Giocano una partita internazionale, ma sul loro campo da gioco. E così nel padovano hanno fatto crescere una startup oggi leader di mercato. Questa è THRON, fatturato di 4 milioni di euro: in crescita. Una delle dieci startup finaliste di StartupItalia! Open Summit 2017
Tutto ha avuto inizio in un campo di calcetto. Una partita che si gioca ancora oggi nella pianura veneta, a pochi chilometri da Padova. E nell’eccellenza del campionato. Perché in fondo quando non ci si annoia le più belle partite possono durare ben oltre i novanta minuti o i tempi supplementari. Magari chissà, anche tutta una vita. «Col mio socio ci siamo conosciuti giocando a calcetto e non ci siamo più fermati. Ancora oggi ogni tanto ci ritroviamo a giocare. Da poco poi abbiamo fatto un torneo di calcetto balilla umano», ricorda Nicola Meneghello, CEO e fondatore di THRON. 40enne nato a Piazzola sul Brenta, poco più di undicimila anime a nord di Padova.
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«Durante gli anni dell’università ho fondato la prima società. Pensavo di costruire ponti, ma avevo anche la passione per l’informatica. E così questa passione mi ha portato ad aprire una boutique tecnologica». In realtà Nicola quei ponti sognati da bambino li ha poi costruiti virtualmente, connettendo Padova e l’Italia ai mercati internazionali. E la partita l’ha sempre giocata come attaccante. Il socio Dario De Agostini, 43enne padovano, è invece una figura essenziale in campo. Ed è un valido centrocampista. «Io sono sempre stato l’anima strategica, Dario è il migliore nell’inquadramento tecnologico. Ecco perché ci compensiamo molto».
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Il colosso high-tech parla italiano. E vende nel mondo
La loro THRON ha diciotto anni di vita e negli anni ha raccolto 6 milioni e mezzo di euro in round da fondi italiani o private equity. Oggi fattura 4 milioni di euro, con un previsionale di crescita del 35-40%. La società produce un DAM SaaS, (Digital Asset Management), strumento strategico per il marketing moderno. Non solo. Il colosso padovano è impegnato nel settore della content intelligence e in quello dell’artificial intelligence applicata ai contenuti digitali. E vanta clienti di prima fascia: Valentino nel fashion, RTL 102.5 nei media, Carrefour nel retail, Dainese nell’abbigliamento.
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L’headquarter si estende su milletrecento metri quadrati. Una struttura storica, perché nei primi del Novecento ospitava la vecchia scuola del paese, entrata poi in disuso nel 1985 e ristrutturata da questi startupper nel 2009. «Abbiamo fatto tutto da soli. E ne siamo orgogliosi. Se dovessi definire THRON è la soddisfazione di costruire un’azienda rimasta in Italia, ma che compete sul piano internazionale. E poi personalmente rappresenta l’opportunità straordinaria per dare un forte significato alla nostra vita».
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THRON ha sviluppato un Intelligent DAM, cioè un software che aiuta i marketers a gestire tutti i contenuti aziendali e a controllarne la distribuzione in Internet. Di fatto con l’intelligenza artificiale i dati vengono raccolti e processati sulla base dei comportamenti online degli utenti, garantendo ai brand di tracciare un ritratto preciso dei singoli e offrendo contenuti altamente personalizzati sulla base dei loro interessi. Dal business alla creazione della community: THRON ha anche fondato Content Intelligence Network, la prima community italiana dedicata alla content intelligence. «È aperta a tutti i professionisti del settore che lavorano con i contenuti digitali e che sono interessati a raccogliere e monetizzare i dati generati dalla loro visualizzazione».
L’intervista: persone, tecnologia, visione, scalabilità. E made in Italy.
Dai prodotti alle persone. A quali profili date lavoro?
«Prevalentemente sviluppiamo prodotti software cloud business. La differenza per un prodotto software la fanno le persone e i processi dentro l’azienda. Quindi abbiamo profili misti: lavorano da noi ingegneri, analisti, designer, esperti di user interfaces. profili di marketing moderno evoluto. E poi ci sono i controller per i costi a supporto della vendita. A proposito di vendita: è gestita da consulenti che hanno un background digitale e che sanno relazionarsi col mercato molto variegato col quale parlano. L’età media anagrafica è sui trent’anni, nell’85% con una laurea».