Malta sarà capitale della cultura europea per il 2018. Ma l’isola si sta guadagnando sempre più i riflettori anche come centro ideale per startup e innovazione. Ecco perché
Se Malta sta affrontando un momento difficile dopo l’omicidio della blogger Daphne Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba poche settimane fa, e lo scandalo corruzione, che ha gettato un’ombra sull’immagine del Paese, c’è però un’altra faccia dell’isola che, insieme alle vicine Gozo e Comino, guarda al futuro.
L’arcipelago mediterraneo è stato scelto come Capitale europea della cultura 2018 e per l’occasione fervono i preparativi. Chi ha visitato La Valletta quest’estate ha visto che la capitale si sta rifacendo il look, a partire dalla sistemazione dell’ingresso alla città disegnato dall’italiano Renzo Piano, architetto anche del vicino Parlamento, passando poi per vari progetti di recupero architettonico, come il mercato coperto di is-Suq l-Antik tal-Bel e il Valletta Design Cluster, spazio dedicato a iniziative di design a livello internazionale.
L’obiettivo di diventare Silicon Valley europea
L’isola, per secoli baluardo contro i Turchi e poi centro strategico per gli Alleati durante la seconda guerra mondiale, oggi punta a un ruolo di ponte culturale e tecnologico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente. L’obiettivo è diventare una Silicon Valley europea e, come attesta il report annuale “The Global Startup Ecosystem”, il processo è già a buon punto: Malta è stata considerata uno dei luoghi più promettenti del continente per le startup, accanto a Barcellona, Francoforte, Helsinki e Lisbona (assenti, invece, le città italiane). Negli ultimi anni l’isola si è anche costruita un sistema di e-government tra i più avanzati ed efficienti d’Europa ed è dotata di un’ottima infrastruttura di Information Communication Technology.
Perché sceglierla per avviare una startup?
“A Malta c’è una notevole disponibilità di manodopera altamente qualificata e specializzata, ma non costosa come nel resto d’Europa. Inoltre la qualità delle vita è molto alta se comparata al resto del mondo e l’economia è sana, aspetto fondamentale per le attività imprenditoriali dell’isola”, racconta Jeffrey Romano, consulente di marketing online ora libero professionista, ma fino a poco tempo fa impegnato nella startup maltese amico.ai, che sta sviluppando un innovativo chatbot che incoraggia l’utente a instaurare una relazione d’amicizia con esso. Aspetti negativi? “Una certa scarsità di venture capital: spesso gli imprenditori devono andare all’estero per procurarsi i fondi necessari”, riflette ancora Jeffrey Romano.
Silicon Valletta
Numerose sono però le opportunità che si stanno sviluppando, soprattutto per chi opera nei settori in cui l’isola è forte, come IT, finance, gioco e scommesse online. Alla fine del 2016 un gruppo di imprenditori ha dato vita al progetto “Silicon Valletta”, che punta a mettere in contatto le startup emergenti con il governo e il settore degli investimenti, grazie anche al supporto attivo di Kpmg e di Malta Communication Authority. L’obiettivo è trovare sempre più risorse e competenze per sostenere la crescita dell’ecosistema digitale dell’isola.
MITA
“Malta Information Technology Agency” (MITA) è invece un’agenzia governativa che, oltre a implementare programmi informatici per il governo, è dotata di una Innovation Hub, che gestisce il programma “YouStartIT”, dedicato alle giovani aziende digitali. Le startup che propongono una business idea possono ricevere un investimento pari a 22mila euro e hanno l’opportunità di essere seguite da esperti.
La cittadella dell’IT
Non a caso la sede operativa è a “SmartCity Malta”, parco tecnologico in costruzione a Kalkara, a poca distanza da La Valletta. Qui sorgerà una cittadella dedicata alle IT e ai media sul modello delle “gemelle” Dubai Internet City e Dubai Media City. Un importante progetto che è stato presentato nel 2007 dall’allora primo ministro di Malta Lawrence Gozi e che sarà completato nel 2021, anche se il primo ufficio ha aperto già nel 2010. Occuperà un’area di 360mila mq, costerà almeno 275 milioni di euro e impiegherà fino a 11mila persone.
Prospettive interessanti per Malta potrebbero aprirsi ora con la Brexit. “Dai racconti di molti amici e colleghi, so che questo cambiamento sta scoraggiando molti professionisti – conclude Jeffrey Romano -. L’idea di fare base a Londra non è più così allettante e ci si guarda intorno per scegliere hub alternativi all’interno dell’Unione Europea. Credo che Malta sarebbe una buona soluzione per molti imprenditori, soprattutto quelli che si occupando di IT e finance, per le numerose opportunità offerte in questi due settori”. Non solo: l’inglese come lingua madre, la posizione geografica strategica e il clima mediterraneo sono fattori che potrebbero ulteriormente pesare sul piatto della bilancia a favore dell’isola.