Sacchi, tubazioni e teli. L’agricoltura fa un gran uso di plastica. Ecco tre idee per ridurre i rifiuti
Il settore agricolo è un grande produttore di rifiuti plastici. Si va dai teli pacciamanti ai vasi nel florovivaismo, fino ai tubi per l’irrigazione e alle coperture delle serre. Senza contare i contenitori degli agrofarmaci o i sacchi dei concimi. Insomma, il settore primario fa un grande uso di prodotti in plastica, spesso usa e getta, che una volta terminata la loro utilità finiscono in discarica oppure accumulati in un angolo delle aziende agricole. Negli Usa leggi locali hanno imposto il divieto di bruciare i rifiuti di plastica per evitare le esalazioni nocive. Ma gli agricoltori che portano i rifiuti nei centri di recupero sono ancora una minoranza.
Ecco allora tre idee innovative per ridurre l’uso di plastica in agricoltura
I vasi meglio se di carta. La maggior parte degli agricoltori parte dai semi per coltivare i propri campi. Ma l’orticoltura, che produce gli ortaggi che riempiono gli scaffali dei supermercati, parte quasi sempre da piante cresciute in serra in condizioni protette che poi vengono trapiantate nel terreno. Come risultato si ha una grande produzione di rifiuti plastici composti da piccoli vasi o plateau dove i semi vengono messi a germogliare. Prodotti che il più delle volte hanno una vita che non supera le poche settimane. Perché dunque non passare alla carta? E’ questa l’idea di una ditta statunitense, Paperpot, ha messo a punto un sistema di trapianto che si basa su contenitori a nido d’ape fatti di carta.
Irrigazione addio. L’agricoltura moderna non puó fare a meno dell’irrigazione, specialmente nelle aree in cui le precipitazioni sono scarse o le colture sono così sensibili agli stress idrici da compromettere un raccolto in caso di bel tempo prolungato. E così si moltiplicano le tubazioni in campo. Quelle di diametro consistente durano anni, ma i piccoli tubi che portano l’acqua alle singole piante spesso sono usa e getta. In California, dove la siccità sta mettendo in ginocchio gli agricoltori del sud dello Stato, sta prendendo piede il dry farming.
Si tratta di un metodo di coltivazione che non utilizza apporti di acqua supplementari, ma sfrutta l’umidità del suolo per dissetare le piante. In California le piogge sono concentrate durante l’inverno, mentre d’estate dal cielo non cade una goccia. Così a The Little Organic Farm, nella contea di Sonoma, coprono il suolo per preservare l’acqua di cui si impregna durante l’inverno per poi utilizzarla per far crescere le piante d’estate.
Coprire il terreno. In agricoltura si fa un gran uso di teli pacciamanti. Sono rotoli di film plastico che viene steso sul terreno per impedire alle infestanti di ‘soffocare’ le colture commerciali, per riscaldare il suolo dopo l’inverno o per impedire che l’acqua evapori. Un mercato da 5 miliardi di dollari. Il problema é che i teli, una volta usati, vengono gettati in discarica. Negli ultimi anni fortunatamente stanno prendendo piede i teli di plastica biodegradabile, come quella dei sacchetti della spesa. In questo opuscolo inoltre sono elencati i metodi alternativi per coprire il terreno (dalla paglia alle foglie fino alla corteccia degli alberi).