L’inatteso duo vuole trasformare la principale criptovaluta nella moneta di Internet e per la prima fase punta su Africa e India, anche se non mancano gli ostacoli da superare
Una strana coppia che potrebbe firmare una tappa significativa per il futuro delle monete virtuali. Già perché se Jack Dorsey è da tempo affascinato da bitcoin e altre criptovalute, l’interesse di Jay-Z è un po’ meno atteso, anche se il fiuto per gli affari del rapper trasformatosi in imprenditore, che ha poi abbracciato la procura sportiva con la sua Roc Nation Sports che cura gli interessi di alcune delle più luminose stelle dello sport (da Kevin Durant e Kirye Irving in NBA a Lukaku e Bernardeschi in Serie A, fino a Kevin De Bruyne e Marcus Rashford in Premier League, senza dimenticare le partnership con Milan e Leeds), fa pensare a un ulteriore conferma circa le potenzialità delle criptovalute.
Supportare le criptovalute, senza guidare il fondo
Il duo crede fermamente sull’ascesa di bitcoin, considerata come la “valuta di Internet”, che ha deciso di creare il fondo ₿Trust e investire 500 bitcoin, pari nel momento in cui si scrive a 23,8 milioni di dollari. L’annuncio è arrivato dal fondatore e Ceo di Twitter – con un cinguettio, ovviamente – in cui ha spiegato che l’obiettivo è supportare la criptovaluta su larga scala, in particolare in Africa e India, che sono i paesi in cui saranno attivi i team del fondo. A loro spetterà, a quanto sembra, il controllo dello stesso, poiché i due investitori non hanno intenzione di indirizzare la missione e l’operato del fondo, che dovrebbe toccare agli sviluppatori (evitando a priori, quindi, ogni problema politico e di qualsiasi altra natura).
L’ascesa dei bitcoin
Premesso che le dinamiche tra i due soci hanno trovato un punto comune dopo le chiacchierate per la possibile (e per ora mancata) acquisizione di Tidal, servizio di streaming musicale creato dal marito di Beyoncé, da parte di Square, società di servizi finanziari e di pagamento tramite dispositivi mobili fondata dallo stesso Dorsey, il progetto arriva a pochi giorni dal picco storico raggiunto da bitcoin, salito a oltre 48.000 dollari, grazie anche alle mosse social dal solito Elon Musk. Tuttavia, la strada di ₿Trust (che cerca 3 membri del consiglio di amministrazione) non sarà in discesa, perché proprio dall’India arrivano pessime notizie riguardo al futuro di bitcoin.
La doppia faccia dell’India
Secondo un funzionario rimasto anonimo che ha parlato con Bloomberg, il governo indiano mira a promulgare entro i prossimi mesi una legge che metta all’angolo tutte le criptovalute private, come anche le transazioni con exchange esteri, al fine di favorire la creazione di una singola moneta virtuale gestita dalla Reserve Bank of India. L’atto concederebbe ai titolari di bitcoin e altre cripto risorse dai 3 ai 6 mesi per liquidare le varie partecipazioni. Al netto di tali eventuali sviluppi, però, il quadro futuro potrebbe presentare il Subcontinente come un perno in grado di mettere a punto dei protocolli di sviluppo della valuta virtuale, pur essendo questa bandita nel paese.
Africa, territorio fertile
Il focus sull’Africa non meraviglia, anzi conferma le prospettive di Dorsey, che durante il tour nel continente del 2019 aveva rilasciato parole che ora risuonano più chiaramente: “L’Africa definirà il futuro, specie quello dei bitcoin”. Del resto il padre di Twitter, che sta analizzando se affidarsi ai bitcoin per pagare parte dello stipendio dei dipendenti, conosce bene come è utilizzata e quanto è importante la criptovaluta nel continente nero. Solo lo scorso anno, in Nigeria sono stati scambiati più di 400 milioni di dollari di criptovalute, risultando il secondo paese al mondo per volume di scambi dietro agli Stati Uniti. E nei giorni scorsi la Banca centrale del Kenya ha annunciato che utilizzerà i bitcoin come valuta di riserva per rimediare alla volatilità dello scellino locale nei confronti del dollaro, poiché la svalutazione della moneta di casa è il miglior alleato per la diffusione delle criptovalute nell’area equatoriale.