Era stato annunciato come il più grande acquisto di auto elettriche della storia: un ordine da 100mila Tesla. Ma le cose non sono andate al meglio e, infatti, pochi anni dopo il Ceo di Hertz Stephen Scherr si è dimesso e il suo posto sarà occupato da Gil West, ex COO della scaelup Cruise, un’altra azienda da mesi in gravi difficoltà con i suoi taxi a guida autonoma ancora fermi (qui ripercorriamo quella storia). Ma rimaniamo su Hertz.
Hertz: i piani per elettrificare la flotta
La società nel 2021 ha annunciato un piano di conversione massiccia alla mobilità elettrica. Ecco perché ha deciso di assegnare una commessa a Tesla per farsi spedire 100mila auto da inserire nella propria flotta. L’azienda americana che noleggia veicoli non ha però fatto i conti con i progetti di Elon Musk: la guerra dei prezzi avviata nel 2023 dall’imprenditore sudafricano ha infatti tagliato il costo elettriche in tutto il mondo, per competere soprattutto con i produttori cinesi.
Come si legge su Bloomberg, a seguito di quell’ordine di Hertz senza precedenti le azioni di Tesla sono salite al punto da fare raggiungere alla società il valore di un trilione di dollari in Borsa. Ma 100mila elettriche non sembravano sufficienti e così il Ceo Sherr, che si è unito all’azienda dopo l’annuncio di quella commessa monstre, ha concluso accordi per farsi spedire veicoli green anche da Polestar, Volvo e GM.
Hertz, vittima della guerra dei prezzi
Nel 2023 la guerra dei prezzi ha rovinato i piani di Hertz, che ha così rivenduto 20mila mezzi della propria flotta di elettriche (all’incirca 60mila auto). Con un avvio timido, il progetto di elettrificazione della società è infine fallito: l’intenzione è infatti quella di vendere le vetture green, la cui domanda per i noleggi pare scarsa, con costi di riparazione giudicati eccessivi.
Risollevatasi dalla bancarotta nel 2020, Hertz è tornata dunque a navigare in pessime acque: la crisi delle elettriche ha comportato la più grande perdita trimestrale dai tempi della pandemia: 245 milioni di dollari.