è nessuno che li sostiene. Ma non vogliamo impadronirci delle idee altrui e, tantomeno, rubare spazi: il nostro obiettivo è quello di avviare delle partnership, senza alcuna pretesa gestionale, per cofinanziare progetti dal grande potenziale, intervenendo laddove ce ne è bisogno nel più breve tempo possibile.
SI: Già, il tempo. Nel corso del tavolo di lavoro a porte chiuse e nella successiva StartupItalia Live, ha ribadito che è un fattore cruciale nel Technology Transfer. Perché?
FT: Perché le buone idee devono essere colte al volo, altrimenti i nostri startupper e ricercatori – il cui valore scientifico ci viene riconosciuto in tutto il mondo – vanno a trovare sostegno e fondi all’estero. E non è detto che un progetto valido ‘abbia le gambe’ per durare nel tempo, perché magari si tratta di una buona idea oggi, ma non è sicuro che lo sia anche domani: mai come oggi, infatti, è fondamentale arrivare primi e al meglio, per cui non dobbiamo farci scappare un bel progetto, se valutiamo che possa avere il potenziale per produrre ricchezza o essere un volano per lo sviluppo dell’economia. Dobbiamo creare le condizioni per farlo partire al più presto e, per tagliare i tempi, bisogna dotarsi di strumenti agili: noi riteniamo che la fondazione ENEA Tech possa rientrare tra questi, almeno nelle prime fasi. Dopodiché, a intervenire saranno altre realtà, come il Fondo Nazionale Innovazione o i fondi venture capital. L’obiettivo è quello di ampliare la platea di soggetti che possano arrivare a quei mercati di capitali.
SI: ENEA ha sempre collaborato con le grandi imprese. Tuttavia, a costituire la spina dorsale del nostro tessuto produttivo sono le PMI. Basti pensare – come emerge dall’ultimo rapporto su “Le imprese di biotecnologia in Italia”, che avete realizzato insieme ad Assobiotec – che ben l’80% dell’industria italiana delle biotecnologie è costituito da imprese di piccola e micro-dimensione. Come pensate di riuscire a dialogare e, quindi, a collaborare con questa tipologia di aziende, che perlopiù mancano di competenze manageriali dedicate all’innovazione?
FT: Da una parte, è necessaria una certa predisposizione mentale per parlare con le PMI, perché caratterizzate da esigenze diverse rispetto alle grandi aziende. Dall’altra, bisogna agire sui territori.
SI: Come?
FT: Grazie alla nostra presenza estremamente ramificata in Italia, con 14 centri di ricerca e laboratori, dislocati in diverse parti del Paese, e uffici nelle regioni dove non ci sono strutture di ricerca. Con una presenza così capillare su tutto il territorio nazionale, possiamo garantire un supporto anche alle PMI, oltre alla possibilità di venire a farsi conoscere, presentando le proprie idee.
SI: La strategia di Enea Tech prevede una sinergia con gli strumenti che avete già messo in campo per favorire il technology transfer?
FT: In questi ultimi anni, l’ENEA ha progressivamente accresciuto gli strumenti per supportare il mondo produttivo nella sfida della competitività e dell’innovazione, attraverso il trasferimento della conoscenza e l’offerta di tecnologie avanzate, servizi, progetti, prodotti, infrastrutture e professionalità dedicate. A supporto di questa strategia, ENEA ha introdotto di recente un ‘pacchetto’ di strumenti specificamente ideati per le imprese: il Knowledge Exchange Program (KEP); il Fondo ‘Proof of Concept’, con una dotazione di 2,5 milioni di euro per supportare lo sviluppo di tecnologie innovative ENEA in partnership con imprese che condividano il rischio dell’investimento; e una serie di accordi con il mondo del venture capital. Enea Tech, dunque, è solo una delle novità nel settore dell’incentivazione e del supporto alle imprese. Senza alcun dubbio, l’integrazione virtuosa dei diversi strumenti continuerà ad essere il cardine del nostro impegno in questo ambito.
SI: Presidente, alla fine, qual è la scommessa di Enea Tech?
FT: Con Enea Tech, vogliamo compiere un’operazione di sistema. La vera scommessa di questo strumento risiede nella capacità di riuscire a mettere insieme i diversi attori che operano nell’ambito dell’innovazione, adottando una logica collaborativa, altrimenti non si va da nessuna parte. Per questo motivo, diventerà fondamentale la possibilità di avviare un dialogo con tutti gli attori coinvolti, dagli enti di ricerca agli uffici di trasferimento tecnologico. Al riguardo, vorrei condividere la bella immagine evocata dalle parole di Salvo Mizzi, il direttore della Fondazione Enea Tech.
SI: Prego.
FT: Dobbiamo riuscire a ‘cucire insieme’ quello che c’è già di buono nel Paese, per farlo funzionare nel miglior modo possibile, ma senza la pretesa di essere lo stilista.