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Tra gli acceleratori di Londra è tempo di Demo Day, e molte startup italiane si sono preparate o si stanno preparando per il final pitch. Abbiamo sentito Luigi Telesca, che il primo dicembre sul palco del Demo Day di StartupBootcamp ha portato la sua startup fintech Trakti, un’innovativa piattaforma di negoziazione e contrattazione online tra aziende, vincitrice degli Italian Fintech Awards organizzati da StartupItalia e CheBanca!.

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Cosa vuol dire stare in un acceleratore a Londra

Luigi, innanzitutto perché hai scelto Londra per Trakti?
«Per noi essere stati selezionati da StartupBootcamp è stato un vero onore. Portare la nostra piattaforma di negoziazione in questa magnifica città è un bel salto avanti. Non soltanto per l’ecosistema startup di Londra, più maturo senz’altro di quello italiano, ma anche per essere nella capitale europea, se non mondiale del Fintech. Qui c’è un enorme convergenza di attori che hanno fatto sì che il Fintech sia sulla bocca di tutti. Parlo ovviamente di banche, istituti finanziari, ma anche delle più grandi aziende immobiliari, di un settore pubblico in cerca di innovazione e di investitori sempre alla ricerca di nuovi progetti. A Londra la regulation è molto più snella e questo ci potrà dare la possibilità di crescere più rapidamente e trovare i contatti e capitali di cui abbiamo bisogno.
Inoltre la community qui è molto più avanti. E non parlo esclusivamente di quella degli inglesi. A Londra esiste, ad esempio, una community di Italiani in tech che si raduna una volta mese, TechItalia. Abbiamo avuto modo di presentare ad uno dei loro eventi presso la sede della European Bank of Reconstruction and Development, per noi un bellissimo palcoscenico che ci ha portato contatti molto interessanti con la Banca stessa».

So che sono stati 6 mesi piuttosto intensi, che vantaggi hai avuto dal programma?
«Si, devo dire che gli ultimi sei mesi sono stati molto intensi. Di media abbiamo finito di lavorare ogni sera fino a tardi. StartupBootcamp è un programma che richiede molto impegno. Non solo per il materiale da preparare per il Demo Day, ma anche per le attività da portare avanti per mettere alla prova e validare il nostro modello di business. Davvero, all’inizio non mi aspettavo di doverci mettere così tanto impegno e tempo. Sicuramente i mentor che abbiamo trovato grazie a StartupBootcamp sono stati di incredibile utilità, e nonostante ci abbiano messo a dura prova, hanno lavorato con noi e ci hanno permesso di creare una rete relazionale che avremmo sviluppato forse solo in 12 mesi. Poterci confrontare con i principali leader nel settore del facility management, del settore bancario e assicurativo e con i principali esperti del Fintech che conoscono molto bene ciò di cui parlano ci ha permesso di ridurre di molto il nostro Go to Market e di farci ragionare in prospettiva per la fase di sviluppo di Trakti. Inoltre StartupBootcamp ci ha fornito gli spazi ed un piccolo finanziamento iniziale, più il supporto del loro di team di marketing e PR».

Che aria tirava al Demo Day?
«Beh ero molto teso ed emozionato allo stesso tempo. Abbiamo presentato per 90 secondi sul palco e poi altre 5 volte, davanti agli investitori e uno al pubblico generale fatto di innovatori, giornalisti, imprenditori e tanti talenti. Noi cerchiamo investimenti, ma anche partnership industriali e talenti con cui collaborare. Abbiamo tante aspettative e sappiamo anche che c’è molto interesse in quello che facciamo. Trakti propone una soluzione davvero innovativa per grandi player e stiamo lavorando all’integrazione con la blockchain. Ma la competizione a Londra è stellare! A StartupBootcamp abbiamo incontrato moltissime realtà innovative e tutte con grandi talenti ed idee. Noi non temiamo la concorrenza e siamo molto sicuri del nostro prodotto».

Come è stato il processo di selezione?
«Abbiamo fatto application dall’Italia e loro ci hanno selezionati anche grazie alla vittoria dell’Italian Fintech Award di CheBanca! . Ci hanno invitato a Londra per un’ulteriore selezione e abbiamo dovuto presentare la nostra idea a 200 mentors e i partners del programma in meno di due giorni. Davvero una faticaccia ma ne è valsa la pena. Siamo contenti e soddisfatti e non vediamo l’ora di raggiungere altri traguardi».

Le differenze tra Italia e Uk

Avevate fatto altre application in Italia? Come definiresti l’approccio anglosassone rispetto a quello italiano dall’alto della tua esperienza?
«No, abbiamo solo partecipato alle selezioni di #IFA2016 e Startupbootcamp perchè eravamo motivati ad entrare in un programma internazionale. L’obiettivo era quello di sviluppare delle nuove opportunità commerciali e una rete di supporto che ci potesse facilitare ad espanderci fuori dall’Italia. La velocità di implementazione di sistemi SaaS B2B in Italia è ancora lento, ci sono limiti dovuti alla diffidenza nei sistemi SaaS in azienda, mentre in Inghilterra e Stati Uniti ora il cloud è il principale motore di sviluppo ed ottimizzazione dei costi per le aziende, grandi e piccole. In questi mesi abbiamo avuto modo di validare e sviluppare leads con oltre 40 realtà’ importanti in UK e abbiamo avuto modo di lavorare con Banca Intesa, Rabobank e Lloyds per capire l’applicabilità del nostro progetto all’interno del loro processo di vendita. Inoltre ci siamo confrontati sull’idea di utilizzare la blockchain all’interno della supply chain e sono venute fuori delle riflessioni moto promettenti».

Allora, cosa bolle in pentola e cosa vorreste ottenere dopo il il Demo Day?
«Ad oggi abbiamo acquisito un nuovo contratto con il procurement di un’importante azienda energetica Italiana e abbiamo appena chiuso una partnership con Adhera azienda leader nel software per Asset, Property e Facility Management. Siamo in procinto di firmare un altro accordo con un’altra azienda attiva nel software documentale per imprese e durante il demo day presenteremo l’accordo con una principale azienda di consulenza che ci permetterà’ di accedere ad un’ampia rete di aziende in italia e all’estero. Dal demo day speriamo di aver alzato il tiro e di ottenere un round che ci permetta di integrare Trakti in più’ piattaforme e portarla a molti piu’ clienti in Italia e Uk».

Quindi, al netto del costo della vita, delle difficoltà che una città come Londra ti pone, della competitività estrema e non ultimo, il Brexit, ti senti di consigliare questa esperienza ad altri imprenditori italiani?
«Ma certo. L’esperienza in Startupbootcamp e’ entusiasmante e stressante allo stesso tempo, ma questo vuol dire creare una startup che vuole competere a livello mondiale! Devi confrontarti con i propri limiti e cercare delle soluzioni per portare avanti la tua idea. Londra e’ una citta’ incredibile, e permette di creare buzz ed espandersi velocemente grazie alla miriade di connessioni fra persone. Ho avuto modo di avere mentors incredibili come Alessandro Hatami, Richard Dallas e altri esperti del settore Fintech che mi hanno aperto molte porte e creato nuove opportunità’. Sicuramente consiglio di fare un’esperienza del genere a tutti anche se non e’ proprio per tutte le tasche».

Marcello Mari
@DotNever