Una nuova criptomoneta invade il mercato. Si chiama ZCash cryptocurrency e supera i bitcoin in un aspetto soprattutto: le transazioni sono completamente anonime ed è impossibile risalire all’identità del mittente, del destinatario, come del valore della cifra scambiata. Tutto è possibile grazie a un nuovo tool per crittografare i dati, chiamato SNARKs, che non richiede che le parti coinvolte scambino informazioni.
Dietro il progetto c’è Zooko Wilcox, con alle spalle 20 anni di esperienza nella creazione di sistemi decentralizzati e nella sicurezza informatica. Secondo CoinDesk, ZCash ha raccolto finora 3 milioni da investitori (Digital Currency Group, Fenbush Capital e Pantera Capital, tra gli investitori) che hanno portato la startup a una valutazione di $32 milioni.
Si scrive ZEC si legge anonimato assoluto
ZCash somiglia a bitcoin in molti aspetti. È fondato su un database condiviso che registra le transazioni, la blockchain appunto, che è una catena che collega un esercito di computer in ogni parte del mondo. Ma si differenzia dai bitcoin per un aspetto decisivo: sarà completamente anonimo.
Anche gli scambi di bitcoin lo sono, in teoria. Ma la criptomoneta più famosa al mondo solleva, tuttavia, un problema. Tutta la sua storia è infatti pubblica e viene registrata sulla blockchain, a cui tutti i membri del network possono accedere. Le transazioni non riportano info sulle persone che controllano gli account. Ma se gli utilizzatori non sono all’erta, può capitare che il network analizzi i loro comportamenti, rivelandone le identità (non a caso sono nati servizi come Chainalysis che svolgono proprio questa funzione).
Zcash arriva laddove i bitcoin non sono giunti sul fronte dell’anonimato. Anche questo sistema ha una sua blockchain che registra ogni transazione effettuata, ma vegnono nascoste tutte le informazioni su chi ha fatto la transazione e che cifra è stata spesa: «ZCash risolve il problema della privacy criptando ogni transazione. Per farlo usiamo nuovi standard di criptaggio che sono simili a quelli usati per proteggere siti, email e tutto quello che c’è su Internet», spiega Wilcox su Coindesk.
Cosa sono zerocoins e basecoins
Il sistema usa un protocollo che si chiama Zerocash, che offre sia criptomonete anonime, battezzate zerocoins, sia non anonime, i basecoins. L’uso del primo tipo di moneta virtuale consente alle parti coinvolte di avere info per verificare la sicurezza delle transazioni senza rivelare la propria identità nel processo. Gli utenti possono poi scegliere di condividere di svelare i propri dati solo con alcuni utenti selezionati: «Immaginate il caso di genitori che pagano gli studi del figlio con la criptomoneta. Quest’ultimo potrà decidere di condividere solo con loro le informazioni su come spende i soldi che gli vengono affidati», continua Wilcox.
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I numeri di ZCash
La ZCash Company, la startup che controlla la criptomoneta, forma da imprenditori, sviluppatori e investitori, ha previsto un tesoretto di ZEC che andranno a favore di investitori privati, fondatori e non profit, che corrisponde al 10% dei “coins” disponibili. Il restante 90% dei “coins” potrà essere estratti dai miners, che dalla giornata di ieri possono installare il software e far partire la caccia al tesoro.
Sono 12.5 gli ZEC che attualmente potranno essere estratti per ogni blocco. Come nel sistema dei bitcoin ogni quattro anno (ovvero ogni 840 mila blocchi estratti) sarà previsto un halving che ne dimezzerà il valore (da 12.5 a 6.5, da 3.125 a 1.5625, e così via).
Intanto, analisti e investitori sono ottimisti sul valore futuro della criptomoneta. I più entusiasti stimano che il valore di 1ZEC potrà superare quello dei bitcoin alla fine di quest’anno. Il motivo secondo CoinDesk è che “gli investitori non si lasceranno sfuggire l’occasione di comprarli presto”. Il rischio che si corre infatti è di farlo troppo tardi, come è successo con gli ether che sono passati da un prezzo di 0,30 dollari a uno di 11,93 di oggi, un incremento di circa il 4,000%. O con i bitcoin che sono cresciuti da $0 a 685 dollari.
Le critiche
Appena nati gli ZEC hanno attirato su di loro più di una polemica. C’è chi critica il modello di business che prevede, come detto prima, la distribuzione di un ammontare della criptomoneta nelle mani degli sviluppatori e fondatori della piattaforma. E poi c’è il fascino che questa forma di scambio totalmente anonimo potrebbe avere per chi intende utilizzarla per scambi all’interno dei dark markets.
Giancarlo Donadio