C’è un che di paradossale nel fatto che Intrum AB, specializzato nella gestione del credito, stia ora lottando per evitare il fallimento. La realtà svedese ha un debito complessivo di circa una 50 di miliardi di corone, pari a circa 5 miliardi di dollari, e le sue difficoltà sono nate negli ultimi due anni, a causa dello sfavorevole scenario collegato alla politica dei tassi alti praticata dalle banche centrali, che ha reso l’operatività del gruppo più onerosa.
Le mosse di Intrum per evitare di fallire
Da Intrum fanno sapere di aver intrapreso le fasi preparatorie per l’operazione di ricapitalizzazione annunciata già a luglio, che punta a “rafforzare significativamente” la struttura del capitale. Intrum venderà anche 526 milioni di euro di nuove obbligazioni senior garantite e parte del ricavato sarà utilizzato per riacquistare il debito scambiato.
Contemporaneamente, è stata avviata una procedura di sollecitazione dei voti dei creditori, a favore di un piano di riorganizzazione pre-negoziato dei debito, come previsto dalla procedura del Chapter 11. La procedura in questione, prevista dalla legislazione federale statunitense per le imprese in crisi di liquidità, può portare al fallimento ma anche preparare il terreno alla ristrutturazione e dunque al risanamento dell’azienda.
I creditori che hanno già aderito al piano di ristrutturazione del debito – circa il 97% dei detentori di strumenti revolving e circa il 73% degli obbligazionisti – devono riconfermare il loro sostegno al piano, che prevede il rimborso completo delle obbligazioni scadenza 2024 e all’estensione delle altre obbligazioni in scadenza nei tre anni seguenti. Un gruppo di obbligazionisti che ha in portafoglio titoli in corone svedesi ha però nominato lo studio legale Ropes & Gray per chiedere un miglioramento della proposta avanzata da Intrum.