Secondo le cronache di questi giorni le Big Tech non sembrano così entusiaste delle decisioni di Trump in materia di dazi. Non soltanto perché i titoli in Borsa stanno subendo importanti ribassi, ma perché nel lungo periodo le tariffe impongono decisioni di politica industriale radicali. Ad esempio, come aggiustare la filiera per riportarla negli USA come più volte richiesto dalla presidenza Trump? Nelle scorse ore la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha parlato in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti proprio sui dazi. A una domanda da parte del New York Times sui nuovi lavori che il tycoon si attende di creare, Leavitt ha risposto tirando in ballo Apple.
Apple può produrre gli iPhone negli Stati Uniti?
«Il Presidente – ha spiegato la portavoce della Casa Bianca – vuole aumentare i posti di lavoro nel settore manifatturiero qui negli Stati Uniti d’America, ma guarda anche alle tecnologie avanzate. Sta guardando anche all’Intelligenza artificiale e ai settori emergenti che stanno crescendo in tutto il mondo e in cui gli Stati Uniti devono essere leader». Leavitt ha spiegato la visione di Trump: «Ritiene che abbiamo la forza lavoro e le risorse per farlo. Come sapete, Apple ha investito 500 miliardi di dollari qui negli Stati Uniti. Quindi, se Apple non pensasse che gli Stati Uniti possono farcela, probabilmente non avrebbe investito quella grossa fetta di denaro».
I device di Apple non vengono prodotti negli Stati Uniti, ma in diversi Paesi nel mondo come Cina, India e Brasile. La filiera dunque è molto estesa a livello globale e gli investimenti degli ultimi anni da parte di Cupertino lasciano intendere che il Ceo Tim Cook non voglia ripiegare tutta la filiera sul suolo USA.
Quanto costerà un iPhone con i nuovi dazi?
In attesa di capire le prossime mosse da parte della Casa Bianca in materia di dazi, i consumatori possono già fare i conti con le stime dei prezzi dei prossimi iPhone: i dazi contro la Cina e i Paesi produttori di questi dispositivi potrebbero fare lievitare il costo degli smartphone del 40%, fino a 2.300 dollari. Un colpo non da poco agli affari della Big Tech, che come molte altre potrebbe subire un contraccolpo nelle vendite di prodotti e servizi.