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Jeff Bezos non si ferma più e nella sua marcia trionfale sul web travolge anche Google. Secondo una ricerca della società di marketing BloomReach, il 55% degli americani ormai si rivolge direttamente al motore di ricerca di Amazon per fare acquisti. Google (che ha anche una propria sezione Shopping) è la seconda scelta. Il colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin vede minacciato il suo core business, il motore di ricerca e l’advertising.

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Il 55% non usa più Google Shopping

La ricerca, riportata da Business Insider, è stata realizzata intervistando 2 mila americani sulle loro abitudini di shopping online. I dati svelano che il 55% del campione preferisce navigare direttamente su Amazon quando pensa di comprare un prodotto. Un dato significativo soprattutto se confrontato allo scorso anno, gli utenti che privilegiano Amazon a Google sono cresciuti del 44%. Al secondo posto Google e gli altri motori di ricerca a cui si rivolgono il 27% degli intervistati, un calo del 34% rispetto al 2015. Il restante 19% si rivolge agli altri retailer online, come Wal-Mart, che per aumentare la sua fetta di mercato ha acquistato di recente una startup nell’eCommerce Jet.com, pagandola 3,3 miliardi.

La ricerca (che si può leggere qui nella sua interezza) dice molto di più. Emerge un dominio di Amazon anche nello shopping online su mobile, nel quale le app di Amazon sono la “prima pista di atterraggio” per il 50% degli utenti, mentre il 34% si indirizza verso i motori di ricerca e la parte restante, il 16% va su altri retailer.

Così Amazon ha iniziato a chiudere il cerchio

Già due anni fa in un intervento ripreso dalla stampa americana, Eric Schmidt, attuale presidente del consiglio di amministrazione di Google, aveva citato Amazon come la maggiore minaccia per la multinazionale nel campo delle ricerche su mobile. Amazon, secondo Schmidt, aveva sbaragliato competitor come Bing e Yahoo!. Mentre alcuni analisti, come l’investitore Bill Gurley spiegavano che Amazon Prime, il servizio che la multinazionale di Bezos ha ideato per offrire sconti e promozioni ai suoi fedelissimi, stava mettendo in serio pericolo il “business lucrativo” di Google sulla ricerca: «Con il suo programma di fedeltà, Amazon Prime, è arrivata al punto in cui il consumatore vive in un ecosistema protetto dove non ha più ansie sulla qualità del prodotto, i prezzi e la consegna», spiega Gurley.

Secondo alcune stime, non ci sono numeri ufficiali, gli utenti che hanno aderito ad Amazon Prime sarebbero oltre 49 milioni in tutto il mondo.  Con Prime Amazon toglie clienti a Google in un campo in cui era imbattibile, la ricerca dei prodotti e di conseguenza anche sull’advertising delle aziende che potrebbero preferire investire altrove in pubblicità. Questo almeno in teoria. Nella pratica, non esistono ancora numeri che lo confermano, in fondo la ricerca è focalizzata sul mercato americano e nessuno dice che in Europa il trend sia lo stesso.

C’è da dire poi che un utente potrebbe iniziare una ricerca su Amazon ed effettuare l’acquisto altrove, oppure rivolgersi dopo Amazon anche a Google e altri retailer prima di fare la sua scelta, un’abitudine comune per molti. E infine, l’advertising di Google ha notevoli fonti di revenue, come la pubblicità sui video, tanto per dirne una, e quindi dipende solo in parte dal motore di ricerca.

Il potere dell’affidabilità

L’ultima parte della ricerca indaga sui motivi del successo di Amazon rispetto ai competitor. Il 53% degli intervistati evidenzia la facilità d’uso del sito rispetto a quello di altri retailer, come la capacità del suo motore di ricerca di filtrare i dati in modo più utile. Il 41% si reca su Amazon perché frustrato dalla cattiva esperienza di acquisto che avviene su altri siti. Ma c’è ancora spazio su cui lavorare e non è detta l’ultima parola per i competitor. Il 41% degli intervistati svela che potrebbero lasciare Amazon per un sito più capace di personalizzare le offerte. Probabilmente una sfida per gli eCommerce del futuro.

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1