Ales Tech è una startup pisana nata di sette ingegneri che racconta di aver convinto alla Hyperloop Competition di Elon Musk. Le loro sospensioni in molti dei progetti finalisti, dicono.
Un gruppo di neo ingegneri delle università di Pisa dice di aver progettato delle sospensioni in grado di dare stabilità anche a 1.200 km/h ad Hyperloop, il treno del futuro immaginato da Elon Musk. Si sono candidati per partecipare ad una competition mondiale lanciata dallo stesso Musk rivolta alle università per raccogliere idee utili alla realizzazione dei vagoni di Hyperloop. Hanno proposto le loro sospensioni. Hanno superato la prima selezione, unici italiani tra i cento selezionati su oltre mille candidature. Ad Austin, in Texas, questo gennaio, hanno raccontato ai vari team di universitari che arrivavano da ogni parte del mondo le qualità delle loro sospensioni. L’idea è piaciuta a molti e alcuni di questi l’hanno scelta per inserirla nei loro progetti di vagoni completi. Tra i trenta progetti finalisti che saranno valutati ad agosto ad Howtorne (CA) qualcuno avrà le loro sospensioni per migliorare i calcoli sulla stabilità dei «Pod». E quel progetto di ricerca, sulla leva folle di proporsi a Elon Musk, ha trovato la spinta necessaria e la sicurezza per diventare un’azienda vera. Ales Tech. I 7 ingegneri adesso sognano con un po’ di concretezza in più di montare le loro sospensioni su Hyperloop. Abbiamo provato a cercare una conferma con l’azienda ma ad oggi non abbiamo ottenuto risposta
Cos’è Ales Tech e come funzionano le loro sospensioni
Il cuore dell’azienda nasce dai due team leader Luca Cesaretti e Lorenzo Andrea Parrotta a cui appena l’azienda è stata costituita si sono aggiunti Andrea Paraboschi e Antonio Davola e altri neo ingegneri dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna. «Ma ogni giorno ci arrivano mail da ingegneri da tutta Italia che vogliono partecipare al progetto» spiega a Startupitalia.eu Paraboschi. Loro hanno deciso di presentarsi non con un progetto intero di vagone, come chiedeva la call, ma con una parte. Essenziale, come possono essere le sospensioni. Che hanno pensato partendo dal classico meccanismo «a molla» che caratterizza i normali ammortizzatori, potenziati da un sistema di controllo digitale che, secondo quanto sta raccontando il team in questi giorni alla stampa, ne garantisce il totale controllo di ogni minimo sbalzo. Che a certe velocità può essere fatale. «Noi abbiamo preso la classica architettura delle tradizionali molle e l’abbiamo unita e elementi attivi controllati da una centralina, in modo che possono adattarsi a qualsiasi levitazione, consentendo al pattino di adattarsi in maniera precisa ad ogni minima imperfezione del tracciato».
Dalla ricerca una startup: nasce Ales Tech (ed è un po’ merito di Musk)
Il progetto lo fanno quando sono ancora studenti. Laureandi. Ma nel frattempo «ci siamo laureati tutti, abbiamo finito gli studi e abbiamo deciso di fare una startup». Perché la genialità della competition voluta da Musk, è che quella sfida ha mosso la creatività di molte giovani menti di tutto il mondo. E il team italiano non è stato da meno. «Il potenziale della nostra soluzione va molto al di là di Hyperloop. Crescendo e portando a bordo advisor come Alberto di Minin (docente di management alla Scuola Superiore Sant’Anna, ndr) e Massimo Bergamasco (docente di meccanica applicata della Scuola Superiore Sant’Anna, ndr) ci siamo accorti che queste sospensioni possono essere applicati a tantissimi campi. Dai sedili dei Caterpillar alle montagne russe, ai treni o le auto. Noi vogliamo diventare leader in questo settore che è assolutamente nuovo con una tecnologia nostra».
Di qui alla startup il passo è breve. Anzi è già stato fatto. E come tutte le startup «hardware» quello che serve sono i soldi. Tanti soldi. «Abbiamo già ragionato con diversi investitori privati, imprenditori perlopiù, e chiuderemo a breve un primo round di investimento. Con un secondo già in programma. Servono investimenti e di qualità, non è come fare app».
Il vero valore di una competition: dalle idee ad aziende
In Texas la loro idea è piaciuta. Probabilmente i loro calcoli hanno convinto molte delle teste presenti, ingegneri da ogni parte del mondo. «Lì era incredibile, la sensazione di lavorare ad un progetto così è come correre su un treno prima che i binari fossero stati inventati. Non vedi il futuro, vai ancora oltre» racconta tradendo non poco entusiasmo Paraboschi.
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L’ecosistema «pazzesco» delle università pisane
Nessun progetto di lasciare l’Italia. Men che meno Pisa. «Attorno alle università pisane in questi anni si è creato un’ecosistema innovativo pazzesco. E’ una calamita di talenti e siamo tutti a stretto contatto in una piccola città. Stare qui ci dà valore, e noi possiamo contribuire a valorizzare l’ecosistema». Gemmazioni. Come le gemmazioni nate dalla competition di Elon Musk. Chissà quante Ales Tech sono nate in queste mese dalle migliaia di application che sono arrivate alla scrivania del suo team. Chissà quante hanno trovato spinta, idee, motivazioni ad Austin. Si aggiunge questo ai già tanti meriti che Musk, quello di PayPal, di Tesla e di SpaceX oltre che di Hyperloop può attribuirsi.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum