Siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità
Da poche ore, in tutti gli uffici di Facebook l’azienda ha imposto l’obbligo di indossare la mascherina ai dipendenti, a prescindere che siano vaccinati o meno. Nella notizia, rimbalzata sulle principali emittenti USA, è stata ripresa anche la motivazione da parte della multinazionale di Menlo Park. «Visti l’aumento di casi di Covid, i dati più recenti sulle varianti di coronavirus e un numero crescente di requisiti locali, stiamo ripristinando il nostro regolamento sulla mascherina obbligatoria in tutti gli uffici statunitensi di Facebook, indipendentemente dallo stato di vaccinazione di un dipendente», ha dichiarato un portavoce della società.
Prima di soffermarci sui commenti dell’obbligo di mascherina a prescindere dallo status vaccinale, è bene ricordare che le Big Tech – come milioni di altre aziende più piccole – sono ancora lontane dal ritorno alla normalità. Google, per esempio, ha posticipato il ritorno in ufficio a ottobre e ha imposto il requisito di essere vaccinati per potere accedere agli spazi dell’azienda; ad Apple i lavoratori potranno tornare in presenza dall’autunno; altre multinazionali hanno ormai spalancato le porte allo smart working: la linea Microsoft è lavorare da casa metà del tempo; e poi ci sono le società che hanno sposato una linea drastica: per chiunque lo voglia, a Spotify e Twitter lo smart working è per sempre.
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Ovviamente l’obbligo di mascherina nulla ha a che vedere con l’efficacia dei vaccini, come alcuni invece hanno scritto sui social, insinuando che questa misura confermerebbe l’inutilità delle dosi. In un momento storico in cui la campagna di somministrazioni procede a ritmi spediti per evitare un nuovo autunno in lockdown, le aziende stanno facendo il possibile per limitare il contagio sui luoghi di lavoro. Sull’obbligo vaccinale, tema peraltro caldo anche in Italia, le linee aziendali variano.