Intervista a Gianluca Di Marzio di Sky Sport, uno tra i massimi esperti di calciomercato. 800mila follower su Twitter, un’app, e un sito: “Ecco come ho creato un brand”
Gianluca Di Marzio non è solo uno dei giornalisti più noti della redazione di Sky Sport, ma a detta di molti è anche il massimo esperto di calciomercato. La trasmissione “Calciomercato – L’Originale”, che lo vede protagonista con i colleghi Bonan e Fayna, è un appuntamento fisso in seconda serata su Sky Sport 1 per tutti quelli (e sono tantissimi) a caccia di aggiornamenti di mercato. C’è di più, però: gianlucadimarzio ormai è anche un brand, perché Gianluca è stato bravissimo a sfruttare il mezzo tecnologico e i social network per amplificare e diffondere il suo “verbo”. E il calciomercato, si sa, è la droga di ogni fanatico calciofilo. In questo periodo, poi, l’attesa è al top. Lo abbiamo raggiunto per carpirgli i segreti tecnologici del difficile mestiere del giornalista a caccia di scoop di mercato.
L’intervista
Gianluca, com’è cambiato “tecnologicamente” il calciomercato e il tuo lavoro da quando hai cominciato?
“È cambiato molto. Se pensi che quando ho cominciato a fare il mestiere di “cronista da marciapiede”, come lo chiamo io, non c’erano neanche i cellulari… Ogni tanto mi chiedo come sarebbe stato raccontare il trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli con gli strumenti di oggi o al contrario mi risulta difficile immaginare il nostro stesso mestiere di oggi fatto con le tecnologie di 40 anni fa. Se ci pensi, ai giorni nostri potremmo raccontare quello che sta succedendo minuto per minuto in tutto il mondo senza alzarci dalla nostra poltrona. Eppure, sarò all’antica, ma mi piace ancora essere sul posto, vivere la notizia, respirare gli umori e le emozioni. E poi credo che sia anche produttivo, perché ci sono situazioni che vanno vissute di persona e che, se raccontate a distanza, non hanno lo stesso impatto”.
Quali sono i mezzi che sfrutti maggiormente?
“Sicuramente gli strumenti di messaggistica istantanea sono ormai essenziali per il nostro lavoro. In particolare le chat WhatsApp, grazie alle quali sei sempre sulla notizia, sia perché ti arrivano aggiornamenti costanti dai colleghi, sia perché magari sei in diretta e c’è qualche procuratore o qualche direttore sportivo che ha il piacere di darti lo “scoop” proprio in quel momento”.
Sei stato probabilmente anche il primo a sdoganare l’uso dello smartphone in diretta: una volta si nascondeva o era bandito, oggi è ormai la normalità…
“Per me sì, anche se non nascondo che ricevo delle critiche. Alcuni dicono che sia un malcostume o una mancanza di rispetto verso il telespettatore, ma credo che il mio lavoro sia quello di dare notizie in maniera tempestiva. E se ho con me lo smartphone, faccio meglio il mio lavoro, perché le ricevo e le do in tempo reale anziché dover aspettare il collegamento successivo. Ricordo che qualche tempo fa durante una diretta da Bari mi è caduto il cellulare e si è rotto, è stato un calvario, mi sentivo perso. Ho fatto i numeri, mi son fatto prestare un altro telefono ma poi non avevo i contatti e non sapevo chi mi stesse scrivendo. Un disastro, la diretta più lunga della mia vita. Adesso andare in diretta con smartphone o tablet è quasi normale, ma prima non era così. Più volte Mentana mi ha citato quando nei suoi collegamenti “beccava” colleghi smanettare col cellulare. Da una parte la cosa mi fa ridere, dall’altra anche un po’ piacere, perché è come se avessi lanciato una moda”.
Uno “scoop” che magari senza le tecnologie moderne non saresti riuscito a fare?
“Ti posso raccontare questo perché è diventato pubblico in un corso dell’ordine dei giornalisti in cui era presente anche il DS dell’Inter Ausilio. Avevo ricevuto la soffiata che l’Inter aveva intenzione di esonerare Mazzarri ed era in meeting con Mancini. Una bomba, perché non era trapelato nulla e neanche Mazzarri stesso lo sapeva. L’Inter l’avrebbe esonerato solo se Mancini avesse accettato, altrimenti sarebbe rimasto Mazzarri. Quindi un incontro “segreto”, che doveva assolutamente rimanere riservato. In queste situazioni ti devi accertare che la notizia sia vera, anche perché se la dici in diretta a Sky, scoppia immediatamente il finimondo. Allora ho mandato un whatsapp ad Ausilio con scritto: “Chiamami, è urgente”. Vedo che lo legge ma non mi risponde. Allora cambio tattica e scrivo a Fassone, che ai tempi era il Direttore Generale dell’Inter e scrivo: “So che siete con Mancini, se non vi sento entro 5′ do la notizia in diretta”. Mi ha richiamato immediatamente”.
Quali sono i principali social a cui ti affidi? Li usi solo per informare o anche per reperire notizie?
“Twitter secondo me è il social perfetto per le nostre esigenze. È facile ed immediato dare e ottenere notizie, anche perché ormai è lo strumento sempre più utilizzato in via “ufficiale” anche dalle società. Facebook, invece, risponde ad un altro tipo di esigenza: quando hai bisogno di dare una notizia, di raggiungere il più vasto bacino d’utenza possibile, allora la pubblichi lì e sei sicuro che viaggerà in tutto il mondo. Sembra strano, ma in realtà anche Instagram è uno strumento che uso spesso per avere notizie: se pensi alle Instagram stories dei giocatori che si fotografano in partenza dall’aeroporto, e poi in quello d’arrivo della loro nuova destinazione, o magari procuratori e direttori sportivi in località di trattative di mercato. E poi ci sono tutte le segnalazioni volontarie o involontarie che arrivano dagli utenti, che magari postano qualche foto e inavvertitamente ci danno una dritta o magari ci mandano proprio gli “avvistamenti” per sentirsi un po’ protagonisti”.
Ormai sei una celebrità tra gli appassionati di calcio, quanti followers conti?
“Su Twitter ho superato gli 800mila, su Facebook i 650mila e su Instragam i 200mila”.
Tu hai anche un tuo sito/blog personale: com’è nata l’idea e perché hai deciso di farlo?
“L’idea me l’ha data Max Sardella, un professionista molto bravo in questo campo, è il Social Manager di diversi calciatori. L’esigenza nasceva dal fatto di dover certificare le notizie, perché a volte facevo alcuni interventi o dichiarazioni che poi venivano riportati in maniera un po’ superficiale. Così, invece, tutto quello che ho da dire, ora è ufficiale sul mio sito. All’inizio ero direttamente io a mettere le news appena avevo un momento libero, ma poi ho visto che i numeri e la domanda continuavano a crescere e ci siamo ingranditi. Ora il sito è diventata una vera e propria testata giornalistica, abbiamo una redazione di circa 35 ragazzi che mi aiuta nella gestione e nell’aggiornamento. E una delle cose che più mi rende orgoglioso, è che poi qualcuno di questi ragazzi riesce a fare il grande salto e passa a Sky. Non perché abbiano lavorato con me, ma semplicemente perché sono già abituati ad un certo tipo di lavoro e sono pronti per farlo”.
Anche nel caso del sito i numeri ti premiano…
“Sì, devo dire di sì, sono molto soddisfatto. A luglio abbiamo raggiunto 11 milioni di pagine viste con 8 milioni di utenti unici, il record da quando siamo partiti. Ora ad agosto speriamo di fare ancora meglio, c’è il rush finale del calciomercato che potrebbe darci una mano…”.
Sei schiavo dei numeri – contatti, followers, amici di Facebook – o non ci perdi il sonno?
“Li guardo, sarei bugiardo se dicessi il contrario, ma non ne sono schiavo. Sono contento soprattutto quando si “scollinano” alcuni traguardi. Ad esempio, di recente mi mancava poco per passare da 700mila a 800mila followers su Twitter. Beh, devo dire che quando è successo, è stata una bella soddisfazione. Guardo però anche alla qualità: per esempio, mi fa piacere quando ricevo richieste di collegamento da calciatori, allenatori, professionisti del nostro campo. È segno, comunque, che stai lavorando bene e che godi della loro fiducia”.
Dal sito all’app il salto è stato breve ma di solito non è così scontato… soddisfatto della resa?
“Sì molto soddisfatto, anche se un’app è molto esigente, devi sempre aggiornarla. È uno sviluppo continuo e infatti ad ottobre uscirà quella nuova. Sono molto contento perché anche in questo sono stato uno dei primi, quindi non sai mai se stai facendo la cosa giusta o meno, invece per fortuna sta andando bene”.
Ormai gianlucadimarzio (rigorosamente attaccato) è un’azienda, un brand…
“Beh, non esageriamo, però è vero che sono stato uno dei primi ad avere il mio blog, che poi è diventato un vero e proprio portale di informazione sportiva, un’app personale con il mio nome, cognome e la mia caricatura per renderla ancora più riconoscibile. Sono anche stato fortunato, perché ho avuto dei buoni “consiglieri”, mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto, ho colleghi e persone che mi aiutano molto competenti e preparate e poi è chiaro che Sky è una palestra e una cassa di risonanza importantissima. Sono però orgoglioso di quello fatto finora, ma ovviamente anche pronto a nuove opportunità che certamente lo sviluppo tecnologico ci offrirà in futuro”.