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Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ai decreti attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione. È  il Dlgs n. 127/2015 – dopo l’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA dal 31 marzo 2015 – e si tratta del primo passo che dal 1 gennaio 2017 la possibilità alle Partite Iva di comunicare telematicamente al Fisco le fatture emesse e ricevute.

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La startup che gestisce 2 milioni di fatture

L’Agenda digitale in Italia corre, almeno nei propositi e nelle intenzioni. Ne abbiamo con Andrea Cortellazzo di Menocarta, la startup premiata allo Smau di ottobre del 2015 e che ha costituito una rete di imprese che utilizzano la fatturazione elettronica, tra i passaggi decisivi per l’innesco e lo sviluppo digitale del Paese e per la concreta realizzazione del mercato unico digitale europeo. In un anno dall’apertura del workspace di Padova, Menocarta e le proprie aziende aderenti hanno gestito 2.200.000 fatture in formato digitale. Ciò significa che questo ha permesso di non stampare circa 5 milioni di pagine, una pila di carta alta 50 metri

I numeri della fattura elettronica

Nei primi 14 mesi (ovvero dal 31 marzo, quando è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica Amministrazione), una media di 60 mila fatture al giorno sono state destinate a oltre 22.700 pubbliche amministrazioni, con un aumento del 500% del numero delle fatture elettroniche inviate dalle imprese fornitrici alla PA. La PA ha risparmiato oltre 2,6 miliardi di euro l’anno. Si mira alla completa gestione e dei processi documentali nativi digitali, non solo per la Pubblica Amministrazione ma anche per le imprese.

Già tanto è stato fatto ma tanto è ancora da fare.  Tra le aziende pioniere Autogrill che come ci ha raccontato Daniele Rizzo, Chief Innovation Officer dell’azienda, ci ha raccontato che il servizio di fatture elettroniche di Autogrill è partito a pieno regime a novembre e ad oggi ha emesso 115.000 fatture per oltre un milione e mezzo di euro e registra 2.700 nuovi clienti registrati a settimana.

Taglio Irap 2014

In arrivo incentivi fiscali per chi digitalizza

La fattura elettronica dunque, coerentemente agli obiettivi che si è data il governo Renzi, come in altri paesi europei sta infatti decollando anche in Italia l’utilizzo dell’e-invocing. La sfida di Menocarta è ora quella di riuscire ad accelerare l’adozione della fattura elettronica nel B2B, ovvero tra soggetti privati, come previsto da decreto legislativo n.127/2015. In quest’ottica oggi è stata annunciata una partnership tra Menocarta e PricewaterhouseCoopers, finalizzata a garantire sia  la diffusione della cultura digitale necessaria sia la gestione efficace dei flussi documentali digitali nelle aziende. Per quante adotteranno la fatturazione digitale sono previste dalla regolamentazione al vaglio notevoli incentivi fiscali.

2 milioni di fatture, un palazzo di 17 piani

Solo per dare un’idea, il totale dell’e-invoicing (le 2 milioni di fatture gestite da Menocarta solo lo scorso anno), messe insieme farebbero un palazzo di 17 piani, pesante 25 tonnellate. Si tratterebbe di un beneficio non solo per l’economia ma anche per l’ambiente. Secondo un’elaborazione della startup sulla base dei dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Infocamere e Wwf, si potrebbe evitare di emettere nell’ambiente 42 tonnellate di Co2 e a non abbattere 63 alberi. I risparmi totali poi oscillerebbero tra gli 8,8 milioni di euro (in caso di digitalizzazione di una singola fattura) e i 19,8 milioni di euro per gli interscambi di documenti digitali più strutturati. Questo solo per la PA. Perché i vantaggi totali, se cioè si includono anche quelli legati alla fatturazione elettronica anche per le aziende permetterebbero di:

1. dematerializzare 45 miliardi di documenti “business” prodotti in Italia ogni anno (circa 600 miliardi di fogli di carta);

2. evitare l’emissione di 4 milioni di tonnellate di Co2 non immesse in atmosfera;

3. non abbattere 24 milioni di alberi;

4. risparmiare 10 miliardi di ore di lavoro manuale;

5. risparmiare 12 miliardi di euro solo considerando i costi di cancelleria (60 miliardi ipotizzando invece la digitalizzazione dell’intero ciclo dell’ordine).

Dove si va

Dietro la fatturazione elettronica ci sono potenzialità da ecosistema. Ci sono tante startup che si affacciano al mondo dei pagamenti digitali, e poi ci sono servizi finanziari evoluti di debito e credito e l’emissione dello scontrino digitale. Il mercato unico digitale è sempre più vicino.

Emanuela Perinetti
@manuperinetti