Snapchat fa un altro passo in avanti per rassicurare gli investitori in vista dell’Ipo da 25 miliardi. Dopo aver semplificato la navigazione dell’app con una più semplice barra degli strumenti per catturare un pubblico anche di non giovanissimi, oggi punta tutto sul social commerce, introducendo due novità. Così vuole mettere ancora più pressione a Facebook, del quale si candida sempre di più a diventare l’erede.
Perché Snapchat si butta sul social commerce
Sono due le features introdotte da Snapchat che puntano ad aumentare gli acquisti degli utenti attraverso l’app e di conseguenza anche il numero di inserzionisti. La prima è il deep linking: la possibilità per i brand di inserire un collegamento ipertestuale che permette all’utente che clicca di “atterrare” verso una pagina interna del sito web dell’azienda dove visionare il prodotto, senza che sia costretto a passare per l’homepage.
La seconda invece è un sistema di auto-fill che consente agli utenti di inserire più velocemente i dati per fare acquisti, usando le stesse informazioni che hanno già adoperato per registrarsi sull’applicazione.
Secondo gli analisti di PYMNTS , l’app di Evan Spiegel sarebbe perfetta per il social commerce per la sua estrema semplicità, immagini accattivanti e per la funziona “discover” che è un canale che potrebbe prestarsi molto bene alla ricerca di nuovi prodotti. Qui aggiungere il tasto “compra” sembra una naturale prosecuzione. Poi c’è la composizione del pubblico dell’applicazione. Il 50% dei 150 milioni di utenti giornalieri (in Italia sfiora il milione) ha un età sotto i 25 anni (nella fascia 18-24), mentre cresce la percentuale degli utenti dai 25 ai 35. È chiaro che si tratta di un pubblico che è quello che fa gola a tanti brand.
Un mercato ancora troppo piccolo
Chissà se Snapchat con l’introduzione delle nuove feature riuscirà a dare lo sprint giusto al settore che nel mondo occidentale stenta a decollare. In Usa, per esempio, su 287 milioni di utenti del web, solo il 7% ha fatto acquisti sui social media (secondo una ricerca di GlobalWebIndex, mentre altri studi portano questa percentuale al 18,2%. Diversa la situazione per nei Paesi del Sud Est asiatico dove il social commerce rappresenta una reale opportunità a partire da subito: il 30% degli acquisti online è avvenuto proprio tramite social media, mentre l’80% dei consumatori usano i social per ricercare prodotti e contattare brand.
Facebook deve avere paura di Snapchat?
Più si avvicina l’IPO più pare che il social di Spiegel sia l’unico a poter contrastare il dominio di Zuckerberg nell’universo del digital advertising. In un articolo su Fortune Martin Sorrell, capo esecutivo di WPP, una delle più grandi aziende di advertising al mondo, fa notare come i suoi clienti abbiano speso più di 90 milioni di pubblicità sull’app, il che significa 60 milioni in più rispetto alle previsioni della stesa azienda.
Secondo gli analisti l’Ipo dovrebbe portare l’app a raggiungere traguardo del miliardo di soldi spesi dagli utenti, nel 2017 (secondo un report di CNBC). Numeri di sicuro importanti, ma ancora inferiori alle spese dai clienti su altri giganti del web. Irraggiungibile Google (5 miliardi). Mentre Facebook potrebbe essere più vicino (1,7 miliardi).