Compri e vendi azioni di aziende quotate a Wall Street via app senza alcuna commissione. Si chiama Robinhood, il broker finanziario a portata di smartphone che conquista un pubblico giovane (26 anni l’età media degli utenti). Lanciata nel 2014 ha già numeri che impressionano: 1 miliardo di dollari di transizioni, 66 milioni raccolti. Tra gli investitori Google Ventures, Andreessen Horowitz. Ma anche personaggi celebri del mondo dello spettacolo, Jared Leto, Snoop Dogg e i Linkin Park. Attiva oggi negli Stati Uniti, ha già i numeri per scalare nel resto del mondo. Prossimo tappa: l’Australia.
Da Stanford alla Silicon Valley
È proprio nell’università americana che si conoscono i due fondatori Vlad Tenev, 28 anni, e Baiju Bhatt, 30 anni, entrambi studenti di matematica. Sullo sfondo la crisi finanziaria, seguita dal movimento di Occupy Wall Street. Vald tenta la carta del dottorato, mentre Baiju inizia a lavorare nel mercato finanziario. Si rincontrano per un’idea: «Eravamo in una fase di grossi sconvolgimenti nel mondo finanziario. Nei momenti di crisi bisogna investire, allora abbiamo deciso di affittare un appartamento a San Francisco e costruire software dedicati al mondo del trading» racconta Vlad su Huffington Post. Allora mettono insieme un team di matematici e ingegneri per partire, oggi ne sono 40: «Costruivamo infrastrutture per connettere i mercato di tutto il mondo, digitalizzare il trading (come piattaforme per scambiare milioni di azioni in millisecondi). A costi molto accessibili».
Robinhood “ruba” i privilegi ai potenti
Il business va bene e i clienti crescono. Poi i due si imbattono in un problema :«Abbiamo notato che i big del trading non pagavano nessuna commissione per comprare o vendere azioni. Mentre gli investitori privati sborsavano dai 7 ai 10 dollari in su per ogni operazione (come succede, affidandosi a grossi broker come E*Trade e Scottrade, ndr) . Si trattava di una barriera da abbattere». È allora che pensano a Robinhood, un sistema che democratizza la transazione di azioni, eliminando del tutto le commissioni. Fin dal primo momento puntano su un target giovane. Realizzano un’app curando ogni singolo aspetto del design (non è un caso se hanno vinto l’App Design Award, la prima volta per un applicazione in ambito finanziario): «Eravamo la prima app di brokeraggio. Prima di noi, le persone avevano usato servizi simili sui loro computer. La parte più dura è stata di semplificare l’esperienza degli utenti, in modo che fosse per loro possibile spostare i loro soldi usando il mobile».
Come funziona
Scarichi l’app e la leghi al tuo conto in banca (servono almeno mille dollari e essere maggiorenni). Una volta fatta questa operazione può decidere di programmare il tuo denaro, scegliendo che cifre depositare all’interno del tuo account. Una grafica ti indica quanti soldi hai a disposizione, quanti ne hai eventualmente guadagnati. L’app ti mostra i titoli che puoi comprare con un semplice click. Puoi anche fare ricerche se intendi investire in un settore specifico. Per ogni titolo, Robinhood ti fornisce articoli e news tratti dal web per capire come si sta comportando quel mercato. Con la stessa facilità puoi vendere il titolo (Dopo “Buy”, il secondo tasto che ti appare in fondo è “Sell”).
Ma se è gratis, come guadagnano?
Se le commissioni sono gratuite, come fa Robinhood a fare soldi? Un po’ come le banche: 1. Guadagna sugli interessi che maturano sulla liquidità dei conti correnti non investita in azioni o EFT (particolare tipologia di fondo d’investimento). 2. Con servizi di marginazione, presto introdotti. In parole semplici, un prestito concesso dal broker per fare operazioni e gli interessi che ne conseguono.
La lezione di Robinhood
Da Robinhood anche un consiglio per chi fa startup: «Concentratevi su un singolo aspetto. Non fate 3 cose alla volta. I prodotti di maggiore successo sono quelli che sanno risolverle un problema con una soluzione ottima. E non tanti in modo mediocre».
Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1