Un’operazione di Open Innovation con l’intervento di Nana Bianca che ha permesso a Findomestic di trovare il giusto partner nella startup Splittypay
Open innovation, innovazione aperta sono espressioni che stanno entrando sempre più frequentemente nel vocabolario di chi lavora in azienda. Multinazionali, grandi gruppi e banche non guardano più solo al loro interno per sviluppare linee di business ad alto impatto ma, in un mondo connesso e liquido, scoprono vantaggi nell’osservare l’agilità e il pensiero laterale dei più piccoli. Dall’altra parte questi ultimi hanno tanto da imparare dai colossi: nel metodo, nel processo, nell’analisi, nella ricerca strutturata. Dal contatto e dall’incrocio di idee e modelli di business e anche dal supporto di chi si occupa di creare ponti tra realtà grandi e piccole nascono progetti innovativi e strategici che portano vantaggi ad entrambi in un ottica win win.
Questo il caso di Findomestic Banca che avendo come obiettivo quello di migliorare la customer experience dei propri clienti, ha deciso di ampliare il proprio sguardo e cercare la startup giusta con cui avviare un nuovo progetto che avesse alla base tecnologia e semplicità di utilizzo. Grazie alla collaborazione con lo startup studio Nana Bianca e al contatto di Splittypay l’obiettivo è stato centrato.
Cercare la startup giusta puntando sul valore del team
Attraverso un attento processo di selezione basato sulle esigenze di Findomestic e che si è svolto nei mesi scorsi è stata identificata Splittypay come la startup che meglio rispondeva a criteri di innovatività del prodotto, qualità del team sia dal punto di vista di concepimento del prodotto e di capacità tecnica ma sopratutto per le qualità imprenditoriali dei founder Alberto Porzio e Matteo Destantini.
Splittypay (ne abbiamo parlato in questo articolo) è infatti una fintech nata dall’esperienza di due giovani founder con alle spalle già una exit. La startup era al CES di Las Vegas nel 2019 e i founder ci avevano raccontato di aver deciso di creare un’app per dividere le spese tra amici proprio dopo aver sentito l’esigenza a livello personale: «Spesso ci capita di organizzare viaggi di gruppo e dover pagare in fretta per non perdere l’offerta. Succedeva di frequente che la persona che anticipava la somma, aveva difficoltà poi a farsi restituire i soldi dagli altri del gruppo. Allora dopo l’ennesima litigata con i “ritardari” abbiamo cercato delle soluzioni sugli app store. Ma nessuna risolveva nello specifico il nostro problema. Allora abbiamo ideato SplittyPay». La startup ha chiuso un crowdfunding di successo nel 2018 e poi è stata selezionata tra i primi 40 progetti di B-Heroes nel 2019.
Findomestic ha trovato quindi in Splittipay il partner giusto per una iniziativa concreta di open innovation e ha puntato a integrare le funzionalità di pagamento sviluppate da SplittyPay all’interno delle proprie linee organizzative.
Nana Bianca utilizzando il format dei propri programmi di accelerazione e Open Innovation, ha seguito l’accelerazione dello sviluppo del prodotto e ne ha facilitato l’integrazione con le divisioni Findomestic preposte.
Moneypot, la colletta digitale per i clienti di Findomestic
Dai primi di giugno è stato quindi lanciato MoneyPot, una colletta digitale disponibile per i clienti con conto corrente Findomestic ed accessibile dal proprio home banking.
MoneyPot consente di organizzare in modo semplice una raccolta fondi da utilizzare per l’organizzazione di eventi, cene di gruppo, viaggi, liste nozze, liste nascita, acquisti di regali. Attraverso un salvadanaio digitale MoneyPot raccoglie una somma di denaro, anche piccola, attraverso carta di debito, credito o bonifico bancario.
Quello che più convince di Moneypot è il fatto che funzioni in modo molto intuitivo: una volta creato l’evento l’organizzatore della colletta invierà un invito ai partecipanti attraverso Whatsapp, Facebook, Twitter, mail o SMS, con un link da utilizzare per versare il contributo.
Un’idea semplice ma non banale e realizzata in modo da garantire la facilità nell’utilizzo da parte dell’utente. D’altra parte Alberto è un imprenditore con le idee chiare come ci aveva raccontato qualche tempo fa: “Nella nostra esperienza di founder non abbiamo puntato su idee “disruptive”. Quelle sono molto difficili da trovare e spesso è come cercare il Sacro Graal! Meglio, focalizzarsi su qualcosa che risolva un problema ai consumatori per avere successo”.