Meno del 13% l’ha reputata una scelta saggia. Siamo a El Salvador, dove martedì 7 settembre entreranno in vigore gli effetti di una legge storica per il mondo crypto. Il minuscolo paese centroamericano sarà il primo al mondo a introdurre bitcoin come valute legale. Questo significa che, stando all’articolo 7 della Bitcoin law approvata pochi mesi fa, ogni agente economico dovrà accettare un pagamento in questa valuta da chi vuole acquistare un bene o un servizio. Stando a quanto riportato da Decrypt, che cita Reuters, la maggior parte della popolazione di El Salvador è contraria a questa novità.
Quasi il 68% di un campione rappresentativo di oltre 1200 cittadini si sono detti contrari alla Bitcoin law e alle sue conseguenze per l’economia. A condurre il sondaggio è stata la Central American University (UCA), ateneo gesuita presente a El Salvador. Appena il 32% ha dichiarato di essere d’accordo in una certa misura, mentre solo una minima parte è favorevole su ogni aspetto. In un’economia dove non esiste una moneta nazionale, ma gli scambi avvengono attraverso il dollaro, l’opzione dei bitcoin è stata vista come interessante soprattutto per la questione delle rimesse dei migranti che dall’estero mandano i soldi alle famiglie.
«Quello che possiamo dire del sondaggio, oltre all’ampio rifiuto di bitcoin come valuta legale, è che per la prima volta abbiamo riscontrato un disaccordo significativo tra la popolazione e le decisioni prese dall’Assemblea legislativa e dal presidente», sono state le parole di Andreu Oliva della UCA. Al netto del clamore mediatico internazionale di questa legge, le proteste di chi è contrario si sono fatte sentire da subito. Quest’estate sono scesi in piazza diversi manifestanti nelle città di El Salvador. «È una legge che genera insicurezza giuridica e che potrebbe essere usata per frodare gli utenti e anche facilitare il riciclaggio di denaro e beni», sono state le parole di un cittadino allarmato riprese su Decrypt.