Andrea ha 28 anni, due occhi azzurri vivaci e pieni di ottimismo, una moglie e un figlio. Anzi, un figlio e un altro in arrivo. E una startup Fintech. Quando l’ho conosciuto ho subito pensato che rappresentasse perfettamente il sogno dell’auto imprenditorialità giovanile, che ormai è più gettonato di quello di diventare calciatore. Bello, e tra qualche riga capirete perché lo sottolineo, e capace come pochi di trasmettere la bontà della sua idea. Dalla prima volta che me l’ha raccontata è passato un anno: Apple non era ancora entrata nel campo dei pagamenti mobili e in Italia stavamo iniziando scoprire le potenzialità del settore. Lui e Alessandro, con cui ha fondato Sinba, si sono mossi in questa direzione con l’obiettivo di velocizzare le transazioni nei punti vendita. Nessuna carta fisica, monete o banconote basta uno smartphone. Non è facile da spiegare e, immagino, da far digerire dalla terra del contante per eccellenza. La nostra.
Intanto, in questi 12 mesi, Cupertino si è lanciata nel settore e ha contribuito a solleticare la curiosità dei non addetti ai lavori. Andrea e Alessandro sono stati inseriti nella lista delle migliori startup europee da Pioneer, hanno iniziato a firmare i primi accordi e stanno brevettando una tecnologia proprietaria. Ogni volta che accadeva qualcosa di nuovo e interessante Andrea mi chiamava, me lo raccontava e rafforzava la mia convinzione che fosse dotato di un’energia pulita e fuori dal comune. Capace di bucare lo schermo, se mai se ne fosse trovato uno davanti. E questa sera accadrà, su Italia 1: Sinba è una delle startup di Shark Tank (qui trovate tutte le informazioni sul programma) che proverà a convincere gli investitori. Si parlerà di Fintech in prima serata e sono contenta che a farlo sia lui. Non il più ricco, non quello con la startup più matura, ma sicuramente il più adatto.